Prime valutazioni russe circa l’impiego in Ucraina del missile ipersonico Kh-47M2 Kinžal
Secondo il Ministero della Difesa russo l’impiego nel conflitto in Ucraina del nuovo sistema missilistico ipersonico Kh-47M2 Kinžal (“pugnale” o “stiletto” in russo) ne ha confermato la sua efficienza.
Si tratterebbe dunque del primo impiego “ufficiale” in combattimento del Kinžal (dotato di testata convenzionale) avvenuto lo scorso 18 marzo in Ucraina contro un magazzino di missili Tochka-U e munizioni aeronautiche delle truppe ucraine nel villaggio di Delyatin, nella regione di Ivano-Frankvisk.
Secondo il portavoce del dicastero russo: – «L’uso in combattimento del missile ipersonico aria-terra Kh-47M2 Kinžal ha confermato la sua efficacia nel distruggere obiettivi nemici speciali altamente protetti. Gli attacchi del Kinžal alle infrastrutture ucraine – ha proseguito nel commento – continueranno durante l’operazione militare speciale».
Pochi giorni dopo lo stesso Ministero della Difesa russo comunicava di aver colpito depositi di carburante nel villaggio di Kostantinovka, nella regione di Mykolaiv e in quest’azione il lancio sarebbe avvenuto dallo spazio aereo sul territorio della Crimea.
Derivato dal missile balistico tattico (superficie-superficie) a corto raggio 9K720 Iskander-M, il Kinžal è capace di una velocità massima di Mach 10 (tra i Mach 5 e 7 secondo alcuni analisti, Mach 9 secondo altri) e di un raggio d’azione di 2.000 chilometri (solo 1.500 secondo alcune valutazioni). Il missile eseguire manovre evasive in ogni fase del suo volo per eludere i sistemi di difesa aerea e di difesa missilistica e può essere inoltre equipaggiato con testate convenzionali o nucleari.
Entrato in servizio sperimentale nelle Forze Armate russe nel 2006 e al momento equipaggia una variante del caccia intercettore trisonico MiG-31 “Foxhound” nota come MiG-31K, che, adibita al lancio di questa speciale arma ha subito alcune modifiche strutturali come il potenziamento dei punti di attacco.
Per ampliarne l’impiego sono noti i programmi della Difesa russa per imbarcare il Kinzhal a bordo dei bombardieri supersonici Tupolev Tu-22M3M “Backfire”, Tupolev Tu-160 “Blackjack” e dei bombardieri di prima linea Sukhoi Su-34 “Fulback”.
Il Kinžal, così come ampiamente trattato in questi anni da Analisi Difesa, è stato rivelato dal Presidente russo Vladimir Putin durante il noto discorso all’Assemblea Federale del 1 marzo 2018 assieme ad altri quattro tipi di armi strategiche che garantirebbero – a detta dello stesso – il vantaggio strategico sugli Stati Uniti poiché ritenute invincibili.
In effetti lo sviluppo, la realizzazione e il collaudo di armi ipersoniche è stato un programma prioritario per la Difesa russa degli ultimi dieci anni che ha permesso a Mosca di realizzare un vantaggio tattico persino rispetto agli Stati Uniti; al Kinžal vanno infatti aggiunti i sistemi Avangard e Zircon, il primo alloggiato dentro missili intercontinentali ICBM e il secondo lanciabile da navi e sottomarini; lo stesso Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha commentato così l’uso del Kinžal: – «Ha la stessa testata di qualsiasi altro missile; non c’è molta differenza, tranne che è quasi impossibile fermarlo…»
Anche se alcuni analisti affermano tuttavia che i due attacchi in Ucraina siano solo degli eventi isolati e che nonostante i vantaggi che i missili ipersonici hanno rispetto ai missili balistici convenzionali Mosca difficilmente utilizzerà in maniera indiscriminata questa particolare tipologia di arma, l’utilizzo riuscito del Kinžal ha fatto sì che la Russia diventasse il primo paese a usare un missile ipersonico in combattimento.
Sul perché si utilizzi un’arma così complessa al posto di un tradizionale missile balistico che potrebbe fare lo stesso lavoro con meno rischi di fallimento e costi più bassi, la risposta è molto semplice: i conflitti reali vengono da sempre utilizzati come terreno di prova per nuove armi in condizioni operative e la Russia in tal senso non è da meno, basti considerare i test in teatro di guerra di vari sistemi d’arma realizzati in passato in Afghanistan e Cecenia e di recente in Siria.
Un test di collaudo sul teatro di guerra ha un valore inestimabile poiché i successi possono essere sfruttati per un ulteriore miglioramento e i difetti emersi possono essere evidenziarti e risolti.
Foto ministero della Difesa russo
Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli
Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.