Fonti USA rivelano l’accordo per produrre in Russia i droni-kamikaze Shahed-136/Geran-2

 

 

Mosca avrebbe raggiunto un accordo con Teheran per produrre in Russia le munizioni circuitanti (loitering munitions o droni-kamikaze) Shahed- 136 impiegati nella guerra in Ucraina in territorio russo. Lo ha scritto il Washington Post citando fonti di intelligence americane e occidentali, secondo cui funzionari russi e iraniani avrebbero finalizzato l’accordo durante un incontro in Iran all’inizio di novembre.

I due Paesi si starebbero muovendo rapidamente per trasferire i progetti e i componenti chiave che potrebbero consentire l’avvio della produzione entro pochi mesi, hanno dichiarato tre fonti a conoscenza della questione. Acquisendo una propria catena di assemblaggio, Mosca potrebbe aumentare il proprio arsenale di sistemi d’arma relativamente poco costosi ma altamente distruttivi che, nelle ultime settimane, hanno cambiato il carattere del conflitto ucraino.

Per Mosca, l’accordo potrebbe venire incontro alla necessità di munizioni di precisione a lungo raggio a costi più competitivi dei missili da crociera, offrendo al contempo vantaggi economici e politici all’Iran che avrebbe già ricevuto 24 caccia Sukhoi Su-35 (ne sarebbero arrivati addirittura 60 secondo fonti iraniane) con cui rimodernare la datata flotta di velivoli da combattimento della repubblica islamica.

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Se i velivoli senza pilota fossero prodotti in territorio russo, Teheran potrebbe pensare di evitare ulteriori misure sanzioni occidentali sottolineano i funzionari dell’intelligence.  I dettagli dell’accordo Iran-Russia sono stati definiti durante l’incontro a Teheran di inizio novembre tra le delegazioni militari e industriali per definire i dettagli dell’accordo.

Un’altra delegazione separata, guidata dal segretario del Consiglio di Sicurezza russo Nikolai Patrushev, si è invece recata a Teheran il 9 novembre per discutere anche delle sanzioni economiche e delle “interferenze occidentali” negli affari dei rispettivi governi. Uno dei funzionari informati sull’accordo segreto ha descritto “uno sforzo aggressivo” da parte di entrambi i Paesi per facilitare la produzione di droni di progettazione iraniana in Russia.

“Si sta procedendo rapidamente dal processo decisionale all’attuazione. Il processo sta avanzando velocemente ed è molto rapido” ha detto una fonte del Washington Post riferendosi alla produzione in Russia delle munizioni circuitanti Shahed 136 prodotti dall’Iran Aircraft Manufacturing Industries Corporation (HESA) e impiegati dai russi col nome di Geran-2.

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L’ipotesi più probabile è che le loitering munitions vengano realizzate da aziende come ZALA (Gruppo Kalashnikov Concern) che già produce la munizione circuitante Lancet che pare stia ottenendo ampi successi sui fronti bellici in Ucraina ma ha un raggio d’azione limitato a poche decine di chilometri.

Come ammesso il mese scorso dallo stato maggiore russo, l’industria nazionale non è riuscita a produrre armi del genere con un raggio d’azione più ampio, di alcune centinaia di chilometri, rendendo necessario per Mosca rivolgersi ai prodotti iraniani.

Le indiscrezioni fornite al Washington Post hanno l’evidente obiettivo di sostenere una politica statunitense più dura nei confronti dell’Iran con l’accusa di armare i russi per colpire obiettivi in Ucraina.

Un portavoce iraniano ha riconosciuto che l’Iran e la Russia hanno “mantenuto una cooperazione bilaterale in materia di difesa, scienza e ricerca, che precede l’inizio del conflitto ucraino”. Aspetto peraltro già noto da tempo e ammesso dall’Iran già a inizio novembre.

 

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