Il futuro di OTO e WASS: le ultime notizie

 

 

(aggiornato alle ore 15.55)

Il futuro degli stabilimenti delle aziende ex Oto Melara ed ex WASS, che Leonardo intende cedere, continua ad animare un vivace dibattito che coinvolge politica, industria e sindacato.

La tedesca Rheinmetall ha formalizzato a fine maggio un’offerta non vincolante a Leonardo per una quota di minoranza della ex Oto Melara attiva nei settori terrestre e artiglierie navali.

Lo ha riferito ieri l’agenzia di stampa Reuters citando due fonti vicine al dossier, secondo le quali con l’offerta il gruppo tedesco, che vanta una consolidata presenza nella Penisola con Rheinmetall Italia, mira a rilevare fino al 49% del ramo d’azienda di cui Leonardo ha annunciato da tempo la volontà di cessione insieme alla ex WASS specializzata in prodotti per operazioni subacquee.

Secondo Reuters, che ha visionato la proposta, il gruppo tedesco valuta il 49% di Oto Melara tra 190 e 210 milioni di euro, “che implica una valorizzazione complessiva che può raggiungere quasi 430 milioni”.

L’azienda italiana ha da poche settimane acquisito in Germania il contratto per la fornita dei cannoni navali da 127/64 LightWeight Vulcano (nella foto sotto) destinati alle fregate F-126.

Come aveva anticipato l’amministratore delegato del gruppo tedesco, Armin Papperger, Rheinmetall si è dichiarata disponibile a rilevare in futuro un ulteriore 2% o più di OTO Melara, in accordo con il piano industriale della società e la strategia dei suoi azionisti, si legge nel documento. Reuters sottolinea che “Rheinmetall ha informato da tempo il governo italiano dell’offerta che però non ha finora fornito il suo benestare, secondo una delle fonti sentite dall’agenzia di stampa.

Prima di autorizzare qualsiasi riassetto azionario di OTO Melara, aggiunge la fonte, l’esecutivo vuole che l’Italia sia inclusa nel programma per il carro armato franco-tedesco Main Ground Combat System (MGCS), ha aggiunto la fonte L’inclusione dell’Italia nel programma MGCS potrebbe dare a Leonardo la possibilità di offrire i suoi sensori e sistemi elettronici di difesa per i nuovi carri armati”.

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Il 30 maggio Leonardo aveva fatto sapere di aver “ricevuto talune offerte non vincolanti” e che “al momento non sono state ricevute offerte vincolanti”, confermando l’attenzione per un possibile accordo con il gruppo franco-tedesco KNDS, anche in funzione di eventuali collaborazioni future come per il carro armato franco-tedesco MGCS.

“KNDS è un potenziale partner interessante – ribadisce Leonardo – perchè risponde ai requisiti strategici che consideriamo essenziali per la migliore valorizzazione del nostro business di sistemi difesa nel lungo termine: opera con una logica di joint venture e presenza in due dei principali Paesi europei, ha competenze distintive e presenza internazionale nel settore, con un ruolo di rilievo nel programma per il futuro carro armato europeo (main battle tank o Mgcs), non è concorrente di Leonardo nell’elettronica per la difesa per i mezzi terrestri, dove potrebbe diventare un partner rilevante in futuro e non ha un Infantry Fighting Vehicle (IFV) già sviluppato e quindi può offrire a Oto Melara l’opportunità di realizzare, con il suo supporto, un importante sviluppo tecnologico e di prodotto che può accrescere il proprio patrimonio di competenze e presenza commerciale nel medio-lungo termine”.

Quanto all’interesse anche di Rheinmetall, “Leonardo valuta costantemente opportunità di business e partnership, qualora le condizioni siano interessanti”.

Il 1° giugno aveva preso nuovamente posizione anche la UILM di La Spezia (il cui segretario Graziano Leonardi ha seguito da vicino la vicenda)  con un comunicato che riproduciamo qui sotto.

“In merito alle notizie di stampa che preannunciano un’offerta da parte di Rheinmetall per l’acquisto di una quota di minoranza di Oto Melara vorremmo condividere alcune considerazioni. In campo terrestre l’Esercito Italiano dovrà, nei prossimi anni, sostituire tutti i mezzi cingolati. Si parla di una commessa di oltre 2 miliardi di euro. Oto Melara è in grado di fornire il sistema d’arma (la torretta) ma circa 15 anni fa ha abbandonato la progettazione dei veicoli cingolati e non è nemmeno più in grado di produrli in quanto 4 anni fa ha esternalizzato il reparto dove venivano eseguite le lavorazioni meccaniche. Questi errori aziendali del recente passato impongono oggi a Oto Melara di trovare un partner, in grado di fornire la parte del veicolo cingolato, sul quale integrare la propria torretta per partecipare alla gara di rinnovamento dei mezzi per l’Esercito italiano. Inoltre lo stesso scenario geopolitico europeo attuale impone di trovare alleanze nel settore della difesa, con l’obiettivo di arrivare ad una Forza Armata comunitaria.

Sul navale Fincantieri ha creato la JV Naviris con i francesi di Naval Group e ha siglato un accordo di collaborazione con gli spagnoli di Navantia. Per concludere il consolidamento europeo in ambito navale mancherebbero i tedeschi; questa opportunità potrebbe scaturire dal tentativo di Fincantieri di trovare con Rheinmetall un accordo di collaborazione con i cantieri Thyssenkrupp.

Proprio in questo ambito di ridefinizione della difesa europea si potrebbe inserire, da una posizione che deve rimanere garantita dalla proprietà italiana, la discussione delle alleanze per Oto Melara e Wass, sia sul settore navale e underwater che in merito all’ingresso dell’Italia nel consorzio per il carro europeo sul terrestre. Rheinmetall si è fatta avanti in audizione presso la commissione Difesa della Camera prospettando una collaborazione con Oto Melara e Wass, che si concretizzerebbe con l’ipotesi di un eventuale acquisto di una quota di minoranza del 49%, lasciando il 51% italiano.

Dalla stampa (quindi da verificare) abbiamo appreso l’intenzione di presentare un piano industriale ben dettagliato che preveda lo sviluppo congiunto di un modello proprietario di carro europeo, in alternativa a quello sviluppato da KNDS e la fornitura di questo prodotto non solo per il mercato italiano, ma per tutti i clienti del consorzio Rheinmetall-Oto Melara, oltre alla garanzia del mantenimento della progettazione, lo sviluppo e la produzione negli stabilimenti italiani. Rheinmetall, che è il primo produttore europeo di sistemi terrestri, non può rimanere fuori dal progetto del carro europeo.

download Presentarsi come alternativa a KNDS con un progetto realizzato in cooperazione con Oto Melara rappresenterebbe per entrambe le società un’occasione unica per avere un ruolo di primissimo piano in Europa. Quindi una Oto Melara-Wass nella forma di una newco, con socio di maggioranza la Holding Fincantieri, rappresenterebbe un efficace punto di partenza della costituzione di un Polo della Difesa italiano, leader sul mercato nei settori navale, subacqueo e munizionamento e pronto ad entrare nel consorzio del carro europeo nel settore terrestre.

Queste alleanze industriali permetterebbero a tutti gli attori di condividere un mercato europeo e mondiale mettendo a fattor comune le rispettive competenze, facendo massa critica e avendo la necessaria forza commerciale non solo in Europa ma anche a livello globale.

Tutti avrebbero vantaggi in termini di razionalizzazione dei costi da una parte e dal condividere i propri mercati dall’altra. I nuovi vertici di Fincantieri non hanno escluso una simile ipotesi e anche la politica sembra condividere una simile idea. Come Uilm riteniamo che questo sia il momento di fare delle scelte, perché Oto Melara/Wass non possono presentarsi impreparate all’appuntamento per la definizione della Difesa europea e alla gara di appalto per il rinnovamento dei mezzi cingolati dell’esercito.

Rimanere all’interno di Leonardo nelle condizioni attuali, senza investimenti e con l’azienda che non crede nel nostro business (ma, anzi, se ne vuole liberare) significherebbe essere destinati ad un veloce declino. Naturalmente il nostro assenso a qualunque soluzione è subordinato ad un’attenta valutazione del piano industriale e delle prospettive di crescita che ci verranno presentate, stabilendo fin da ora che non accetteremo ipotesi che non prevedano una governance italiana, il mantenimento delle competenze tecnologiche, della progettazione, dei siti e dell’occupazione”.

 

Lo stesso giorno sul tema è intervenuto anche un comunicato della FIOM CGIL di La Spezia che esprime valutazioni di diverso tenore e che pubblichiamo integralmente qui sotto.

In data odierna, la RSU FIM e FIOM a valle della discussione avvenuta in RSU, giudicano la paventata vendita di una quota di minoranza della Business Unit SDI alla Società Rheinmetall, sia una ipotesi al momento non praticabile e non auspicabile.

Non sussistono ad oggi elementi tali per poter fare valutazioni su quello che sarà il piano industriale e le ipotesi di possibili ricadute sia occupazionali che in termini di sviluppo di nuovi prodotti ad elevato contenuto tecnologico.
Esprimiamo perplessità, rispetto al vantaggio che deriverebbe dal coinvolgimento della B.U SDI nella produzione del Lynx, di cui Rheinmetall ha la Design autority, in confronto all’opportunità che garantirebbe a Rheinmetall stessa l’ingresso nel ricco mercato Italiano sui programmi Centauro ed Ariete che fanno già parte del portafoglio ordini della B.U. SDI.

Inoltre non abbiamo chiaro cosa è previsto nei piani di Rheinmetall per le altre linee di business (Navale, Munizionamento e Underwater): non nascondiamo il fatto che siamo preoccupati per un eventuale spacchettamento, operazione che da sempre riteniamo non praticabile e che contrasteremo con ogni mezzo a nostra disposizione.

Ricordiamo infine che come RSU, in linea anche con quanto affermato dalle Segreterie Confederali, riteniamo che la strada migliore sia quella della difesa Europea.
Auspichiamo che la nostra B.U., avendone di fatto tutti i requisiti, ritorni presto Divisione Sistemi di Difesa.
Un ulteriore opzione, sempre rimanendo una società partecipata dallo Stato Italiano, potrebbe essere quella di aderire al consorzio europeo della difesa con pari dignità insieme agli altri player del settore attraverso la creazione di una Newco.

 

 

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