Nuove forniture militari all’Ucraina
Lanciarazzi campali multipli M142 HIMARS e M270 MLRS, cingolati da combattimento BMP-1, obici semoventi Krab e armi antinave e anticarro RBS-17 e AT4. Stati Uniti, Polonia, Gran Bretagna, Grecia e Svezia hanno autorizzato nelle ultime ore l’invio di altre armi a Kiev per contrastare l’avanzata russa.
HIMARS statunitensi
Gli Stati Uniti stanno inviando all’Ucraina il sistema lanciarazzi campale ruotato M142 HIMARS (High Mobility Artillery Rocket Systems) in grado di lanciare razzi guidati con una gittata massima di quasi 80 chilometri.
Gli HIMARS sono probabilmente già posizionati in Polonia (che li ha ordinati nel 2018) e secondo indiscrezioni potrebbero essere addirittura già entrati in Ucraina. Un dettaglio che può indicare solo due circostanze: o vengono resi operativi con personale statunitense o polacco già addestrato a impiegare gli HIMARS oppure i militari ucraini si addestrano da tempo in Polonia a impiegare questo sistema d’arma in vista della sua consegna a Kiev.
Il sottosegretario al Pentagono Colin H. Kahl, ha riferito che artiglieri e tecnici della manutenzione ucraini verranno addestrati per circa tre settimane all’impiego e alla gestione degli HIMARS.
I 4 sistemi HIMARS che verranno consegnati agli ucraini non disporranno dei missili ATACMS (Army Tactical Missile System) (con 300 chilometri di raggio d’azione poiché Washington vuole evitare il rischio che vegano impiegati per colpire il territorio russo. A tal fine pare che gli USA abbiano preteso il loro impiego solo sul fronte del Donbass e non in altri settori, come Kharkhiv, dove le linee ucraine sono a poche decine di chilometri dal confine russo.
Il raggio d’azione di HIMARS e di MLRS forniti dai britannici è molto più ampio degli obici da 155 mm forniti finora da diverse nazioni NATO e Ue e la precisione dei razzi guidati è molto più alta. Fonti del Pentagono affermano di aver ricevuto assicurazioni da Kiev che i razzi americani non saranno usati per lanciare attacchi contro la Russia. E che i nuovi sistemi missilistici aiuteranno a mettere l’Ucraina “nella posizione più forte possibile al tavolo negoziale” con la Russia.
Oggi il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak ha ribadito su Twitter che l’Ucraina non intende utilizzare le armi statunitensi per attaccare il territorio russo.
Nell’undicesimo pacchetto di aiuti militari statunitensi del valore di 700 milioni di dollari vi sono anche altri sistemi d’arma: 5 radar contro-artiglieria, 2 radar di scoperta aerea, 1.000 ulteriori missili anticarro Javelin con 50 lanciatori, 6.000 armi anticarro di vario tipo, 15.000 munizioni per artiglieria da 155 mm, 4 elicotteri MI-17 (ex afghani) 15 veicoli e altri equipaggiamenti e pezzi di ricambio.
Dall’inizio dell’intervento russo, il 24 febbraio scorso, gli Stati uniti hanno fornito aiuti militari a Kiev per 4,6 miliardi di dollari.
MLRS britannici
Regno Unito invierà alcuni dei suoi 44 sistemi cingolati di lanciarazzi campali multipli M270 MLRS, di produzione statunitense, in Ucraina, come ha confermato il ministro alla Difesa britannico, Ben Wallace. Gli M270 saranno forniti con razzi M26, M26A1, M26A2 e M30/31 con raggio d’azione fino a quasi 80 chilometri (gli stessi impiegati sul ruotato HIMARS).
Londra ha confermato la fornitura è stata concordata con gli USA e che le truppe ucraine saranno addestrate nel Regno Unito per l’utilizzo di tali armi.
Semoventi Krab
Da Varsavia è previsto l’invio di 54/60 obici semoventi Krab da 155 mm per equipaggiare tre reparti d’artiglieria ognuno si 3 batterie da 6 obici come ha riferito l’agenzia di stampa Ukrinform.
Varsavia ha consegnato da pochi giorni 18 Krab che equipaggiano un reparto ucraino, dopo aver addestrato un centinaio di artiglieri, ma si appresta a produrre gli altri nello stabilimento di Huta Stalowa Wola nell’ambito di un contratto da 700 milioni di dollari che prevede le prime consegne tra pochi mesi con il completamento della commessa in un paio d’anni.
L’Esercito Polacco ha ordinato 170 Krab, in parte già in servizio, ed è possibile che per accelerare la commessa ucraina vengano girati direttamente a Kiev i mezzi in produzione per l’Esercito Polacco.
BMP-1 greci
Il 31 maggio il Cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha reso noto che la Germania fornirà alla Grecia un centinaio di veicoli corazzati per il trasporto truppe Marder 3 in sostituzione di un numero forse leggermente superiore di vecchi cingolati BMP-1 di costruzione sovietica che Atene acquisì in 155 esemplari dagli arsenali della ex Germania Est e oggi invierà all’Ucraina.
Come alcune nazioni europee orientali (Slovacchia, Rep. Ceca, Polonia…) anche la Grecia aveva condizionato l’invio di tali mezzi corazzati all’Ucraina alla loro sostituzione con surplus militare di tipo occidentale.
Atene del resto è già in trattative con Berlino per acquisire carri armati Leopard 2 e cingolati da combattimento Rheinmetall Lynx che prevedono un’ampia partecipazione dell’industria greca della Difesa. L’Esercito greco schiera già circa 250 tank Leopard 2A4/A6 e 520 Leopard 1A4/A5 ma deve rimpiazzare circa 100 decrepiti M60A3 statunitensi e 380 M48A5 di costruzione statunitense.
Tra i cingolati da combattimento trasporto truppe l’Esercito Greco annovera anche 450 cingolati Leonidas di produzione nazionale 2mila M113 in diverse versioni, questi ultimi troppo vecchi e vulnerabili per l’impiego in prima linea ma che potrebbero in parte venire resi disponibili per la cessione all’Ucraina che ha già ottenuto circa 300 M113 da Olanda, Danimarca, Portogallo e Stati Uniti.
Missili antinave RBS-17 svedesi
Anche Stoccolma, prossimo partner NATO, si appresta a fornire a Kiev missili leggeri antinave RBS-17 (impiegabili in postazioni mobili costiera contro piccole unità navali), altre 5.000 armi anticarro AT-4, lanciagranate, mitragliatrici da 12.7 mm, fucili di precisione e munizioni per un valore di circa 100 milioni di dollari.
Valutazioni
La fornitura di obici semoventi polacchi Krab conferma come le esigenze prioritarie ucraine in termini di artiglierie campali evidenzino il quasi totale annientamento, dopo 100 giorni di guerra, degli obici semoventi e trainati calibro 152 massicciamente presenti nell’arsenale di Kiev all’inizio del conflitto.
Perdite che stanno rapidamente trasformando l’Esercito Ucraino in una forza armata sempre più equipaggiata con dotazioni occidentali.
L’arrivo di lanciarazzi campali multipli come HIMARS e MLRS, pur con tutte le raccomandazioni e assicurazioni del caso per scongiurarne un impiego diretto a colpire obiettivi in territorio russo, comporta alcune potenziali criticità. I numeri limitati di mezzi forniti non sembrano in grado di influire pesantemente sulle operazioni pur aumentando gittata e precisione del fuoco di artiglieria ucraino.
I tempi per l’addestramento del personale ucraino appaiono troppo limitati per garantire un valido impiego dei sistemi d’arma a meno che non vi siano consiglieri militari o contractors anglo-americani che affiancano gli artiglieri ucraini in battaglia.
L’arrivo di nuovi sistemi di artiglieria (obici trainati, obici semoventi e lanciarazzi campali multipli) che si aggiungono ad almeno un’altra decina già forniti nell’ultimo mese dagli alleati incrementa “l’incubo logistico” rappresentato dalle difficoltà di manutenzione, impiego e alimentazione in termini di munizioni e pezzi di ricambio.
I lanciarazzi multipli campali forniti a Kiev con gittata compresa tra i 40 e gli 80 chilometri comportano un fattore di rischio per i paesi fornitori. Si tratta infatti di armi in grado di colpire il territorio russo dalle postazioni ucraine nel settore di Karkhiv o in altre aree del fronte.
E’ vero che le forze ucraine dispongono anche di proprie armi per colpire il territorio russo come i missili balistici OTR 21 Tochka (SS-21) ma è altrettanto vero che utilizzare per tali compiti armi occidentali potrebbe scatenare la minacciata reazione di Mosca.
Ampliare il conflitto coinvolgendovi la NATO non è nell’interesse di Mosca, Washington o delle cancellerie europee ma potrebbe rientrare negli interessi di Kiev, specie in caso di una disastrosa sconfitta nel Donbass in seguito alla quale l’allargamento della guerra potrebbe venire considerata a Kiev l’unica opzione per scongiurare il tracollo dell’Ucraina.
Foto: US DoD, British Army, Lockheed Martin, Esercito Polacco e Tank Enciclopedya.
Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli
Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.