La complicata radiazione dei MiG-21 Bison indiani

 

 

Oltre 400 caccia MiG-21 dell’Indian Air Force si sono schiantati negli ultimi 60 anni provocando la morte di oltre 200 piloti e 60 civili. L’ultimo tragico episodio è avvenuto lo scorso 28 luglio quando due piloti sono rimasti uccisi su un MiG-21 d’addestramento schiantatosi durante una sortita a Barmer, nel Rajasthan, mettendo ancora una volta in cattiva luce il famigerato aereo sovietico.

Il MiG-21, uno dei caccia più longevi e utilizzati al mondo ha ricevuto in India truci nomignoli come “il creatore di vedove” o la “bara volante” proprio a causa dei numerosi incidenti avvenuti dalla sua introduzione nell’Aeronautica Militare indiana dagli anni ’60.

Una fama che sembra accomunare i caccia di quel periodo: lo statunitense F-104 Starfighter godeva della medesima nomea anche se l’F-104 volava spesso per missioni ben diverse rispetto allo scopo originario per cui era stato progettato. Se in Italia lo Starfighter entrò in servizio nel 1969 e fu ritirato nel 2004, dopo 35 anni di servizio, il “Fishbed” indiano si appresta a raggiungere nel 2023 l’incredibile e irraggiungibile (per la sua categoria) traguardo dei 60 anni.

L’India ottenne il suo primo MiG-21 nel 1963 e da allora ha introdotto 874 esemplari (in diverse varianti) per rafforzare il suo potenziale da combattimento.

Oltre il 60% di questi sono stati costruiti in India da Hindustan Aeronautics Limited (HAL) e la metà dei MiG-21 “Made in India” si è schiantata uccidendo oltre 200 piloti.

Nel 2000 i MiG-21 indiani sono stati aggiornati con nuova avionica e nuove armi nella cosiddetta variante “Bison” (una versione aggiornata del MiG-21bis entrato in servizio nel 1976 che a sua volta aveva preso gradualmente il posto del MiG-21FL).

Il “Bison” è stato protagonista dell’ingresso delle donne pilota nell’IAF con l’ufficiale di volo Avani Chaturvedi, la prima donna pilota a completare un volo da solista sull’aereo nel giugno 2016.

È stato sempre col MiG-21 “Bison” che Abhinandan Varthaman avrebbe abbattuto (secondo il Ministero della Difesa di Nuova Delhi) un caccia F-16 del Pakistan nel 2019 per essere poi a sua volta abbattuto (secondo Islamabad) da un JF-17 Thunder pakistano.

Uno dei tanti incidenti dei MiG-21, che provocò l’accusa di negligenza e di errori in volo da parte della IAF rivolta al pilota deceduto con le vigorose proteste della madre che a suo volta replicò pubblicamente indicando come colpevoli di corruzione i vertici della IAF, furono addirittura d’ispirazione per il film drammatico “Rang De Basanti”.

Secondo gli esperti i MiG-21 hanno costituito fino a pochissimo tempo fa la quota maggioritaria dell’inventario dell’IAF e questo spiega in parte perché così tanti velivoli monomotore si siano schiantati nel corso dei decenni seguendo.

L’IAF nonostante l’ingresso dei più moderni MiG-29UPG, Su-30MKI e Mirage 2000 ha dovuto mantenere in servizio i MiG più a lungo a causa dei ritardi nell’introduzione di nuovi aerei da combattimento e della cronica mancanza di nuovi velivoli. Da anni infatti l’Aeronautica Indiana sta affrontando una seria crisi per mantenere un in servizio un numero adeguato di velivoli da combattimento.

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I ritardi nel programma indigeno Tejas, le controversie politiche sull’accordo del Rafale, gli incredibili ritardi e le procedure del concorso MMRCA e in generale i tira e molla su numerosi programmi di espansione e acquisti hanno fatto sì che i MiG-21 restassero in linea più a lungo del previsto.

Secondo alcuni rapporti interni il MiG-21 aveva addirittura completato il suo periodo di vita operativa già nella metà degli anni ’90 ma sembra destinato a restare in servizio fino a quando il Governo indiano non riuscirà ad accelerare seriamente l’acquisizione di nuovi aerei da combattimento.

Oggi l’IAF può contare su 32 squadroni da combattimento contro i 42 previsti e il numero potrebbe scendere a 28 squadroni entro il 2024-25 quando tutti i MiG-21 saranno gradualmente eliminati dagli ultin8 4 squadroni che li impiegano con 16-18 velivoli ognuno per un totale di almeno 70 MiG-21 “Bison” attualmente in servizio Secondo l’autorevole FlightGlobal 2022 i Bison disponibili sarebbero addirittura oltre 120.

Secondo il Times of India dunque, bisognerà aspettare il 2025 per mettere la parola fine ai MiG-21: – «Da quest’anno – secondo il quotidiano locale – i quattro squadroni saranno ridotti a tre già dal prossimo settembre per poi gradualmente giungere alla radiazione definitiva del MiG-21, nel 2025.

Un alto funzionario del ministero della Difesa ha rifiutato tuttavia di confermare o smentire il rapporto del Times of India, chiarendo solo a Reuters che le discussioni sul destino futuro dei MiG-21 sono ancora in corso.

Tuttavia, le affermazioni espresse esattamente un anno fa dal Capo di Stato maggiore dell’IAF, l’Air Chief Marshal Rakesh Kumar Singh Bhadauria, secondo cui i “Bison” sarebbero stati ritirati nei «successivi due-tre anni» sembra mostrare chiaramente che l’azione di procrastinare sia oramai una prassi tipica dell’Aviazione indiana, d’altra parte lo stesso Bhadauria era stato chiaro: – «Gli aerei obsoleti non sono sempre la causa degli incidenti: spesso le ragioni di questi episodi possono avere motivazioni diverse tra cui l’errore umano.»

Foto Aeronautica Indiana

 

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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