Operation Barkhane: I francesi uccidono 40 jihadisti ai confini tra Niger, Benin e Burkina Faso
I soldati francesi dell’operazione anti-jihadista Barkhane hanno eliminato in Burkina Faso 40 jihadisti coinvolti nei recenti attacchi nel nord del Benin che hanno provocato 9 morti nell’area del parco naturale W che si estende lungo i confini di Niger, Benin e Burkina Faso.
Le forze di Barkhane, “allertate dai partner beninesi e burkinabè, hanno impegnato capacità di intelligence aerea per localizzare questo gruppo armato” prima di effettuare attacchi aerei giovedì in cui sono stati uccisi 40 jihadisti, ha reso noto un comunicato del comando francese.
“La mattina del 10 febbraio, dopo aver localizzato e individuato una prima colonna di terroristi che viaggiava in moto, in accordo e in coordinamento permanente con le autorità del Burkinabè, è stato effettuato un primo attacco aereo da parte di un drone Reaper alla testa della colonna in territorio del Burkina Faso e una dozzina di terroristi sono stati neutralizzati.
L’ingaggio di una pattuglia di caccia Mirage 2000 ha permesso di effettuare tre nuovi attacchi contro gruppi di terroristi in prossimità del luogo del primo attacco”, durante i quali “sono stati neutralizzati più di trenta terroristi, un pick-up e più di un dozzine di motociclette sono state distrutte”, ha aggiunto il comunicato.
Fino a poco tempo fa il Benin era considerato un’isola di stabilità in una regione, l’Africa Occidentale, in cui operano molti gruppi jihadisti legati ad al-Qaeda e all’organizzazione dello Stato Islamico (IS). Di recente una serie di raid alle frontiere nei paesi a sud del Sahel ha confermato i timori che i gruppi jihadisti che operano in Mali, Niger e Burkina Faso cerchino di avanzare verso la costa.
Come riporta RFI e in Italia l’Agenzia Nova, il governo del Benin ha annunciato oggi che rafforzerà le misure antiterrorismo e la cooperazione militare con i Paesi vicini per lottare in modo più efficace contro i gruppi armati. Lo ha annunciato il presidente Patrice Talon ricordando che il Paese è membro dell’iniziativa Accra, creata nel 2017 per far fronte alla minaccia terroristica e che il governo si è detto impegnato a lavorare nell’area del “Parco W”, dove di recente diverse guardie forestali sono state uccise, ed in particolare in quella nota come “triplo punto”, dove si uniscono i confini di Benin, Niger e Burkina Faso.
Nonostante il possibile ritiro delle truppe francesi dal Mali a causa dei contrasti con il governo di Bamako anche in seguito alla crescente presenza di militari e contractors russi nel paese, Parigi mantiene la ferma intenzione di continuare a combattere la diffusione del jihadismo nella regione.
La priorità della Francia resta quella di “continuare la lotta al terrorismo” al fianco dei paesi africani, ha affermato l’8 febbraio il capo di stato maggiore dell’esercito francese, il generale Thierry Burkhard, durante una visita in Costa d’Avorio.
l presidente francese Emmanuel Macron riunirà il 16 febbraio a Parigi gli omologhi dei Paesi membri della forza congiunta G5 Sahel per discutere del futuro del dispositivo. Secondo l’emittente radiofonica Radio France Internationale (RFI) è possibile che al termine del summit venga annunciato il ritiro del contingente francese impiegato nell’operazione Barkhane in Mali.
Alla riunione saranno presenti il presidente del Niger, Mohamed Bazoum, quello del Ciad, Mahamat Idriss De’by, e quello della Mauritania, Mohamed Ould Ghazouani. Presenti anche il presidente dell’Unione africana, Macky Sall, quello della Comunita’ economica degli Stati dell’Africa occidentale (Cedeao), Nana Akufo-Addo, quello del Consiglio europeo, Charles Michel, e Josep Borrel, alto rappresentante dell’Ue per gli Affari esteri.
Al vertice non sono state invitati rappresentayti della giunta militare del Mali ne le autorità del governo di transizione del Burkina Faso, dove è stato dichiarato “presidente” dal Consiglio costituzionale il tenente colonnello Paul-Henri Sandaogo Damiba, che ha preso il potere con un colpo di stato del 24 gennaio che ha portato alla rimozione del presidente Roch Marc Christian Kaboré.
In una decisione notificatagli mercoledì 9 febbraio, il Consiglio costituzionale ha indicato che “Paul-Henri Sandaogo Damiba, tenente colonnello delle forze armate nazionali, presidente del Movimento patriottico per la salvaguardia e il restauro (MPSR) è presidente del Brukina Faso, nonché Capo supremo delle forze armate”.
La Francia resta quindi un punto di riferimento per la lotta ai gruppi terroristici islamici nel Sahel ma il suo sistema di alleanze comincia a perdere pezzi importanti quali il Mali e il Burkina Faso che sembrano interessati a rivolgersi altrove (Russia) per migliorare la propria sicurezza e contrastare l’insurrezione jihadista.
Foto: Ministero delle Forze Armate Francese
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