L’ammiraglio Treu lascia il comando della Squadra Navale
Ieri a bordo della portaerei Cavour ormeggiata nella Stazione Navale Mar Grande di Taranto, l’ammiraglio di squadra Paolo Treu ha passato il timone della Squadra navale (CINCNAV) all’ammiraglio di squadra Enrico Credendino.
La cerimonia, in alcuni momenti anche toccante, ha avuto il suo culmine nella tradizionale formula del riconoscimento e della consegna della bandiera di guerra delle Forze navali, un ideale passaggio di testimone del cuore pulsante della Marina, uomini, navi, sommergibili e velivoli che il comando della Squadra coordina e guida secondo le direttive dello Stato maggiore.
“Il comando della Squadra navale ha in carico la cruciale gestione della funzione operativa e addestrativa della forza armata e l’approntamento operativo dello strumento aeronavale -ha dichiarato il sottosegretario di stato alla Difesa senatrice Stefania Pucciarelli – per assicurare la sicurezza degli spazi marittimi nazionali, ma anche la proiezione avanzata con funzioni di deterrenza attiva, monitoraggio, presenza, sorveglianza e prontezza d’intervento a tutela degli interessi nazionali quasi interamente dipendenti dalla dimensione marittima”.
Prima della cerimonia per l’ammiraglio Credendino e al termine per l’ammiraglio Treu, si è svolta una rassegna navale con gli equipaggi schierati sui ponti scoperti di alcune navi della Marina, un simbolico saluto alle dipendenze organiche di CINCNAV che si compone di circa 18.000 militari, 91 navi, 6 sommergibili, 75 aerei ed elicotteri e comandi importanti quali la brigata Marina San Marco, il centro telecomunicazioni e il C4s.
“Siamo stati sottoposti a tagli drammatici ma abbiamo cercato di operarli il più possibile lontano dalla Squadra navale perché, per tutta la Difesa, è lo strumento più flessibile, versatile, efficace che può rischierarsi lontano, dove si originano le crisi e intervenire prima che arrivino a toccare le nostre coste” così il capo di stato maggiore della Marina Militare, ammiraglio di squadra Giuseppe Cavo Dragone.
Nel suo discorso di saluto l’ammiraglio Treu, che ha concluso la sua brillante carriera nella Marina Militare (nel 1994 fu il primo pilota italiano a completare la transizione sul velivolo AV-8B PLUS e nel 2013-14 fu alla testa del 30° Gruppo Navale guidato dalla portaerei Cavour in Medio Oriente ed in Africa) ha ripercorso un mandato ricco di sfide, durante il quale è stata affrontata l’emergenza del Covid-19, che ha messo a dura prova la prontezza dello strumento aeronavale.
Grazie ad un accurato protocollo di contrasto alla pandemia, sviluppato in collaborazione con lo Stato Maggiore della Marina Militare, la Squadra navale ha onorato tutti gli impegni operativi programmati, in ambito sia nazionale che internazionale.
“Sono stato onorato e felice di essere stato al comando della Squadra navale proprio in questo periodo storico, riuscire ad assolvere tutte le missioni e operazioni programmate è stato sicuramente sinonimo di impegno e dedizione a dimostrazione di una Italia combattiva e resiliente” ha concluso l’ammiraglio.
L’ammiraglio Credendino, nel prendere la parola, ha ringraziato i suoi predecessori, in particolare proprio l’ammiraglio Treu ed ha continuato: “Ammirato dalle capacità dimostrate dal personale della Squadra navale nell’ultimo anno e mezzo caratterizzato dalla pandemia che non ne ha fiaccato spirito, entusiasmo ed operatività. È da loro che voglio partire, ed è su loro che la Squadra navale fa pieno affidamento.”
Il Comando in Capo della Squadra Navale (CINCNAV), retto da un ammiraglio di squadra, è stato costituito il 15 gennaio 1952, ereditando le tradizioni del Comando in Capo delle Forze Navali (costituito il 9 dicembre 1940), che a sua volta discendeva dal Comando dell’Armata Navale (costituito il 25 agosto 1914).
Dal 1972, CINCNAV ha il suo quartier generale a Santa Rosa, nei pressi di Roma, dove, durante la Seconda Guerra Mondiale, risiedeva l’Alto Comando della Marina (SUPERMARINA).
I compiti militari assolti da CINCNAV sono: difesa marittima del territorio nazionale e protezione degli interessi nazionali al di là delle acque territoriali; difesa marittima del territorio della NATO e dell’Unione Europea; partecipazione alle operazioni nazionali e multinazionali per la gestione delle crisi e la sicurezza internazionale; contrasto ai traffici illeciti; la bonifica dei fondali marini da ordigni pericolosi per le attività sul fondo.
Da CINCNAV dipendono tutte le articolazioni operative relative alle unità navali, ai sommergibili, alle forze aeree, alle forze anfibie e al C4S, oltre a quelle di supporto. Insieme ad altri dicasteri CINCNAV concorre alle seguenti attività: vigilanza sull’inquinamento dell’ambiente marino; concorso nella ricerca e salvaguardia dei beni archeologici sommersi; concorso alla campagna antincendi boschivi; concorso alle operazioni di ricerca e soccorso in mare; concorso al rifornimento idrico delle isole minori; concorso alle operazioni di soccorso per calamità naturali.
(con fonte comunicato Marina Militare)
Il discorso di commiato dell’ammiraglio Paolo Treu
Sottosegretario alla Difesa Senatore Stefania Pucciarelli, infinite grazie, da parte di tutti noi, per presiedere questa cerimonia, a testimonianza del grande affetto e della solidale vicinanza che ha sempre dimostrato verso il personale della Squadra Navale.
Autorità e gentili ospiti, Vi porgo la nostra corale riconoscenza per aver arricchito, con la Vostra presenza, questa vibrante atmosfera, colma di emozioni, nella cornice di Taranto, scintillante icona della marittimità nazionale e granitico pilastro della Marina.
Un deferente omaggio alla Bandiera di Guerra della Marina Militare e delle Forze Navali e che Dio ponga sul nemico il terrore di Lei, come chiediamo con il nostro canto, al tramonto, sul mare.
Pari omaggio rendo alle Bandiere di Guerra del 1° Reggimento San Marco, delle Forze Aeree e del Comando Sommergibili.
Lancio il mio cuore commosso verso i nostri caduti, con l’impeto del mio più energico rispetto per il loro generoso sacrificio.
Un fraterno saluto al personale delle Capitanerie di Porto, dei Carabinieri per la Marina e della Lega Navale Italiana.
Un abbraccio ai soci dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia e delle Associazioni Combattentistiche.
La mia gratitudine alla Rappresentanza Militare, nonché ai Rappresentanti Sindacali, per la loro preziosa opera.
Un empatico e solidale omaggio ai nostri veterani e a chi soffre, nonché alle famiglie che hanno perso il loro cari.
Un affettuoso abbraccio ai nostri famigliari, che con la loro pazienza, affetto e amore ci donano forza, resistenza e coraggio.
Un bacio amorevole e riconoscente a mia moglie Paola che, anche nella burrasca del peggiore e immeritato dolore, non mi ha mai fatto mancare il Suo indistruttibile sostegno.
Un marinaresco abbraccio a mio figlio Carlo, ex brigadiere della Scuola Navale Militare Morosini, molto legato alla Marina.
Un grato saluto a mia madre Lucia, una corazzata di 87 anni, espressione di genuino coraggio, autentica libertà di pensiero e grande umanità, accompagnata dalle mie tre sorelle e mio fratello.
Un goliardico saluto ai compagni di corso dell’Accademia e del Morosini, nonché al Presidente dell’Associazione di quest’ultimo.
Sono all’approdo finale, nel miglior incarico che mi poteva capitare e di questo ringrazio il Capo di Stato Maggiore della Marina.
Caro Pino, Ti avevo promesso una collaborazione leale, schietta e costruttiva, ma non supina, con un confronto dialettico, assicurandoTi che, nel momento della decisione, avrei comunque imbracciato il remo per vogare nella direzione da Te indicata o in alternativa avrei salutato, per l’ultima volta, la bandiera.
Ci conosciamo da tempo e Ti è sempre piaciuto evidenziare, anche scherzosamente, le nostre diversità nell’indole, con riferimento al mio nickname “Pitbull” guadagnato in teatri di feroci battaglie, in cui mi sono lanciato sulla preda senza preoccuparmi della mia incolumità personale … così come fa il pitbull.
Lo ammetto, non sono un leader per tutte le stagioni e mal mi adatto a navigare in acque calme per aggirare la tempesta.
La mia stagione è quella in cui è la Marina che si fa tempesta.
Fra le battaglie c’è quella per l’F-35B, ossia il JSF Joint Strike Fighter a decollo corto e atterraggio verticale, necessario per rinnovare la capacità della Portaerei.
Una battaglia in cui mi sono sempre dato fuoco, consapevole delle ritorsioni, perché si tratta di una capacità strategica per l’Italia, specchio del Suo rango internazionale, militare e non.
Ho sofferto per l’assegnazione ad altra forza armata del terzo F-35B, ritenendola il primo tassello di un’evidente strategia che mira a spostare il termine della rinascita della Portaerei oltre il 2030, annichilendo di fatto tale preziosa capacità di proiezione.
La componente JSF imbarcata è infatti quella più pregiata, perché beneficia della versatilità dello strumento aeronavale, capace di muoversi avvalendosi della libertà dei mari e della Sua intrinseca autonomia logistica, in modo da raggiungere ogni parte del globo per lanciare le Sue Aquile Marine nel modo più costo-efficace, rapido e letale.
Ero Comandante in Capo da pochi mesi, ma sentivo l’imperativo morale di compiere un gesto eclatante, salutando per l’ultima volta la bandiera, per attirare l’attenzione del governo – e non solo – su una decisione che ritenevo molto dannosa per la nostra amata Italia.
Ma da quel gesto mi fece desistere l’esplosione della pandemia.
Mi sarei infatti sentito un vigliacco se, in quella burrasca, avessi abbandonato il timone della Squadra Navale.
In me prevalse il dovere morale di rimanere con le mie Donne e Uomini, per affrontare uniti e coesi quell’epocale emergenza.
Richiusi quindi in gabbia il pitbull che ringhiava in me e concentrai tutte le mie energie a sostegno del mio personale e delle relative famiglie, per riaccendere, con una nuova fiamma, la motivazione, l’entusiasmo e lo spirito di appartenenza dei nostri Equipaggi, veri artefici dei successi della gloriosa Squadra Navale.
Fu così che, armati di passione per il nostro lavoro e di amore per il nostro Paese, abbiamo assolto tutte le missioni programmate, proiettando a livello internazionale l’immagine di un’Italia grande, di un Paese che non molla mai e combatte con fierezza.
Sempre a causa della pandemia, continuai a tenere imprigionato in me quel pitbull, anche quando il mio cuore subì un nuovo duro colpo: la cessione delle nostre ultime due fregate FREMM all’Egitto.
A seguito di ciò, l’Italia ora dispone di un numero totale di unità di prima linea – ossia di Caccia e di Fregate – inferiore persino all’Algeria, oltre che all’Egitto e alla Turchia.
Ciò è in controfase con la costante crescita degli impegni sul mare, cui si è aggiunta la missione EMASOH, nel Golfo Persico.
E poi si consideri le conflittuali spartizioni del Mediterraneo, alle quali ha fatto seguito il potenziamento delle Marine di protagonisti emergenti, che impongono la necessità di presidiare e difendere – con le nostre unità di altura – la neo istituita Zona Economica Esclusiva, pena la soccombenza alla volontà altrui.
Tutto ciò mette in chiara e drammatica evidenza l’attuale sottodimensionamento dello strumento aeronavale, il cui elemento di pregio, ossia la Portaerei, rischia oltretutto di rinnovarsi alle calende greche, se i primi 15 F-35B, quantitativo minimo per il conseguimento della reale capacità, non andranno tutti alla Marina.
Con queste considerazioni ho voluto condividere, con l’Ammiraglio Enrico Credendino, due delle mie principali preoccupazioni, oltre alla nota e drammatica carenza di personale.
Caro Enrico, a Te che sei un dirigente di prestigio della nostra amata Marina, affido lo strumento aeronavale, ma soprattutto il Suo immenso cuore, la Sua vulcanica mente e le Sue infaticabili braccia, ossia il personale che anima e dà gloria alla Squadra Navale.
Caro Enrico, nei miei due anni di mandato è stato fatto molto per il personale e le relative famiglie, ma ancor più si può e si deve fare.
Più investirai in questa straordinaria risorsa e più raccoglierai in termini di successi operativi, per il bene della Marina e dell’Italia.
Donne e Uomini della Squadra, siete Voi i veri protagonisti di questa giornata, in quanto tenutari del passato, del presente e del futuro, elemento di continuità in un comando che cambia.
In questi ultimi giorni ho peregrinato, nelle varie sedi, per manifestare a tutti Voi i miei più sinceri e abissali sentimenti di gratitudine per gli straordinari risultati che avete conseguito.
Di fronte ai nostri successi voglio farmi piccolo, attribuendo il merito a tutti Voi, di fronte a ciò che si poteva fare meglio voglio farmi grande, assumendomene tutte le responsabilità.
A tutti Voi rinnovo la mia più sincera, commossa e affettuosa gratitudine per avermi regalato enormi soddisfazioni umane e professionali, che serberò per sempre fra i miei più cari ricordi e che proteggerò negli abissi del mio cuore.
Insieme a Voi, ho ritrovato il mio ambiente naturale, ho ritrovato me stesso, ho ritrovato il piacere di lavorare.
Il Vostro calore umano e la Vostra solidarietà, hanno peraltro curato le ferite causate dalla peggiore, ignobile e immeritata cattiveria che ho incrociato sulla rotta del mio precedente incarico
Ciò mi ha consentito di ridare significato al mio lavoro, perché in Voi e in tutto il personale della Squadra Navale ho trovato un più che meritevole obbiettivo su cui concentrare le mie migliori risorse ed energie.
Tuttavia, se sommo tutto ciò che Voi mi avete donato e lo confronto a ciò che io Vi ho donato, il mio sforzo mi pare davvero essere solo una goccia, in mezzo a un mare immenso.
Buon vento vi accompagni sulla rotta verso sempre più grandi successi e che la buona sorte Vi spiani i mari sulla rotta del vostro fulgido futuro.
La mia stagione – quella della tempesta – ha da tempo perso le sue foglie, la pandemia ha perso il suo volano e la metà superiore della clessidra ha perso il suo ultimo granello di sabbia.
Ora gli astri del mio destino sono allineati, la mia missione è giunta a compimento, il pitbull riprenderà la corsa … e non solo.
Ora posso, serenamente, salutare la bandiera, per l’ultima volta.
Viva la Squadra Navale! Viva la Marina!
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