Cresce le pressione jihadista sul confine tra Mali e Niger

 

 

Centinaia di persone sono state uccise quest’anno in Niger dalle incursioni dei miliziani jihadisti, in particolare quelli dello Stato Islamico sempre più attivi nella regione di confine tra Niger, Burkina Faso e Mali. Oltre ai morti, quasi mezzo milione di nigerini sono fuggiti dalle violenze creando ulteriori problemi di sfollati interni a una delle nazioni più povere del mondo.

In Mali, la forza di pace delle Nazioni Unite MINUSMA ha risposto schierando due unità nell’area dei tre confini dove convergono Mali, Burkina Faso e Niger. Nei giorni scorsi un report di Africa Defense Forum ha fatto il punto sulla situazione nell’area più “calda” del Sahel.

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“La situazione della sicurezza nell’area dei tre confini, in particolare nelle località maliane di Tessit, Talataye, Ansongo e nella regione di Menaka, è notevolmente peggiorata nelle ultime settimane”, ha affermato l’ONU in una nota.

L’offensiva jihadista rientrerebbe in una strategia tesa a conquistare il territorio nella regione dei tre confini, che è diventata l’epicentro della violenza estremista nel Sahel.

“Lo Stato Islamico è all’offensiva dall’inizio del mese di aprile in molti luoghi al confine tra Mali e Niger per tentare di controllarlo”, ha detto Wassim Nasr, l’analista di terrorismo a France 24.

I gruppi affiliati allo Stato Islamico hanno preso il controllo o costretto i civili a fuggire da almeno cinque città sul lato maliano del confine, ha detto Nasr.

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“Vediamo chiaramente che mirano a controllare questa zona, ricca di acqua ma anche di nascondigli, perché stanno cercando di anticipare cosa accadrà dopo e vogliono un santuario in questa parte del territorio maliano”, ha affermato.

Dal 2012 il Mali ha condotto una sanguinosa guerra con più gruppi armati. Le vaste terre desertiche rurali della regione dei tre confini, a volte conosciuta come Liptako-Gourma, storicamente sono state difficili da difendere per i paesi della regione.

Gruppi terroristici hanno attraversato il confine dal Mali al Niger occidentale per lanciare frequenti attacchi dal 2017. Il presidente nigerino Mohamed Bazoum ha affermato che 12.000 militari sono schierati a tempo pieno in operazioni antiterrorismo.

Il deterioramento delle relazioni tra la giunta militare del Mali (a cui è stata negata la prevista presidenza di turno del G5 Sahel)e  i partner europei e regionali ha portato al ritiro delle forze francesi ed europee (inclusi i militari e gli elicotteri italiani della Task Force Takuba) che vi operavano da anni, favorendo indirettamente i jihadisti.

Il 13 giugno è stato ufficialmente completato il ritiro delle forze francesi ed europee dalla base militare di Ménaka, nella regione detta “delle tre frontiere”, mantenendo una presenza ridotta solo a Gao fino a settembre. Fonti francesi hanno reso noto che a Menaka sono arrivati a rilevare il controllo della base militare “diverse decine” di paramilitari russi, contractors del Gruppo Wagner.

In previsione di questi sviluppi il 17 febbraio Bazoum aveva accolto con favore la decisione delle forze francesi e della Ue di stabilire una base operativa in Niger. “Il nostro obiettivo è che il nostro confine con il Mali sia sicuro”, ha detto Bazoum il 18 febbraio scorso sottolineando che il ttiro delle truppe francesi e Ue dell’Operation Barkhame dal Mali creerà un vuoto che sarà riempito dai gruppi armati, aumentando la minaccia di violenza nella regione dei tre confini.

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“Questa zona sarà ancora più infestata e i gruppi terroristici si rafforzeranno”, ha twittato Bazoum. “Sappiamo che sono destinati ad estendere la loro influenza”.

La pericolosa escalation jihadista nella regione di confine tra Niger, Mali e Burkina Faso è stata confermata dalla strage compiuta la notte dell’11 giugno dalle milizie jihadiste nel villaggio di Seytenga nel nord del Burkina Faso, vicino alla frontiera col Niger, in cui sono stati uccisi un centinaio di civili. Un attacco che ha costituito forse una rappresaglia per le operazioni anti-insurrezionali condotte nei giorni precedenti nella regione da esercito e gendarmeria in seguito a un attacco a una caserma di gendarmi avvenuta il 9 giugno.

La strage ha provocato l0esiodo di almeno 16 mila civili dalla regione: secondo fonti della Comunità’ economica dei Paesi dell’Africa occidentale (Cedeao) il governo di Ouagadougou controllerebbe solo il 60 per cento del territorio nazionale.

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La giunta del Mali a metà maggio si è ritirata dalla forza congiunta del G5 Sahel, varata nel 2017 e che comprende truppe provenienti da Burkina Faso, Ciad, Mauritania e Niger. Il ritiro delle forze di Bamako sarà operativo dal 30 giugno come ha resi noto l’esercito maliano.  “A seguito di un comunicato stampa ufficiale del 15 maggio 2022, il governo del Mali ha annunciato il ritiro dal Paese da tutti gli organismi del G5 Sahel, compresa la forza congiunta G5 Sahel”, ha dichiarato in un comunicato il 17 giugno il capo di Stato maggiore delle Forze armate maliane, generale Oumar Diarra.

Le tensioni tra Bamako e Parigi si sono riacutizzate in seguito alla cattura, il 12 giugno al confine col Niger, di Oumeya Ould Albakaye, uno dei leader dello Stato Islamico nel Grande Sahara (Eigs), da parte delle forze francesi che il governo maliano ha sollecitato da tempo a cessare le operazioni militari non autorizzate sul suo territorio.

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Il ritiro del Mali dal G5 Sahel in seguito alla crisi nei rapporti con la Francia e al suo avvicinamento alla Russia e nonostante un tentativo di mediazione attuato dalla Mauritania, espone ulteriormente il Niger alla minaccia jihadista, a cui Niamey sta rispondendo  con l’acquisto di nuovi armamenti soprattutto in Turchia, costruendo una base per droni TB2 nella città centrale di Tahoua.

Il 17 giugno Parigi ha reso noto che truppe francesi dell’Operazione Barkhane hanno ucciso almeno 40 miliziani vicino al confine tra Niger e Burkina Faso, in un’operazione condotta a supporto celle forze di Niamey prese di mira da un assalto contro una caserma della Gendarmeria a Waraou, nel sud-ovest del paese in cui 8 militari sono morti e 33 sono rimasti feriti. Da quanto si è appreso forze aeree francesi e nigerine hanno individuato la colonna di insorti in movimento su motociclette annientandola.

Foto: Ministero della Difesa Francese e Baykar

 

 

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