La caduta di Lysychansk: si stringe la morsa russa su Slovyansk e Kramatorsk

 

 

La caduta di Lysychansk, l’ultima grande città dell’oblast di Luhansk ancora controllata dalle truppe di Kiev, potrebbe costituire una svolta nel conflitto in corso in Ucraina. A 131 giorni dall’inizio della “operazione speciale” russa il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, ha dichiarato ieri a Vladimir Putin che le sue truppe hanno stabilito il “pieno controllo” tanto su Lysychansk che sui diversi insediamenti vicini.

Le truppe ucraine sono state costrette al ritiro per evitare l’accerchiamento dopo che la caduta, nei giorni scorsi, della raffineria della città aveva minacciato di tagliare l’ultima strada utilizzabile per rifornire la guarnigione.

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Lo stato maggiore ucraino ha riconosciuti la necessità del ripiegamento sotto la minaccia di un completo  accerchiamento che avrebbe comportato “conseguenze fatali”.

Siamo riusciti a fare un ritiro centralizzato ed evacuare tutti i feriti”, ha detto il governatore del Luhansk, Sergey Haidai. “Abbiamo ritirato tutta l’attrezzatura, quindi da questo punto di vista il ritiro è stato organizzato bene”, ha aggiunto.

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Il governo ucraino aveva smentito ieri la caduta della città nonostante le immagini diffuse dai russi delle truppe di Mosca che festeggiavano la vittoria nel centro della città al fianco dei combattenti ceceni e della Repubblica Popolare di Luhansk.

Ieri pomeriggio il consigliere della presidenza ucraina Oleksiy Arestovych aveva poi ammesso che Lysychansk “potrebbe cadere in mani russe” e infine il presidente Volodymyr Zelensky ha riconosciuto in serata il ritiro promettendo la riconquista dei territori perduti.

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Lo Stato maggiore ucraino ha riferito che le forze russe stanno ora concentrando i loro sforzi sulla linea di Siversk (a metà strada tra Lysychansk e Sloviansk), Fedorivka e Bakhmut, nuova linea difensiva, arretrata più a ovest, nella regione di Donetsk. I russi in realtà manovrano per aggirare questa linea difensiva e puntare direttamente su Sloviansk (meno di 100 chilometri a ovest di Lysychansk) e Kramatorsk, colpite nelle ultime ore con maggiore intensità dai bombardamenti.

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Come ammesso dallo stesso comando militare di Kiev, i russi hanno oltrepassato il fiume Severskyi Donetsk “in direzione Kramatorsk”, il che significa probabilmente nell’area di Drovnika, con il rischio che l’ampliamento di questa testa di ponte consenta alle forze di Mosca provenienti da nord di attaccare da ovest Siversk compromettendo la nuova linea difensiva ucraina.

Nel settore meridionale della nuova linea difensiva ucraina vengono segnalati progressi anche verso Bakhmut, con le avanguardie russe a ormai dieci chilometri dalla cittadina. Sembra quindi concretizzarsi la grande manovra a tenaglia russa tesa a chiudersi su Sloviansk e Kramatorsk compromettendo la difesa ucraina dell’intero Donbass.

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“Nella direzione di Slovyansk, le unità nemiche stanno cercando di stabilire il controllo sugli insediamenti di Bogorodichne, Mazanivka e Dolyna con azioni d’assalto” – si legge nel rapporto dello stato maggiore ucraino.

Di fatto l’intero oblast di Luhansk è in mano ai russi che avanzano anche nelle aree ancora in mano ucraina nell’oblast di Donetsk. La conquista dei due territori amministrativi delle province ucraine costituisce uno degli obiettivi militari annunciati da mosca fin dal 24 febbraio nell’ambito della campagna per la liberazione del Donbass.

Kiev valuta vi siano almeno 8.000 civili ancora presenti a Severodonetsk e oltre 10.000 a Lysychansk ma è probabile che una parte rilevante della popolazione abbia preferito non abbandonare le proprie case in attesa dell’arrivo dei russi.

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Il presidente russo Vladimir Putin si è congratulato con le truppe russe per aver liberato la regione orientale di Luhansk. In un incontro con il ministro della Difesa Sergei Shoigu, Putin ha affermato che le truppe coinvolte nell’operazione dovrebbero riposare.

Il presidente russo ha anche assegnato la decorazione di “Eroe della Russia” a due generali: il maggiore generale Esedulla Abdulmuminovich Abachev, comandante del Secondo Corpo dell’esercito della Repubblica Popolare di Luhansk e il colonnello generale Alexander Lapin, comandante del Gruppo di Armate Centro.

“Le unità militari, incluso il Gruppo Est e il Gruppo Ovest, devono portare a termine le loro missioni secondo i piani approvati in precedenza”, ha sottolineato Putin. “Spero che nei loro settori tutto vada come è andato a Lugansk”.

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Secondo il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu “le perdite totali delle forze armate ucraine sono state di 5.469 persone”, nelle ultime due settimane di battaglia tra Severdonetsk e Lysychansk.  Il ministro ha aggiunto che le forze russe e Repubblica popolare di Luhansk durante i combattimenti hanno distrutto 196 carri armati e veicoli corazzati ucraini, 12 aerei e un elicottero, 69 droni, 6 sistemi missilistici antiaerei a lungo raggio e 97 lanciarazzi campali.

Sugli altri fronti bellici si segnalano nelle ultime 24 ore bombardamenti russi su Kharkiv, un raid missilistico su una base militare a Mykolaiv, dove Mosca valuta di colpito una base di “mercenari” dove 120 combattenti stranieri sarebbero rimasti uccisi.

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Da segnalare anche i raid ucraini sulla città russa di Belgorod, che Kiev non ha confermato e che secondo Mosca potrebbero essere stati effettuati con artiglieria fornita dagli alleati della NATO ma che più probabilmente ha visto l’impiego di missili balistici tattici Tocka (SS -21)e forse di droni.

Resta alta anche la tensione tra ucraina e Bielorussia dopo che a Minsk il presidente Lukashenko ha accusato Kiev di pesanti provocazioni militari. “Tre giorni fa, forse un po’ di più, gli ucraini hanno provato a colpire strutture militari sul territorio della Bielorussia. Ma il sistema di difesa aerea Pantsir è riuscito a intercettare tutti i missili che erano stati lanciati”.

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Le schermaglie tra Kiev e Minsk vanno avanti da settimane tra mobilitazione di truppe ai confini, proclami bellicosi e accesi toni propagandistici. Non esistono motivazioni plausibili per un allargamento della guerra alla Bielorussia anche se non si possono escludere valutazioni di respiro più ampio. Lukashenko potrebbe prendere in esame l’idea di aprire un nuovo fronte per facilitare il successo militare russo e passare all’incasso nei rapporti con Putin.

Al tempo stesso anche l’Ucraina potrebbe trarre vantaggi strategici da un attacco bielorusso, ad esempio evidenziando la necessità di un maggior sostegno e coinvolgimento della NATO al suo fianco.

 

Dubbi e certezze sui vertici militari russi in Ucraina

Alla vigilia della caduta di Lysychansk , il Capo dello stato maggiore delle Forze Armate russe, generale Valery Gerasimov, ha ispezionato le truppe impegnate nelle operazioni in Ucraina. Lo ha reso noto il 2 luglio il ministero della Difesa russo.

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“Il generale Valery Gerasimov ha ascoltato i rapporti dei comandanti sull’impiego delle forze negli obiettivi dell’operazione militare speciale e i rapporti di altri ufficiali sul sostegno alle azioni delle truppe russe in vari settori”, ha dichiarato il ministero senza aggiungere dettagli.

Il 26 giugno, la presenza del vice ministro della Difesa, generale Gennady Zhidko, al fianco del ministro Sergei Shoigu in visita nel Donbass ha dato il destro a voci e speculazioni circa possibili cambiamenti nei vertici militari che guidano le operazioni in Ucraina.

Il Conflict Intelligence Team ritiene che Zhidko sarebbe di fatto il nuovo comandante delle operazioni al posto del generale Aleksandr Dvornikov (nella foto sopra), assente dalla scena pubblica da settimane.

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L’analista militare americano Rob Lee è convinto che tale avvicendamento abbia avuto luogo mentre un altro esperto di vicende militari russe, Michael Kofman, valuta che sarebbe il generale Sergei Rudskoi (nella foto a lato) a guidare le operazioni in Ucraina.

Zhidko, che ha 56 anni, era stato nominato vice ministro della Difesa nell’autunno scorso lasciando il comando del Distretto Militare Orientale dopo aver avuto incarichi di rilievo nelle operazioni in Siria.

Il 25 giugno il Ministero della Difesa britannico rese noto che “dall’inizio di giugno c’è stato un importante scossone al comando dell’esercito russo che ha portato alla rimozione del comandante delle forze aerotrasportate, il generale Andrei Serdyukov (nella toto sotto), e del comandante del Distretto Militare Meridionale generale Alexandr Dvornikov.

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La Difesa britannica affermò che Dvornikov era probabilmente il comandante operativo delle forze schierate in Ucraina. Secondo la Difesa britannica è possibile che in tale ruolo Dvornikov sia stato avvicendato dal colonnello generale Sergei Surovikin, poiché il comando del sud continua a svolgere un ruolo centrale nell’offensiva russa nel Donbass.

Indiscrezioni sulle quali sembrano aver fatto un po’ di luce le notizie diffuse da Mosca a fine giugno che evidenziano i due comandanti delle forze russe impiegate in Ucraina.

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Secondo quanto annunciato dal ministero della Difesa, il Gruppo di Armate Sud, responsabile delle operazioni sui fronti di Mikolayv-Kherson e Zaporizhzhia è agli ordini del generale Sergey Surovikin, (nella foto sotto) alto ufficiale dell’Esercito posto al vertice delle Forze Aerospaziali (VKS, l’Aeronautica russa).

Surovikin è nato l’11 ottobre 1966 a Novosibirsk, ha guidato il Distretto Militare Orientale e dal marzo 2017 ha comandato il raggruppamento interforze di stanza in Siria nella fase finale della guerra contro lo Stato Islamico con la liberazione di gran parte del territorio della Siria, compresa le città di Deir ez-Zor, Mayadin e Abu Kamal, ultima roccaforte dello Stato Islamico.

Il Gruppo di Armate Centro, responsabile delle operazioni a Kharkiv e nel Donbass è invece posto al comando del colonnello generale Alexander Lapin (nella foto in coda all’articolo) comandante del Distretto Militare Centrale.

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Lapin è nato nel 1964 ed è al comando del Distretto Militare Centrale dal novembre 2017. Carrista ha guidato la 20a Divisione della Guardia e in seguito la 20a Armata della Guardia.

Tra il 2014 e il 2017 fu vice comandante del Distretto Militare Orientale venendo poi impiegato in Siria tra febbraio 2018 e gennaio 2019 come comandante delle forze russe per poi assumere il comando dell’Accademia Interforze.

Non è chiaro se Lapin mantenga attualmente anche il comando del Distretto Militare Centrale dopo aver assunto l’incarico di comandante del Gruppo di Armate Centro nelle operazioni in Ucraina.

Immagini: Ministero Difesa Russo, TASS, BBC, Gian Micalessin, Fausto Biloslavo e Ministero della Difesa Ucraino.

 

 

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