Dopo i paesi arabi la Siria riapre le relazioni anche con Turchia e Hamas
Il direttore dell’intelligence turca Hakan Fidan e il suo omologo siriano Ali Mamluk hanno nelle ultime settimane intensificato gli incontri nel quadro di un graduale riavvicinamento tra i governi turco e siriano dopo che la guerra civile in atto dal 2011 ha visto Ankara sostenere le milizie jihadiste contro il regime di Bashar Assad.
Lo riferiscono oggi media panarabi, che citano “fonti mediorientali vicine a Damasco” interpellata da organi di stampa internazionali. Secondo le fonti, Hakan e Mamluk hanno avuto “diversi incontri” nelle ultime settimane, tra cui una riunione svoltasi a Damasco la scorsa settimana.
Negli incontri tra Fidan e Mamluk, affermano le fonti, i due rappresentanti turco e siriano hanno discusso di come preparare una riunione tra i ministri degli esteri di Ankara e di Damasco nelle prossime settimane.
Da settimane una serie di dichiarazioni di esponenti istituzionali turchi e russi hanno confermato la possibilità di un disgelo tra i due paesi, incoraggiato con forza da Mosca, alleato di ferro di Damasco.
Negli ultimi 10 anni Erdogan ha definito più volte Assad un terrorista affermando che non sarebbe stato possibile ottenere la pace in Siria finché il presidente siriano sarebbe rimasto al potere.
Assad ha del resto sempre accusato Erdogan di aver occupato territori siriani e di alimentare l’insurrezione dei terroristi jihadisti.
Proprio nelle ultime ore il presidente turco Tayyep Recep Erdogan, citato dai media turchi, ha affermato di esser stato disponibile a incontrare Assad qualora quest’ultimo avesse partecipato al vertice di Samarcanda (Uzbekistan), dell’Organizzazione per la Sicurezza di Shangai (SCO).
L’editorialista Abdulkadir Selvi sul quotidiano turco Hurriyet ha scritto che Erdogan avrebbe dichiarato durante una riunione del partito AKP a porte chiuse lo scorso 12 settembre “vorrei che Assad fosse venuto in Uzbekistan, gli avrei parlato.
Ma non può venire”, avrebbe affermato Erdogan. “l governo siriano sta riprendendo i rapporti non solo con molte nazioni arabe ma anche col movimento palestinese Hamas.
Dopo 10 anni di gelo, Hamas ha infatti annunciato il 17 settembre l’intenzione di “ripristinare i legami con la Siria nell’interesse della Nazione araba e della Nazione islamica, nonché della causa palestinese”.
Questo sviluppo, precisa un comunicato ufficiale di Hamas, è legato fra l’altro “ai continui attacchi israeliani contro il fraterno stato siriano, che includono bombardamenti, uccisioni e progetti spartizione del Paese. La Siria – rileva il testo di Hamas – ha sostenuto per decenni il popolo palestinese e le fazioni della resistenza”.
Un riconoscimento della rilevanza del ruolo politico di Assad che giunte dopo che gli uffici di Hamas a Damasco furono chiusi nei mesi successivi all’inizio della guerra civile, nel 2011.
Foto SANA e Anadolu
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