Rapporto FlightGlobal: USA e Russia continuano a guidare il mercato aeronautico militare

 

 

Secondo il consueto rapporto di fine anno fornito dal FlightGlobal International nell’ambito del dossier World Air Forces 2022, gli aerei da combattimento statunitensi e russi continuano a farla da padroni suti mercati e nelle forze aeree mondiali che registrano però un calo complessivo dei velivoli militari di tutte le tipologie scesi a 53.271, cioè 292 in meno rispetto al 2021 (meno 0,6%) con un calo concentrato soprattutto in Europa e Asia/Pacifico.

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Interessante notare che la classifica delle prime 10 forze aeree al mondo per numero di aerei da combattimento in servizio non include nessuna nazione europea ma è guidata da Stati Uniti (2.740) seguiti da Cina e Russia appaiati (rispettivamente 1.571 e 1.511 velivoli), India (694), Corea del Nord (572), Pakistan (447), Arabia Saudita (364), Egitto (338) e Taiwan (288).

La classifica dei velivoli da combattimento più diffusi al mondo vede ancora in testa i caccia monomotori americani Lockheed Martin F-16, con 2.248 esemplari pari al 15% delle flotte mondiali.

Nonostante le misure sanzionatorie adottate dagli USA per scoraggiare l’acquisto di prodotti militari russi presso paesi amici o alleati di Washington, il secondo posto della classifica è ancora in mano alla famiglia dei caccia multiruolo russi Sukhoi Su-27/30 con 1.063 “Flanker” presenti nelle aeronautiche di numerose nazioni (il 7% della flotta globale degli aerei da combattimento).

I bimotori russi, rispetto a 5 anni fa, hanno scalzato dalla seconda posizione il bimotore Boeing F-A/18 che detiene ancora il quarto posto della classifica con 893 Hornet/Super Hornet attivi nel mondo, appena dietro il bimotore Boeing F-15 presente in 963 esemplari pari al 7% del totale mondiale.

In quinta posizione, con soli 71 velivoli in meno dell’Hornet, si colloca il caccia MiG-29 Fulcrum con 822 esemplari in servizio nel mondo pari al 6% della flotta globale.

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Sebbene il MiG-29 abbia perso negli ultimi 20 anni una considerevole fetta di mercato a discapito del cugino Su-27/30, in termini di distribuzione il MiG-29 continua a distanziarsi notevolmente dal sesto classificato, l’Eurofighter Typhoon con 512 velivoli totali pari a circa il 3% della flotta globale mondiale.

La settima posizione è ancora occupata dall’aereo d’attacco Sukhoi Su-25 che secondo il FlightGlobal sarebbe operativo ancora con 474 esemplari nel mondo pari al 3% del totale.

Seguono con un numero di esemplari attivi leggermente inferiore il Lockheed Martin F-35, all’ottavo posto con 445 esemplari pari al cinese J-7 (versione del Mig 21) e infine, al decimo posto, l’altrettanto “stagionato” Northrop F-5 Freedom Fighter con 412 esemplari.

Lascia invece  la top ten il bombardiere Sukhoi Su-24 che l’anno scorso occupava il decimo posto con 389 esemplari in linea.

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La rimanente quota di tutti gli esemplari non citati in classifica infine consta di ben 6.436 velivoli pari al 44% del totale mondiale.

La classifica relativa agli elicotteri militari vede ancora statunitensi e russi farla da padroni. In testa l’UH-60 Black Hawk con 3.926 esemplari pari al 20% della flotta globale, seguito dal longevo Mil Mi-8/17 Hip con 2.819 esemplari (14%). Al terzo posto l’AH-64 Apache (1.219 esemplari) seguito dal longevo Bell UH-I Huey con ancora 898 velivoli attivi nel mondo e dal CH-47 Chinook, al quinto posto con 929 esemplari seguito da un altro elicottero “immortale”, il Mil Mi-24/35 Hind (924).

Seguono l’MD 500 e l’AH-1 Cobra rispettivamente con 565 e 492 esemplari in servizio e solo in coda alla top ten troviamo i primi due elicotteri europei, i francesi Airbus H145 e SA 342 Gazelle con 438 e 416 esemplari.

Per tornare ai velivoli di produzione russa l’Ilyushin Il-18 è al decimo posto nella categoria “Aerei da impiego speciale” con 53 esemplari; l’Ilyushin Il-78 al sesto posto della categoria “Air Tanker” (dominata dagli Stati Uniti) con 38 esemplari pari al 4% del totale e infine gli Antonov An-24/26, Ilyushin Il-76 e Antonov An-30/32 al quinto, sesto e settimo posto della categoria “Aerei da trasporto militare” (dominata anch’essa dagli aerei americani) rispettivamente con una flotta complessiva di 225, 212 e 142 aerei nel mondo.

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La Russia infine si colloca sempre tra le prime tre nazioni per tutte le specifiche categorie di flotte aeree militari; nel dettaglio:

– terzo posto con 1.511 velivoli nella categoria “aerei da combattimento” (9% del totale globale), scalzata dal secondo posto – per il secondo anno di fila –  dalla Cina per 60 velivoli;

– terzo posto con 132 velivoli nella categoria “missioni speciali” (7% del totale globale);

– terzo posto con 20 velivoli nella categoria “aerotanker” (2% del totale globale), qui curiosamente preceduta da Arabia Saudita per due velivoli in più ma lontanissimi dagli Stati Uniti con ben 627 piattaforme;

– secondo posto nella categoria “aerei da trasporto” con 445 mezzi (10% del totale globale);

– secondo posto nella categoria “elicotteri da combattimento” con 1.543 velivoli totali (8% del totale globale);

– terzo posto nella categoria “aerei ed elicotteri da addestramento” con 522 aerei (5% del totale globale), anche qui ad un velivolo dal secondo posto che spetta al Pakistan ma ancora una volta con gli USA distanti ben 18 punti percentuali (2660 velivoli).

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In conclusione il confronto tra le forze aeree del mondo per numero complessivo di velivoli vede gli Stati Uniti saldamente al primo posto con 13.246 velivoli (25%), seguita dalla Russia con 4.173 (8%) e dalla Cina con 3.285 (6%); a seguire India (2182), Corea del Sud (1595), Giappone (1449), Pakistan (1387), Egitto (1062), Turchia (1057) e Francia (1055).

Foto:  Lockheed Martin, Ministero della Difesa Russo, Gian Micalessin,  FlightGlobal e Boeing.

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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