Mosca sospende le ispezioni ai siti nucleari russi previste dal Trattato START
Il ministero degli Esteri russo ha confermato ieri in un comunicato l’esclusione temporanea delle proprie installazioni dalle ispezioni previste nel Trattato per la riduzione delle armi strategiche (START), firmato con gli Usa negli anni Novanta.
Mosca ha giustificato l’iniziativa con il fatto che Washington cercherebbe di strumentalizzare le ispezioni per ottenere vantaggi unilaterali, aggiungendo che gli Usa impediscono alla Russia di effettuare ispezioni nelle installazioni statunitensi.
“Il nostro obiettivo è eliminare una situazione così inaccettabile e assicurare che tutti i meccanismi di START operino in stretta conformità con i principi di parità e di uguaglianza delle parti, come era implicito quando venne concordato ed entrò in vigore il trattato”, ha comunicato il ministero sottolineando che questa problematica ha origine nel taglio delle comunicazioni aeree con la Russia ad opera di gran parte delle potenze occidentali, inclusi gli Usa, come misure di sanzione in risposta alla guerra in Ucraina.
Mosca ha assicurato di aver portato all’attenzione degli Usa questa situazione, senza aver ricevuto risposta. “Sorgono difficoltà aggiuntive per gli ispettori russi e i membri degli equipaggi degli aerei russi che viaggiano verso gli Usa a causa dell’indurimento del regime dei visti nei Paesi di transito lungo le possibili rotte”, secondo Mosca.
“Gli ispettori Usa e i membri degli equipaggi Usa non sperimentano queste difficoltà”, continua il ministero. Pertanto la Russia ha deciso di escludere le installazioni da possibili ispezioni, attendendo che Washington si attivi per favorire una soluzione, senza la quale la Russia non contempla la possibilità di riallacciare i controlli delle installazioni.
La Russia non vede solo gli ostacoli alle sue ispezioni come il principale problema attuale, ma ritiene che altri fattori esterni, come “il rinnovato tasso di incidenza del coronavirus negli Usa” costituiscano un freno all’attuazione completa del trattato START.
“Nelle circostanze attuali, le parti dovrebbero abbandonare i tentativi deliberatamente controproducenti di accelerare artificialmente la ripresa dell’attivazione delle ispezioni di START e concentrarsi nello studio esaustivo di tutti i problemi esistenti in questa area, la cui soluzione permetterebbe di tornare alla piena applicazione di tutti i meccanismi del trattato il prima possibile”, continua la nota del ministero guidato da Sergey Lavrov.
Il governo ha sottolineato che la decisione è “temporanea” e che è “totalmente impegnato” nel rispettare le disposizioni del trattato START, che considera “lo strumento più importante per mantenere la sicurezza e la stabilità internazionale”.
Il trattato START venne firmato nel 1991 da George W. Bush e Mikhail Gorbacev. Nell’aprile 2010 l’accordo venne rimpiazzato dal nuovo trattato START, firmato dai presidenti di Usa e Russia all’epoca, Barack Obama e Dmitri Medvedev. L’accordo, che vige in virtù di una proroga firmata nel 2021, scadrà nel 2026. Il presidente americano Joe Biden si è mostrato disposto a negoziare un nuovo accordo per controllare gli armamenti che sostituisca lo START.
(con fonte Adnkronos)
Foto TASS
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