Lo Spazio è sempre più strategico per la supremazia geopolitica e militare

 

 

L’esplorazione dello Spazio è un’attività a cui l’uomo si dedica da decenni. Nel 1957 fu lanciato lo Sputnik, il primo satellite e nel 1961 dalla base spaziale Bajkonur in Kazakistan, decollava la Vostok 1, prima navicella spaziale con equipaggio umano.

Ad oggi sono stati lanciati circa 11.000 satelliti, ed altri 70.000 potrebbero essere lanciati nelle prossime decadi. Molte attività umane si sono spostate nello Spazio, che sta diventando sempre più congestionato, basti pensare che i satelliti vengo utilizzati per:

  • Telecomunicazioni (premettono di comunicare da ogni angolo della terra, mari ed oceani compresi)
  • Osservazione della Terra (dal controllo dei confini allo studio preventivi di fenomeni migratori)
  • Posizionamento Globale (per sistemi di difesa e velivoli civili)
  • Utilizzi scientifici (per lo sviluppo della supremazia scientifica)

Agli albori, tutte le attività spaziali sono state condotte o finanziate dal settore pubblico, ma l’ultimo decennio ha visto crescere gli investimenti privati. Alcuni governi stanno incoraggiando l’attività spaziale privata (Space economy) anche per promuovere rivendicazioni “territoriali” nazionali, per favorire lo sviluppo scientifico tecnologico, e sostenere la nascita di nuovi posti di lavoro.

Le attività che più interessano la Space economy si stanno sviluppano nella zona dell’orbita terrestre bassa (LEO: Lowe Earth Orbit), questo permette di supportare, oltre al business di aziende e start-up interessate, anche lo sviluppo ed il rafforzamento delle forze armate garantendo una presenza che può facilmente essere orientata alla Difesa, assicurandosi nello stesso tempo una supremazia geopolitica.

I più attivi nel lancio di satelliti sono gli Stati uniti, come si evince dal grafico qui sotto.

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Solo la Statunitense SpaceX, società privata detenuta da Elon Musk, detiene 1.655 satelliti che rappresentano il 36% di quelli in orbita attorno alla Terra, più di un terzo del totale dei satelliti. La concorrenza si sta intensificando in nuove dimensioni e aree geografiche, come evidente nella militarizzazione e armamento dello spazio e negli sviluppi nel cyberspazio, dove continueranno a crescere le già acute tensioni tra i governi.

Per quanto concerne i satelliti, sostanzialmente esistono 4 aree di interesse strategico:

  • Controllo delle possibili collisioni
  • Sviluppo di armi anti-satellite
  • Sviluppo di armamenti ipersonici
  • Osservazione della terra

Una delle conseguenze più rilevanti dell’attività spaziale accelerata è un rischio più elevato di collisioni che potrebbero portare a una proliferazione di detriti spaziali e avere un impatto sulle orbite che ospitano le infrastrutture per i sistemi chiave sulla Terra, danneggiare preziose apparecchiature spaziali o innescare tensioni.

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Collisioni che potrebbero essere causate da oggetti vacanti (vecchi satelliti o parti di satelliti ormai non più in servizio), oppure detriti risultanti dall’utilizzo di armamenti anti-satellite.

Nel novembre 2021, la Russia, avendo condotto un test con armamenti di questo tipo su un suo satellite, ha creato detriti significativi che hanno messo in serio pericolo gli astronauti che erano in missione sulla Stazione Internazionale Spaziale, dedicata alla ricerca scientifica e gestita come progetto congiunto da cinque diverse agenzie spaziali: la statunitense NASA, la russa RKA, l’europea ESA, la giapponese JAXA e la canadese CSA-ASC.

Altri paesi hanno condotto test simili, sollevando lo spettro di eventi ripetuti da altre nazioni, il che aumenterebbe considerevolmente il problema dei detriti spaziali.

La terza conseguenza che contribuisce alla militarizzazione dello spazio è frutto della ricerca e dello sviluppo di armamenti ipersonici. Cina, Russia e Stati Uniti stanno tutti sviluppando armamenti di questo tipo, che hanno già testato a partire dal 2021.

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Infine, con l’espansione geospaziale tutta la Terra è osservabile dai satelliti, il che potrebbe spingere alcune nazioni ad oscurare, disturbare o interferire in altro modo con l’osservazione satellitare della Terra da parte di paesi considerati ostili.

Sebbene lo spazio rappresenti un “terreno” in cui si giocheranno tensioni geopolitiche e commerciali, importanti tradizioni di cooperazione in questo campo non vanno certo dimenticate. Le norme di comportamento stabilite attraverso misure volontarie che non sono legalmente vincolanti, ma hanno l’obiettivo di creare fiducia e stabilire una comprensione reciproca, hanno contribuito a mitigare le crescenti tensioni in passato. Sebbene questa tendenza possa continuare, sarà necessaria una governance formale più solida in un ambiente più affollato e competitivo.

Specifici e funzionali accordi bilaterali o multilaterali tra le maggiori potenze spaziali potrebbero contribuire a creare norme e influenzare comportamenti globali più ampi e forse più virtuosi.

Foto: Difesa.it e Thales Alenia Space

 

 

 

 

Giuseppe LucciVedi tutti gli articoli

Laureato nel 2007 in Ingegneria Elettrica presso l'Università degli Studi dell’Aquila, è esperto di infrastrutture critiche, in particolare quelle per le Telecomunicazioni Satellitari e per le Reti di Trasmissione di energia elettrica. Ha vissuto e lavorato in Italia, Inghilterra, Spagna e Svizzera. L'esperienza nel settore dello Spazio e della Difesa è maturata lavorando per Cohort plc, Jacobs Ltd e altre aziende. Attualmente è ingegnere di progetto, occupandosi di Infrastrutture Business Critical a servizio delle Istituzioni e dell'industria.

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