Mosca guarda agli elicotteri Mi-26T2V per far fronte ai ritardi del cargo tattico Il-112V

 

 

Lo scorso 17 agosto l’unico prototipo volante del futuro aereo da trasporto leggero turboelica Ilyushin Il-112V si è schiantato a Kubinka vicino a Mosca con la perdita di tutti e tre i membri dell’equipaggio. Le indagini sull’incidente non sono ancora ufficialmente terminate, ma un’analisi del Ministero dell’Industria e del Commercio e dell’Interstate Aviation Committee (IAC) riportata prontamente da Analisi Difesa fa pensare ad un malfunzionamento tecnico: un incendio al motore di tribordo che ha provocato il cedimento strutturale dell’alettone destro e che purtroppo ha impedito al pilota di atterrare e riportare a terra sano e salvo equipaggio e velivolo.

È chiaro al vicepresidente della Commissione per gli armamenti e l’industria Andrei Yelchaninov che la tanto attesa introduzione dell’Il-112V nelle Forze Aerospaziali russe sarà rinviata a tempo indeterminato.

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«Attualmente siamo in attesa dei risultati ufficiali dell’indagin; – ha spiegato il funzionario in un’intervista all’agenzia di stampa Interfax – successivamente verranno prese le decisioni necessarie per la revisione dell’Il-112V, del suo motore o eventualmente per effettuare modifiche al design del velivolo.»

Altri due prototipi del successore del vetusto An-26 sono attualmente in costruzione e si tratta di due esemplari di Il-112V in cui – secondo Yelchaninov – dovrebbero essere apportate le massime modifiche possibili.

Il primo volo del secondo velivolo (volante) modificato è previsto per l’anno in corso ma quello che accadrà dopo dipenderà solo dai successivi test. Tuttavia, per quanto riguarda l’orizzonte temporale Yelchaninov non si fa illusioni: – «La produzione in serie nel 2023 come inizialmente previsto è attualmente impensabile. Appare evidente a tutti che c’è ancora molto lavoro da fare con questo aereo, inclusa probabilmente la ricostruzione di interi componenti di fusoliera e motori.»

Ma come ampiamente trattato da Analisi Difesa la vita utile dell’Antonov An-26 finora utilizzato per compiti di trasporto tattico, sta volgendo definitivamente al termine e com’è noto il Ministero della Difesa russo è alla disperata ricerca di un sostituto dell’Il-112V le cui caratteristiche di volo erano state considerate insoddisfacenti ancor prima dello schianto a Kubinka, quando fu deciso di sottoporre l’intera cellula ad un’operazione di snellimento.

D’altra parte, con la flotta degli An-26 già al limite dell’usura la radiazione definitiva di questi velivoli è inevitabile a partire dal 2025 le difficoltà dell’Il-112 potrebbero imporre a Mosca di sostituire temporaneamente i vecchi cargo con elicotteri da trasporto pesante.

Come ha affermato Yelchaninov, il Ministero avrebbe deciso di trasferire “una serie di compiti” assegnati all’Il-112V agli elicotteri Mil Mi-26 (Codice NATO “Halo”).

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Benché Yelchaninov non si sia sbilanciato oltre sui compiti demandabili al Mi-26 non bisogna dimenticare che questo imponente elicottero è stato utilizzato persino per il lancio di materiali paracadutati, una possibilità che è stata presa in considerazione anche nei requisiti di realizzazione dell’Il-112V.

La capacità di carico del Mi-26 è di 20 tonnellate che corrisponde al peso massimo al decollo di un aereo di linea a turboelica. Inoltre per oltre 35 anni di attività questo gigantesco elicottero si è dimostrato estremamente valido superando in contesti particolari persino le sue stesse caratteristiche di carico in quota, senza contare infine, secondo Andrey Yelchaninov, che è disponibile in quantità numeriche sufficienti all’interno delle forze militari russe.

L’idea dunque è di fare un uso più intenso del Mi-26 con più funzionalità. Ma a questo punto è inevitabile discutere anche dell’acquisizione di nuovi elicotteri di questo tipo e a tal proposito Russian Helicopters sta attualmente testando una versione più aggiornata Mi-26T2V.

Il Mi-26T2V che ha volato alla fine del 2018 incorporerà le recenti soluzioni tecniche disponibili considerandone l’uso in condizioni operative di combattimento: tuttavia non si tratterà di un derivato della versione civile Mi-26T per l’esportazione quanto piuttosto di un vero e proprio aggiornamento radicale derivato dalla versione militare in uso presso le Forze Armate russe.

Il Mi-26T2V avrà una capacità di sollevamento di 20 tonnellate e sarà dotato di una moderna suite avionica di volo e navigazione NPK-90-2V che consentirà l’uso in ogni condizione meteo, notte e giorno, a qualsiasi latitudine del pianeta, finanche in modalità automatica dal decollo all’atterraggio, senza tralasciare l’installazione di una suite di autoprotezione Vitebsk per la difesa dai missili terra-aria e aria-aria. Immutato rimane invece il numero di equipaggio pari a 5 militari.

Foto Ilyushin e Russian Helicopters

 

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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