I francesi uccidono al-Sahrawi, leader dello Stato Islamico nel Sahel

 

 

(aggiornato il 18 settembre)

Il capo del gruppo jihadista dello Stato islamico del Grande Sahara (EIGS l’acronimo in francese), Adnan Abou Walid al-Sahrawi è stato ucciso da un raid di un drone MQ9 Reaper delle forze francesi dell’Operation Barlhane secondo quanto annunciato oggi dal presidente francese Emmanuel Macron su Twitter. “Questo è un altro grande successo nella nostra lotta contro i gruppi terroristici nel Sahel” ha detto Macron senza fornire dettagli. sull’operazione che portato all’uccisione del leader jihadista.

Al-Sahrawi, nome di battaglia che ne indicava la provenienza da Sahara Occidentale (ex Sahara Spagnolo), era nato a el-Aaiun, da una ricca famiglia di commercianti fuggita poi in Algeria in seguito all0’invasione marocchina del 1975. Da giovane si era unito al movimento indipendentista di ideologia marxista Fronte Polisario per poi aderire, nel 1998, all’Unione dei Giovani Sahrawi.

Nel 2010 si era unito ad una fazione di al-Qaeda nel Maghreb islamico, diventandone presto il portavoce. Nel 2013, si autodefiniva capo di un’organizzazione chiamata Mujahideen Shura Council a Gao, in Mali. Nel 2015 dichiarò la sua fedeltà ad Abu Bakr al-Baghdadi, leader dell’Isis.

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La Francia attribuisce a lui numerosi attentati compiuti nel Sahel anche contro obiettivi occidentali, soprattutto nella ‘zona ”calda” ei tre confini’ tra Mali Niger e Burkina Faso.

Tra gli attacchi compiuti dai suoi miliziani anche quello contro i soldati americani nell’ottobre 2017 nel sud-ovest del Niger. Anche in quell’occasione l’EIGS pubblicò il video dell’imboscata in cui caddero quattro militari Usa e cinque nigerini

Dal 4 ottobre 2019 gli Stati Uniti hanno offerto a chi avesse fornito informazioni su di lui una taglia da 5 milioni di dollari. Secondo Parigi al-Sahrawi ordinò personalmente l’assassinio, il 9 agosto 2020, di sei cooperanti francesi, della loro guida e dell’autista entrambi nigerini.

L’EIGS è stato negli ultimi anni il principale bersaglio delle operazioni militari francesi nel Sahel dove opera anche il movimento insurrezionale qaedista Gruppo per la Salvaguardia dell’Islam e dei Musulmani.

“La morte di Saharawi è un colpo decisivo per l’EIGS e la sua coesione”, ha detto ai giornalisti il ministro delle Forze armate francese Florence Parly riferendo di un attacco condotto con droni che ha permesso di uccidere al-Sharawi nel nord del Mali mentre era in sella a una motocicletta.

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La Francia stima che l’EIGS sia responsabile della morte di 2 000-3 000 persone, per lo più musulmani, e che abbia ancora centinaia di combattenti, anche se Parly ha affermato che la sua leadership è ora meno internazionale e più proveniente dalla tribù locale dei Fulani.

L’attacco a Sahrawi, che arriva appena due mesi dopo la morte di Abubakar Shekau, il leader del Boko Haram nigeriano, segue altri colpi ai vertici dell’ESGS, che sono stati indeboliti dalle recenti operazioni mirate che hanno ucciso cinque dei suoi sette leader.

“Non abbiamo informazioni su un successore in questa fase, ma probabilmente non sarà facile trovare un leader che abbia lo stesso peso di quello che è stato ucciso”, ha detto il ministro Parly.

Bernard Emie, capo del servizio di intelligence esterno francese, ha detto ai giornalisti che ora ci sarà maggiore attenzione sulla neutralizzazione di Iyad Ag Ghaly, il capo dell’ala nordafricana di al-Qaeda, il cui gruppo ha effettuato operazioni sporadiche intorno alla Costa d’Avorio e alle regioni di confine senegalesi.

“La morte di Sahrawi probabilmente interromperà le operazioni ISGS a breve termine”, ha affermato Alexandre Raymakers, analista senior per l’Africa presso la società di intelligence del rischio Verisk Maplecroft. “Ma è improbabile che paralizzi permanentemente il gruppo estremista”.

Foto: Twitter e Ministero della Difesa Francese

 

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