Efficacia e limiti dei nuovi pacchetti di aiuti militari occidentali all’Ucraina

 

 

Nuove armi e veicoli corazzati, missili antiaerei e stanziamenti in denaro. L’Occidente continua a varare pacchetti di aiuti militari cercando di presentare le nuove forniture come “una svolta” in termini qualitativi del supporto bellico fornito fino ad oggi a Kiev. Al di là delle dichiarazioni e dei numeri non mancano perplessità e riserve.  Il Pentagono ha svelato la composizione del pacchetto di oltre 3,1 miliardi di dollari di capacità militari stanziato per aiutare l’Ucraina.

“La guerra in Ucraina è a un punto critico in questo momento, e dobbiamo fare tutto il possibile per aiutare gli ucraini a continuare a resistere all’aggressione russa”, ha detto Laura Cooper, vice segretario aggiunto alla difesa per Russia, Ucraina ed Eurasia.

Si tratta di 2,85 miliardi provenienti dal prelievo autorizzato dalla Casa Bianca di attrezzature dalle scorte delle forze armate a cui si aggiungono ulteriori 225 milioni di dollari stanziati nell’ambito del programma Foreign Military Sales per “contribuire alla capacità a lungo termine e alla modernizzazione delle forze armate ucraine£, ha affermato Cooper (nella foto sotto)

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L’elenco completo delle attrezzature militari che gli USA stanno trasferendo all’Ucraina come parte di un nuovo pacchetto da 3,75 miliardi di dollari:

– 50 veicoli da combattimento cingolati M2 Bradley con 500 missili anticarro TOW e 250mila munizioni per i cannoni da 25 mm;
– 100 veicoli corazzati trasporto truppe  M113;
– 55 veicoli blindati (MRAP);
– 138 veicoli 4×4 tattici HMMWV;
– 18 semoventi di artiglieria da 155 mm M109 Paladin e 18 veicoli ausiliari;
– 70.000 proiettili di artiglieria da 155 mm;
– 500 proiettili di artiglieria Excalibur da 155 mm ad alta precisione;
– 1000 proiettili di artiglieria da 155 mm RAAM;
– 36 obici trainati da 105 mm con 95.000 proiettili:
– 10.000 proiettili da mortaio da 120 mm;
– razzi per i sistemi M142 HIMARS;
– missili antiaerei RIM-7 “Sea Sparrow”

– 4000 razzi Zuni aria-aria e aria-terra non guidati da 127 mm;
– circa 2000 missili anticarro;
– fucili di precisione, mitragliatrici e relative munizioni;
– Mine antiuomo Claymore;
– dispositivi per la visione notturna e altre ottiche;
– pezzi di ricambio e altre attrezzature.

“Queste capacità integreranno e lavoreranno con l’ampliamento dell’addestramento condotto dagli Stati Uniti a partire da questo mese, che rafforzerà la capacità dell’Ucraina di condurre manovre congiunte e operazioni combinate”, ha affermato Cooper. “Faremo in modo che l’Ucraina disponga sia delle attrezzature che delle competenze necessarie per sostenere i suoi sforzi per respingere l’aggressione russa”.

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L’annuncio principale riguarda i 50 veicoli da combattimento Bradley M2-A2 per l’esercito ucraino. Non si tratta dei “carri armati” annunciati da molti media occidentali ma certo della prima consegna a Kiev di mezzi corazzati da combattimento di produzione occidentale se si escludono le diverse varianti degli M113 forniti già dall’estate scorsa da molte nazioni NATO.

I Bradley sono sufficienti a equipaggiare un battaglione di fanteria meccanizzata e sono già presenti in Europa assegnati ai reparti dell’US Army stanziati nel Vecchio Continente.

I tempi di consegna potrebbero essere quindi brevi ma non i tempi di addestramento all’impiego e alla manutenzione degli M-2 da parte di tecnici, equipaggi e meccanici ucraini. L’US Army schiera circa 4.500 M-2, numero che consente di attuare ampie cessioni agli ucraini pur tenendo conto che il velivolo corazzato è ancora impiegato dai reparti corazzati e meccanizzati di prima linea.

Anche Berlino, dopo mesi di dibattito, ha sciolte le riserve accettando di consegnare all’Ucraina entro marzo 40 cingolati da combattimento per la fanteria Marder, da tempo radiati dai ranghi dell’esercito tedesco che ne schiera circa 380 in fase di sostituzione con i nuovi Puma.

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Il portavoce del governo federale, Steffen Hebestreit, ha precisato che l’addestramento delle forze ucraine all’impiego di tali mezzi durerà otto settimane.

La Germania ha inoltre accettato di fornire a Kiev anche una batteria di missili da difesa aerea a lungo raggio Patriot, che si aggiungerà a quella già offerta dagli Stati Uniti: fornitura che il mese scorso era stata oggetto di forti pressioni polacche sul governo tedesco. Anche per i Patriot tedeschi i tempi per addestrare le forze ucraine al loro impiego richiederanno però diversi mesi.

“Ringrazio il cancelliere Scholz per la decisione di consegnare una batteria di missili antiaerei Patriot all’Ucraina. Insieme al sistema Iris-T precedentemente consegnato e ai Gepard, la Germania sta dando un importante contributo all’intercettazione di tutti i missili russi!” ha scritto su Twitter il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

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Sulla stessa piattaforma social il presidente francese Emmanuel Macron ha confermato il prossimo invio in Ucraina di “veicoli corazzati da combattimento leggeri”, già annunciato nel corso di una telefonata a Zelensky.Si tratta di veicoli ruotati 6×6 AMX-10 RC armato con un cannone da 105 mm.

Non è stato specificato il numero di AMX-10RC che verranno consegnati ma è presumibile si tratti di una quarantina di unità poiché l’Armèe de Terre sta rimpiazzando questi veicoli in servizio fin dagli anni ’80 e presente in circa 250 esemplari con il nuovo blindato EBRC Jaguar di cui sono stati consegnati finora 38 esemplari.

Quanto alle nuove forniture italiane oggi il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani, in un’intervista al Corriere della Sera, ha riferito che “il sesto pacchetto di difesa è ancora da perfezionare, come previsto non ci sarà alcun invio prima di un’informazione al Parlamento. Stiamo discutendo anche con i francesi per perfezionare dal punto di vista tecnico l’invio di sistemi di difesa aerea che si basano su tecnologie congiunte fra Roma e Parigi”. Un chiaro riferimento ai sistemi SAMP/T di cui Italia e Francia si appresterebbero a fornire a Kiev una batteria ciascuna: anche in questo caso i tempi di addestramento del personale ucraino potrebbero rivelarsi lunghi.

 

Qualche valutazione

Le nuove forniture amplificheranno le capacità operative degli ucraini ma solo a patto che l’addestramento all’impiego e alla gestione manutenzione dei nuovi sistemi d’arma sia eccellente.

In un conflitto che impone gravi perdite anche ai mezzi impiegati, tra distrutti, danneggiati e usurati, l’esercito ucraino non può riuscire a far fronte all’incubo logistico, addestrativo e di comando e controllo che deve affrontare gestendo così tante tipologie di armi e mezzi di tipo occidentale come di tipo russo/sovietico.

In seguito alle forniture egli alleati le forze terrestri di Kiev schierano oggi approssimativamente:

  • 11 tipi di lanciarazzi campali multipli (MLRS)
  • 12 tipi di obici semoventi da 122, 152, 155 e 203 mm
  • 13 tipi di obici trainati nei calibri 105, 122. 152, 155 e 203 mm
  • 19 tipi di veicoli cingolati
  • 14 tipi di veicoli ruotati
  • 38 tipi di veicoli multiruolo protetti 4×4
  • 20 tipi di sistemi missilistici antiaerei (più altri 8 spalleggiabili)
  • 11 tipi di missili anticarro

Gestire logistica, manutenzioni e riparazioni di una così vasta e variegata tipologia di sistemi d’arma sarebbe arduo anche in condizioni di pace ma farlo nell’ attuale situazione dell’Ucraina, dove la distruzione delle infrastrutture industriali ed energetiche è divenuta capillare, significa accettare il fatto che l’operatività dei diversi sistemi d’arma resta limitata nel tempo e pure nei numeri costringendo a utilizzare diversi esemplari per la cannibalizzazione.

La necessità di istituire centri logistici nei paesi NATO di confine allunga le distanze tra il fronte e le officine mentre l’intenso impiego di armi e munizioni ha reso in breve tempo non operativi molti obici trainati o semoventi a causa della carenza di cingoli, pezzi e canne di ricambio.

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In questo contesto 50 Bradley, 40 Marder (nella foto sopra) e altrettanti AMX-10RC rappresenteranno forse un salto di qualità per le forze ucraine ma diverranno operativi in tempi ragionevoli e per quanto tempo lo resteranno?

Anche sul fronte della difesa aerea le offensive russe che colpiscono in profondità il territorio ucraino mirano anche a colpire i centri di difesa aerea e a far consumare molti missili al nemico.

Per questa ragione l’’arrivo di sistemi più sofisticati e costosi come i Patriot e i SAMP/T potrà avvenire in tempi rapidi solo impiegando personale occidentale (peraltro molto interessato a valutare le performance di questi missili contro le armi russe): attendere la formazione completa degli ucraini potrebbe significare aspettare molti mesi, col rischio di trovarsi di fronte a una situazione militare molto diversa da quella attuale.

Occorre poi chiarire che i nuovi sistemi di difesa a lungo raggio saranno considerati obiettivi prioritari dai russi poiché incrementeranno sensibilmente il raggio d’azione delle difese aeree ucraine ma avranno piena efficacia solo se potranno disporre di molti missili. Aspetto non irrilevante tenuto conto che americani ed europei devono già fare i conti con le notevoli quantità di armi girate agli ucraini e sottratte alle loro riserve.

@GianandreaGaian

Foto: US DoD, Bundeswehr e Armèe de Terre

 

 

 

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Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

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