“Fare squadra per lavorare”: Rheinmetall Italia allarga la platea dei fornitori

 

 

Per restare competitivi non “occorre lavorare per fare squadra ma bensì fare squadra per lavorare”.  La frase pronunciata dall’amministratore delegato di Rheinmetall Italia, Alessandro Ercolani, riassume il significato dell’iniziativa che martedì 22 novembre ha riunito presso la sede romana di Rheinmetall Italia una trentina di aziende e PMI e osservatori del comparto industria della Difesa.

l’evento “Prospettive e Supply Chain Growth” è stato organizzato dall’azienda, appartenente al Gruppo Rheinmetall AG e leader mondiale nello sviluppo e nella produzione di sistemi elettronici e di difesa aerea a corto e medio raggio, in collaborazione con AIAD (Federazione Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza) a favore della supply chain, in particolar modo delle Piccole e Medie Imprese del territorio e nazionali.

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Hanno introdotto i lavori Paola Riosa, coordinatore del settore Difesa della Federazione e il CEO di Rheinmetall Italia, Alessandro Ercolani (insieme nella foto d’apertura), che ha ricordato nella Suo intervento l’importanza delle relazioni tra l’azienda e le società della propria catena di fornitura: partner del business e attori imprescindibili per integrare capacità tecnologiche all’avanguardia in un modello virtuoso di ricerca, di progettazione e di sviluppo di piattaforme e sistemi sempre più performanti e in grado di rispondere ai requisiti e alle esigenze più stringenti delle forze armate mondiali.

Il tutto attraverso un metodo concettuale e una strategia che consentono a Rheinmetall un miglioramento continuo e un tempo, dalla produzione ai test finali, estremamente contenuti rispetto allo standard per lo stesso segmento.

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Rheinmetall (secondo gruppo tedesco per investimenti in Italia dopo il brand della grande distribuzione Lidl), ha offerto da tempo la disponibilità a rilevare (in parte e successivamente anche in toto) l’ex Oto Melara posta in venduta da Leonardo con un ambizioso progetto di crescita per ricoprire un ruolo da protagonista in un “polo terrestre” dell’industria della Difesa con cui puntare alla commessa per il nuovo veicolo cingolato da combattimento dell’Esercito Italiano.

Un programma che prevede la realizzazione di 570 mezzi e che vede Rheinmetall proporre il KF-41 Lynx già acquisito dall’Ungheria e in gara o proposto a molte altre nazioni inclusi Stati Uniti e Australia (dove oggi è stato annunciato il rinvio della decisione su quale veicolo scegliere per sostituire i vetusti M-113 tra i due finalisti: il Lynx di Rheinmetall e il sudcoreano Hanwha Redback).

L’obiettivo dell’incontro del 22 novembre era raccogliere la disponibilità di aziende italiane a entrare nella filiera di Rheinmetall Italia (1.500 dipendenti) che comprende già diversi fornitori.

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L’incontro si è sviluppato con gli interventi tecnici di Giuseppe Gasparini, Responsabile Vendite Italia, Eugenio Di Giulio, Direttore del Procurement, Gaetano Mazzitelli, Direttore della Qualità e di Filippo Scarante, Direttore Relazioni Istituzionali di Rheinmetall Italia che hanno inoltre risposto alle domande degli intervenuti.

Al di là dell’indubbio significato tecnico e propositivo, teso ad allargare la platea di fornitori, l’iniziativa di Rheinmetall Italia assume una evidente valenza di politica industriale specie in una fase in cui l’Italia è chiamata a prendere in tempi brevi decisioni circa i nuovi veicoli da combattimento per la componente meccanizzata dell’Esercito e circa il futuro dell’ex Oto Melara (e dell’ex WASS).

In quest’ottica l’incontro del 22 novembre ha evidenziato la postura che Rheinmetall Italia vuole assumere attraverso collaborazioni con partner e fornitori a conferma della strategicità del settore terrestre per la sicurezza nazionale.

@GianandreaGaian

Foto: Rheinmetall Italia SpA

 

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Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli

Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

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