Giorni di guerra. Russia Ucraina, il mondo a pezzi

 

 

Il “Diario della guerra” tra Russia e Ucraina è il nuovo libro di Toni Capuozzo, una delle firme più amate del giornalismo Italiano.

Tutti i pensieri, gli appunti, gli scritti pubblicati sul web e gli interventi televisivi raccolti in un instant book di oltre 170 pagine. un libro aperto: attraverso un QR code si potranno leggere le future riflessioni di Capuozzo sugli sviluppi della Guerra.

Sono scettico sul ruolo che l’Occidente sta giocando. Siamo pronti a combattere, ma fino all’ultimo ucraino. È in gioco la democrazia, è in gioco l’Occidente, si mettono tutti l’elmetto però, poi, marcano visita al momento di andarci per davvero… in guerra”. Toni Capuozzo

Un vero e proprio diario di guerra — suddiviso per giorni — fatto di appunti, riflessioni pubblicate sui social, interventi televisivi.

Un volume impreziosito da numerose illustrazioni e da una lunga galleria di fotografie di grandi reporter italiani dal fronte: Fausto Biloslavo, Gabriele Micalizzi, Francesco Semprini, Vittorio Nicola Rangeloni.

“Non esistono guerre chirurgiche, né bombardamenti intelligenti” — scrive Capuozzo — “ci sono sempre colpe da distribuire: Putin, la sua politica di potenza, l’ordine di invasione. Biden, la sfida di una NATO senza confini. Il premier ucraino che si è fatto spingere nella sfida – vai avanti tu – senza valutare che, forse, per l’Ucraina libera era meglio essere una terra di nessuno o dei soli ucraini, scambi e commerci piuttosto che missili. Nessuno è completamente innocente, se non i civili”.

 

TONI CAPUOZZO. Nasce a Palmanova, in provincia di Udine, nel 1948. Laureato in sociologia presso l’Università di Trento, diventa giornalista professionista nel 1983. Scrive per Reporter e per I periodici Epoca Panorama mese. Vicedirettore del TG5 e conduttore della trasmissione giornalistica settimanale Terra! Inviato di guerra per diverse testate giornalistiche televisive, ha seguito I conflitti nei Balcani, in Somalia, in Medio Oriente, in Afghanistan, in Iraq. E’ autore di numerosi libri.

 

Dal libro: 24 febbraio 2022, primo giorno di guerra

È difficile provare a essere razionali quando sai che c’è chi muore, adesso, e quando tutto sembra una follia. L’invasione di Putin è basata su due convinzioni:

1) gli Stati Uniti non interverranno se non a parole, e la NATO idem;

2) le sanzioni faranno male alla Russia ma non sono fatali.

L’invasione ha due obbiettivi, annunciati nelle parole di Putin:

1) demilitarizzare;

2) denazificare il Paese.

Cosa vuol dire? Distruggere l’apparato militare e destituire la dirigenza politica ucraina, magari sostituendola con uomini ucraini di fiducia. Quanto ci vorrà per raggiungere questi obbiettivi? È questa la domanda che decide l’agenda dei prossimi giorni, e la natura del conflitto. La Terza guerra mondiale? Se qualcuno si azzardasse a intromettersi, Putin promette conseguenze mai viste, ma nessuno lo farà.

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Resterà un conflitto locale, che cambia il mondo, e spoglia i sogni di quieta globalizzazione, di allegro e indolore contagio della democrazia. Allora tutta causa di Putin?

Chiediamoci se è stato saggio aprire filiali NATO come caffetterie, e se l’Ucraina ha giocato la carta giusta, scegliendo di non essere neutra e rassicurante parte terza. Un giorno nero per l’Europa, umiliante per gli Stati Uniti.

E per Putin? Come per ogni giocatore, dipende da come finisce l’azzardo.

Noi? Il barile di petrolio ha superato i 100 dollari, oggi. Fa male al cuore vedere quel che succede, ma anche il portafoglio duole un po’. C’è sempre una parte con cui stare: i civili innocenti, poichè non esistono guerre chirurgiche nè bombardamenti intelligenti.

Ci sono sempre colpe da distribuire: Putin, la sua politica di potenza, l’ordine di invasione. Biden, la sfida di una NATO senza confini. Il premier ucraino che si è fatto spingere nella sfida — vai avanti tu — senza valutare che forse per l’Ucraina libera era meglio essere una terra di nessuno, o dei soli ucraini, scambi e commerci piuttosto che missili. Nessuno è completamente innocente, se non i civili.

E a questo punto c’è da sperare con tristezza che duri poco, che la Russia di Putin smantelli l’apparato militare ucraino e ne deponga il governo, nominando un fantoccio e facendo dell’Ucraina una Bielorussia.

No? Protrar[1]re la resistenza vuol dire essere spettatori di una lunga agonia o intervenire. Chi è disposto a morire per Kiev alzi la mano. Oppure c’è da sperare che si ripeta la Georgia del 2008.

La Russia si tiene Mariupol e forse Odessa, e molla l’osso. L’Ucraina resta in libertà vigilata, la cosiddetta finlandizzazione, cioè la sovranità su trasporti, sanità, eccetera, non sulle alleanze politico militari. Per chiunque ami la pace è un giorno nero. Possiamo anche chiederci se Putin non abbia varcato la linea, se non abbia esagerato con l’azzardo, e sia or[1]mai un autocrate folle, distante da tutto come in fondo a uno di quei tavoli lunghi. Vedremo. Intanto chi sta peggio, tra i cosiddetti grandi, è Biden.

E anche noi europei a scaricare salve di sanzioni che faranno male 20 Toni Capuozzo a sanzionati ma anche a sanzionanti. Ma i grandi se la cavano sempre. I civili no, che parlino russo o ucraino, o yiddish, come gli ultimi ebrei di Odessa.

 

GIORNI DI GUERRA. Russia Ucraina, il mondo a pezzi

di Toni Capuozzo

Con le foto dal fronte di Fausto Biloslavo, Gabriele Micalizzi, Francesco Semprini, Vittorio Nicola Rangeloni.

Illustrazioni di Giuseppe Botte 

Contenuti multimediali fruibili con smartphone o tablet (QR  Code)

Pagine 176

Prezzo 15 euro,

in libreria dal 28 aprile. Signs Publishing

 

 

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