Rosoboronexport: Sukhoi Su-27/30 punta di diamante dell’export militare russo
Dal 2000 ad oggi, in poco più di vent’anni, sono circa 700 i caccia Sukhoi Su-27 e Su-30 (variante biposto multiruolo) che sono stati consegnati a clienti stranieri dalla JSC Rosoboronexport (parte della Rostech State Corporation); lo ha dichiarato in un’intervista all’agenzia TASS il CEO dell’azienda Alexander Mikheev.
Nel 2021 inoltre, il portafoglio ordini di Rosoboronexport è stato reintegrato con nuovi contratti per la fornitura di multiruolo Su-30SM.
Secondo Mikheev negli ultimi dieci anni la quota delle consegne di aerei russi sulle esportazioni totali è stata del 40-50% e allo stato attuale supera questa cifra; il motivo di questo successo risiede in primis nel fatto che i clienti hanno apprezzato molto che i motori, l’avionica, le armi, i sistemi e le unità degli aerei da combattimento siano esclusivamente di produzione russa.
«Ciò garantisce l’indipendenza degli Stati acquirenti dalle azioni sleali dei paesi terzi» – ha dichiarato Mikheev. «Allo stesso tempo, il principio dell’architettura aperta per la costruzione di avionica e complessi di armi implementabili nei caccia russi consente ai clienti stranieri, con la partecipazione del Sukhoi Design Bureau, di integrare i singoli sistemi di propria produzione nella loro composizione».
Un esempio su tutti il caccia Su-30MKI adattato alle esigenze dell’Indian Air Force che è stato citato proprio dal CEO di Rosoboronexport.
«Uno dei più noti operatori stranieri di caccia di tipo Su-30 è l’India, dove è stato implementato con successo il programma per la produzione su licenza di Su-30MKI che costituiscono la spina dorsale dell’Aeronautica Militare del Paese. Rosoboronexport, nell’ambito del programma “Make in India”, è pronta oggi a fornire kit tecnici aggiuntivi per l’assemblaggio del Su-30MKI e svolgere lavori congiunti sulla loro modernizzazione, inclusa l’integrazione delle ultime armi aviolanciabili, avioniche e altro ancora…»
«Nel prossimo futuro – ha proseguito Mikheev – l’efficacia di combattimento degli aerei russi rimarrà e la modernizzazione delle piattaforme è in corso come si vede chiaramente nel percorso [evolutivo] del Su-57.
In questo contesto è curioso che alcuni media occidentali lanciando alcuni proclami falsi sulla presunta “arretratezza tecnologica dei russi” tacciono sul fatto che spesso la semplice apparizione di caccia russi in cielo cambi la situazione nel teatro militare radicalmente e non a favore del nemico.»
D’altra parte come ha osservato Vladimir Artyakov, Vicedirettore generale della Rostech State Corporation, la supremazia aerea è uno dei fattori fondamentali in ogni confronto.
«Ecco perché prestiamo grande attenzione alla creazione di nuove piattaforme prestanti. Un tempo, il Su-27 è diventato un aereo tecnologicamente rivoluzionario e il capostipite di un’intera famiglia di velivoli eccezionali come il Su-30, il Su-34 e il Su-35. Oggi questi velivoli costituiscono la base delle Forze Aerospaziali russe e ogni giorno svolgono con successo compiti anche in condizioni molto difficili.»
Lo scorso 20 maggio ha segnato il 45° anniversario del primo volo di un prototipo del caccia Su-27 Flanker sviluppato dal Sukhoi Experimental Design Bureau; un progetto che ha gettato le basi per la famosa famiglia Su-27/Su-30 (Codice NATO “Flanker”).
Un velivolo che in meno di mezzo secolo ha costituito uno dei più grandi successi commerciali russi (venduto in Angola, Bielorussia, Armenia, Venezuela, Vietnam, India, Indonesia, Kazakistan, Cina, Malesia, Uganda, Venezuela e Algeria) ai danni non solo dei concorrenti occidentali ma persino nei confronti dei cugini del bureau MiG, un tempo protagonisti incontrastati dell’export sovietico.
Foto: Rosoboronexport, Ministero Difesa Russo e Aeronautica Indiana
Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli
Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.