National Home Front: Tsahal si addestra a respingere Hezbollah e alleati
Le autorità militari e civili israeliane hanno varato un’esercitazione di cinque giorni su larga scala per simulare un attacco di forze filo-iraniane dal Libano e per valutare la risposta di tutte le organizzazioni coinvolte: Forze Armate, Forze di Polizia, Vigili del Fuoco e Servizio medico di emergenza.
Denominata “National Home Front Exercise”, la manovra, iniziata domenica 31 ottobre, ha ipotizzato molteplici minacce, da attacchi alla popolazione civile e contro infrastrutture e installazioni industriali, blitz di precisione che richiederebbero l’evacuazione di intere comunità, dispersione di disordini di piazza organizzati da estremisti arabi, guerra informatica, interruzioni di servizi essenziali e persino un eventuale attacco con armi chimiche.
Durante l’esercitazione, le Forze aeree israeliane (IAF) hanno simulato operazioni di attacco al suolo sul Libano, azioni volte a colpire, in un solo giorno, tremila obiettivi Hezbollah, rampe di lancio, depositi di armi, punti comando, vie di rifornimento e target legati ad attività paramilitari filo iraniane.
Per quanto riguarda la minaccia, la Forza di Difesa Israeliana (IDF) ha ipotizzato lanci missilistici coordinati, sferrati dall’Iran, dalla Siria e dai territori libanesi controllati dalle milizie Hezbollah dalle cellule sciite-irachene che operano nel vicino Medio Oriente. Le stime IDF citano una potenza di fuoco di circa 4.000 razzi al giorno, alcuni dei quali dotati di kit di precisione.
Secondo quanto pubblicato dalla stampa israeliana circa una possibile escalation della crisi israelo-libanese, fonti intelligence starebbero valutando la reale ipotesi di un coinvolgimento delle milizie Kata’ib Hezbollah in Libano.
I servizi israeliani ritengono che il gruppo paramilitare sciita-iracheno, forte di 30mila uomini inseriti nelle Forze di Mobilitazione Popolari irachene sostenute dall’Iran, attivo sia nella guerra civile irachena che in quella siriana, sia già stato incaricato di inviare truppe addestrate in Libano in supporto alle milizie Hezbollah.
I recenti attacchi israeliani condotti contro la base aerea di Al-Mezzah e contro target sensibili identificati all’interno dei villaggi di Qudsaya e Al-Dimas, quest’ultimo un punto chiave ad ovest di Damasco, sull’autostrada che dalla Siria porta al Libano, sarebbero stati sferrati per bloccare il passaggio di un convoglio di armi iraniane e siriane e di truppe sciite irachene diretto in Libano.
Durante l’esercitazione è stato testato, nei distretti settentrionali più sensibili alla minaccia di attacchi missilistici, un nuovo sistema di allerta razzi esteso da 15 a 30 secondi. Secondo gli analisti, Hezbollah lancerebbe la sua offensiva con l’obiettivo di catturare un certo numero di località israeliane lungo il confine libanese.
Poiché milioni di civili israeliani non dispongono di un rifugio in grado di resistere a intensi attacchi missilistici, l’esercitazione ha anche simulato una eventuale evacuazione su larga scala. Si parla si intere comunità entro un raggio di 5 chilometri dal confine libanese che verrebbero ospitate per tutta la durata della crisi in centri provvisori lontani dal fronte: un’operazione complessa che avrebbe sia lo scopo di salvare vite umane, sia impedire che i civili possano cadere prigionieri nelle mani del nemico.
L’esercitazione ha preso in considerazione i problemi riscontrati durante l’Operazione “Guardian of the Walls”, effettuata lo scorso maggio in risposta all’attacco di Hamas contro Israele.
In quel caso il piano di evacuazione delle comunità che vivono nelle vicinanze della linea di fuoco non è decollato a causa dell’interruzione del servizio dei mezzi pubblici dovuto all’astensione dal lavoro di parte degli autisti arabi che vivono in Israele.
Come partner attivo nelle operazioni di simulazione, la polizia è stata preparata a sedare possibili disordini di piazza ed attacchi con armi da fuoco organizzati dai manifestanti che sostengono la causa palestinese e simpatizzano per Hamas ed Hezbollah. Inoltre, è stato istituito uno squadrone di elicotteri per spostare in modo rapido le forze di sicurezza nelle zone di maggiore crisi.
Nessuna stima ufficiale è stata rilasciata sul possibile numero di vittime, ma non si esclude che questo scenario potrebbe causare la morte di centinaia di israeliani.
L’esercitazione, guidata dall’IDF Home Front Command e dall’Autorità nazionale di emergenza, ha anche simulato l’interruzione della rete elettrica, dell’approvvigionamento dell’acqua, del gas e della fornitura di cibo.
Lo scenario ha anche preso in considerazione un attacco con agenti chimici e un piano di Hezbollah per disarmare i civili e le truppe israeliane diffondendo gas narcotizzanti in aree densamente abitate.
Il capo di stato maggiore dell’Home Front Command, Brig.Gen. Itzik Bar, ha dichiarato che tra i problemi che destano maggiore preoccupazione vanno menzionati l’uso di missili a guida di precisione (Crisi israelo-libanese, oggi) e il conseguente effetto che potrebbero avere sulla macchina operativa israeliana, e la velocità di fuoco di Hezbollah, con le milizie sciite che sono in grado di condurre attacchi con raffiche massicce di razzi contro specifiche aree geografiche. (IT Log Defence)
Eugenio Roscini VitaliVedi tutti gli articoli
Colonnello dell'Aeronautica Militare in congedo, ha conseguito un master di specializzazione in analisi di sistema e procedure all'Istituto Superiore di Telecomunicazioni. In ambito internazionale ha prestato servizio presso il Comando Forze Terrestri Alleate del Sud Europa, la 5^ Forza Aerea Tattica Alleata e il Comando NATO di AFSOUTH. Tra il 1995 e il 2003 ha preso parte alle Operazioni NATO nei Balcani (IFOR/SFOR/KFOR). Gestisce il sito ITlogDefence.