Omicidio Dugina: l’intelligence USA accusa il governo ucraino
(aggiornato alle ore 18,20)
L’intelligence statunitense ha reso, noto attraverso rivelazioni fornite al New York Times, di aver appurato il coinvolgimento di parti del governo ucraino nell’uccisione della figlia del filosofo nazionalista russo, Aleksandr Dugin, Darya Dugina (nella foto sopra), avvenuta ad agosto nei pressi di Mosca. di cui Analisi Difesa si è occupata con un editoriale il 24 agosto scorso.
Gli apparati d’intelligence americani hanno inoltre sottolineato che “non hanno preso parte all’attentato, né fornendo informazioni né altre forme di assistenza”, facendo quindi intendere che l’obiettivo delle rivelazioni al quotidiano avevano proprio l’obiettivo di sottolineare l’estraneità dei servizi segreti di Washington (che cooperano strettamente con Kiev) dall’omicidio.
Hanno anche detto che gli Usa non erano a conoscenza dell’operazione in anticipo e si sarebbero opposti all’omicidio se fossero stati consultati. In seguito, i funzionari americani hanno ammonito gli ucraini per quanto accaduto.
L’articolo ha sollevato qualche reazione a Mosca dove il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha auspicato che “non sia un tentativo dei colleghi americani, avendo alcune informazioni, di sollevarsi dalla responsabilità di preparativi per futuri atti terroristici in cui lo Stato ucraino e il regime ucraino possono impegnarsi”.
Nessun commento da parte della Casa Bianca mentre un funzionario ucraino ha detto alla CNN che le rivelazioni sull’omicidio di Darya Dugina non sono state discusse durante un incontro a Istanbul, all’inizio di questa settimana, tra il Consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, e il capo di stato staff di Zelensky, Andriy Yermak.
Non è chiaro se la questione sia stata sollevata più recentemente dal presidente Joe Biden nella telefonata con Zelensky del 4 ottobre. Ad agosto Oleksii Danylov, segretario del Consiglio di sicurezza nazionale ucraino, aveva immediatamente negato l’accusa: “Non abbiamo nulla a che fare con l’omicidio di questa signora – questo è il lavoro dei servizi speciali russi”.
Negli stessi giorni Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha anche affermato che l’accusa russa rifletteva il “mondo immaginario” in cui opera il governo russo.
“Gli Stati Uniti – si legge nell’articolo del New York Times – si preoccupano che tali attacchi, sebbene di alto valore simbolico, possano avere un impatto diretto sul campo di battaglia e possano indurre Mosca a compiere altri attacchi contro alti funzionari ucraini”. Inoltre, si legge, “i funzionari americani hanno espresso il proprio disappunto per la mancanza di trasparenza dell’Ucraina sui suoi piani militari, specialmente sul suolo russo”.
Curioso che queste rivelazioni da parte dell’intelligence statunitense al New York Times sull’omicidio di Darya Dugina siano emerse alla vigilia dell’attentato al Ponte di Crimea, effettuato a quanto sembra dai sabotatori dei servizi segreti ucraini. Attacco da cui gli USA hanno tutto l’interesse a prendere le distanze.
(con fonte AGI)
Foto: TASS e Polizia di Mosca
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