Mosca boicotta le aziende europee che assicurano assistenza ai velivoli ucraini

 

 

Lo scorso 14 luglio la portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova affermava che il suo Paese decideva di sospendere ogni permesso nella riparazione di elicotteri russi Mil presso le imprese bulgare e ceche a causa della partecipazione attiva di queste alla manutenzione dell’equipaggiamento militare ucraino e nella fornitura di armi occidentali a Kiev.

In quel contesto la Zakharova dichiarava appunto che: – «…è cessata la fornitura di servizi per la progettazione e il supporto tecnico di importanti revisioni di elicotteri Mil, servizi di invio di kit di manutenzione e documentazione, nonché la fornitura di pezzi di ricambio e componenti.»

Il giorno dopo si occupava della storia il Kommersant russo che provvedeva ad intervistare gli esperti e gli operatori di mercato, secondo cui era altamente improbabile che la decisione della Russia di vietare alle società della Repubblica Ceca e della Bulgaria di riparare gli elicotteri della famiglia Mil ne potesse interrompere la fornitura all’Ucraina.

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La motivazione risiedeva nel fatto che la disponibilità di un certificato di operatore aereo non è fondamentale per l’equipaggiamento militare e la grandissima flotta di Mi-8/17 nel mondo offriva grandi opportunità per l’acquisto di pezzi di ricambio aggirando la Federazione Russa.

Tre sono i centri tecnici individuati tra la Repubblica Ceca (ricordiamo Lom Praha) e la Bulgaria (con le società Terem-Letets e Avionams) considerati i più grandi d’Europa, ma in realtà non bisogna dimenticare altri grandi centri come quelli stanziati in Lituania (citiamo la Helisota) e la Slovacchia (con la storica LOTN).

Il servizio senza le garanzie e la supervisione del produttore secondo gli esperti avrebbe comportato certamente il rischio di guasti imprevisti, ma in realtà la cosa avrebbe riguardato più gli operatori civili (i soli Mil Mi-8/17 sono centinaia sparsi in ogni angolo del globo), che quelli militari.

Pochi giorni dopo a rispondere all’iniziativa russa era il portavoce dell’impresa statale LOM Praha, Pavel Lang, secondo cui l’azienda prevedeva un’azione simile da parte di Mosca e per questo motivo si era preparata con largo anticipo.

«Il passaggio rilevante della Federazione Russa non influisce in modo fondamentale sulle attività di LOM Praha. L’impresa statale ha già adottato una serie di misure a livello nazionale che garantiranno il proseguimento ininterrotto delle sue attività.» – aveva affermato Lang.

Gli elicotteri Mil nella Repubblica Ceca sono sotto la gestione dell’impresa statale LOM Praha che fornisce anche supporto tecnico per il ciclo di vita di queste macchine di fabbricazione russa per la NATO e l’Unione Europea.

«Per questo motivo possiamo non solo eseguire tutti i lavori di riparazione – ha proseguito il portavoce del Ministero della Difesa della Repubblica Ceca, Jiří Taborski – ma abbiamo anche una scorta sufficiente di pezzi di ricambio per poter proseguire questi lavori.»

In realtà la stessa LOTN già in passato ha sfruttato le sue competenze con alcuni operatori di Mi-17 africani (come ad esempio Burkina Faso e Ghana,), mentre la stessa LOTN è stata duramente criticata in passato dalla JSC Rosoboronexport per la manutenzione non autorizzata da Mosca dei Mi-17V-5 delle (ex) Forze Armate afghane.

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Ma la storia ha un seguito. Il 15 agosto, in occasione dell’apertura ufficiale del Salone Forum Army-2022, Dmitry Shugaev, Direttore del Servizio federale per la cooperazione tecnico-militare russo (FSVTS), ha annunciato ufficialmente che non solo la Russia avrebbe revocato le licenze per la riparazione di elicotteri alle imprese della Repubblica Ceca e della Bulgaria a causa della loro cooperazione con l’Ucraina, ma addirittura avrebbe sospeso anche la fornitura di pezzi di ricambio e componenti per l’aviazione (non solo dunque elicotteri) e di altre apparecchiature di produzione russa situate in paesi ostili che hanno partecipato direttamente e indirettamente al supporto delle forze di Kiev.

Per questo motivo, ha osservato Shugaev, Mosca ha inviato note ufficiali agli Stati che hanno annunciato il trasferimento di prodotti militari russi al regime di Kiev in merito all’inammissibilità di tali azioni. Shugaev ha anche affermato che il Servizio deve far fronte a casi di inadempimento da parte di vari paesi degli obblighi relativi a casi illegali di riesportazione di armi russe e sovietiche in Ucraina.

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«Un esempio lampante è il trasferimento illegale da parte degli Stati Uniti (con passaggio intermedio presso la slovacca LOTN) all’Ucraina di elicotteri di fabbricazione russa Mil Mi-17 precedentemente costruiti e consegnati in Afghanistan, contrariamente a tutte le norme del diritto internazionale nel campo del controllo degli armamenti convenzionali.»

Il direttore dell’FSVTS ha osservato che il dipartimento ha un meccanismo per contrastare tali forniture illegali e lo sta utilizzando attivamente, anche se, ha osservato Shugaev «dobbiamo capire che non possiamo imporre restrizioni alla riesportazione di tutte le armi e le attrezzature ex-sovietiche».

Ad ogni modo è inevitabile che, autorizzazioni o meno, la Guerra tra Mosca e Kiev possa produrre seri contraccolpi sulle riparazioni dei velivoli di fabbricazione russa operanti nelle Forze Armate di molti paesi nel mondo: al di là delle scorte tecniche è molto probabile che il conflitto e le contromisure russe possano avere effetti controproducenti nell’operatività delle flotte di numerose nazioni.

Foto Russian Helicopters e Forze Aeree Afghane

 

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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