Aerei da combattimento, munizioni a lungo raggio, carri armati e altre armi per l’Ucraina

 

 

Gli Stati Uniti stanno approntando un pacchetto di più di 2 miliardi di dollari di aiuti militari per l’Ucraina che dovrebbero includere per la prima volta razzi a lungo raggio, oltre ad altre munizioni e armi: lo riportava ieri l’agenzia Reuters.

Si tratterebbe di Ground Launched Small Diameter Bombs (GLSDB), razzi a guida Gps prodotti da Boeing e Saab e lanciabili dagli MLRS HIMARS che possono colpire obiettivi a più di 150 chilometri di distanza, circa il doppio rispetto alla portata di 80 chilometri dei razzi impiegati finora dai lanciarazzi campali multipli donati all’Ucraina dagli Stati Uniti e da altri paesi NATO.

L’annuncio degli aiuti dovrebbe avvenire già questa settimana. Il pacchetto includerebbe anche attrezzature di supporto per i sistemi di difesa aerea Patriot, munizioni a guida di precisione e armi anticarro Javelin.

 

Kiev vuole gli F-16

Negli ultimi giorni il dibattito sulle forniture militari è stato incentrato sulla richiesta ucraina di aerei da combattimento, preferibilmente F-16 come hanno affermato fonti dell’Aeronautica Ucraina.

Yurii Ihnat, portavoce della forza aerea (nella foto sotto) ha detto sul canale televisivo francese La Chaîne Info che l’Ucraina ha bisogno di 200 caccia F-16 per proteggere i cieli e sostituire i suoi velivoli obsoleti di fabbricazione sovietica. “Dobbiamo creare fino a cinque brigate di aerei tattici con un unico tipo di velivolo multiruolo di tipo occidentale. Ora si sta determinando quale tipo sarà e l’F-16 è il candidato più probabile. Ovviamente non possiamo riceverli tutti in una volta”, ha aggiunto Ihnat, “il passaggio graduale a un nuovo jet multiuso richiede tempo”.

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Il 28 gennaio lo stesso portavoce aveva detto in un’intervista con El Pais citata dal Kyiv Independent che il suo Paese aspira a ottenere dagli alleati occidentali 24 caccia moderni. La consegna ideale sarebbe di F-16 statunitensi, ma in subordine Kiev accetterebbe volentieri anche i francesi Rafale o gli svedesi Gripen prodotti dalla Saab, ha precisato il portavoce.

Caute le reazioni in Occidente, almeno per ora. Il presidente statunitense Joe Biden ha detto che gli USA non forniranno i caccia F-16 che l’Ucraina ha richiesto: Biden rispondendo “no” a una domanda in merito posta dai giornalisti alla Casa Bianca.

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Non ci sono colloqui in corso a Varsavia per l’invio dei caccia F-16 all’Ucraina ha detto Wojciech Skurkiewicz, vice ministro della Difesa polacco.

“Al momento non ci sono discussioni ufficiali sul trasferimento di F-16”, ha affermato Skurkiewicz. Il capo dell’Ufficio del presidente ucraino, Andriy Yermak, aveva scritto su Telegram che l’Ucraina ha avuto “segnali positivi” dalla Polonia sull’invio di alcuni dei suoi 48 F-16 (nella foto in apertura) a Kiev.

Londra ha respinto la richiesta dell’ex premier Boris Johnson di inviare dei caccia all’Ucraina. “Ci vorrebbero anni per addestrare un pilota a operare a bordo di caccia britannici” ha spiegato un portavoce citato dai media britannici, ribadendo che l’attenzione del governo di Londra rimane su “come aiutare l’Ucraina a difendere il proprio Paese e organizzare una controffensiva quest’anno”

Il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato che sebbene la Francia non abbia ricevuto alcuna richiesta dall’Ucraina di inviare aerei da combattimento, “nulla è vietato in linea di principio”.

Anche il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, ha escluso l’invio di aerei da combattimento in Ucraina: “E’ fuori discussione”, ha chiarito in una intervista al quotidiano Suddeutsche Zeitung.

“Le linee rosse riguardanti i rifornimenti bellici all’Ucraina dovrebbero essere superate e, nel complesso, molte linee rosse sono già state superate” ha affermato il presidente lituano Gitanas Nauseda nel corso di un’intervista alla televisione di stato, auspicando che “anche la linea rossa” sui caccia e missili a lungo raggio richiesti da Kiev “venga attraversata”.

“I caccia e i missili a lungo raggio sono un’assistenza militare di base, e in questo in una fase cruciale della guerra, quando si prevede una svolta, è fondamentale agire immediatamente”, ha sottolineato Nauseda.

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Resta il fatto che addestrare piloti e tecnici su velivoli occidentali richiederà molto tempo e che, sarà difficile poter istituire una catena logistica di supporto per  F-16, Rafale o Gripen in territorio ucraino, totalmente esposto agli attacchi russi. Infine, considerate le richieste ucraine per circa 200 velivoli i costi per i velivoli, le armi e l’addestramento saranno molto elevati.

Oggi il New York Times, citando funzionari statunitensi ed europei, evidenzia come gli F-16 richiesti dall’Ucraina potrebbero essere forniti da Danimarca e Paesi Bassi, che stanno radiando i vecchi F-16A/B, AM/BM in vista della loro sostituzione con i nuovi F-35A. I Paesi Bassi ne schierano ancora una quarantina (nella foto sopra) e la Danimarca una trentina.

 

140 tank per l’Ucraina

Continua anche la “colletta” degli stati membri della NATO per fornire nei prossimi mesi carri armati di tipo occidentale all’esercito ucraino. Oltre alle forniture già note, la Spagna invierà inizialmente tra i quattro e i sei carri armati Leopard 2A4 in Ucraina secondo quanto rivelato da El Pais, aggiungendo che la cifra finale dipenderà dallo stato dei 53 carri armati immagazzinati da un decennio presso il Gruppo di supporto logistico numero 41 a Saragozza, la cui urgente riabilitazione è in fase di negoziazione dal ministero della Difesa con l’azienda Santa Barbara.

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Nell’estate scorsa Madrid aveva già definiti non conveniente intervenire su questi mezzi a causa delle pessime condizioni di manutenzione. Non si può escludere l’ipotesi che la Spagna rimetta in condizioni operative solo alcuni tank e utilizzi gli altri per recuperare pezzi di ricambio. La Spagna invierà inoltre in Ucraina una ventina di veicoli cingolati trasporto truppe M113, da tempo radiati dai ranghi dell’Ejercito de Tierra.

La Croazia potrebbe offrire alcuni dei 75 carri M-84, versione jugoslava migliorata del T-72, la Grecia invece ha reso noto che non fornirà carri armati Leopard (il suo esercito dispone di 500 Leopard 1 e 350 Leopard 2) a causa delle tensioni con la Turchia. Il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis durante una visita in Giappone ha detto che “non invieremo i Leopard-2 per il semplice motivo che sono assolutamente necessari per la nostra strategia di difesa”.

I 14 carri armati Challenger 2 donati dal Regno Unito arriveranno in Ucraina prima dell’estate, ha dichiarato il segretario alla Difesa di Londra, Ben Wallace. “Sarà prima dell’estate, maggio, probabilmente verso Pasqua”. La scorsa settimana il Regno Unito aveva preannunciato l0invio dei tank entro fine di marzo.

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Il 30 gennaio sono arrivati in Gran Bretagna i militari ucraini che dovranno addestrarsi all’impiego dei Challenger 2. “Gli equipaggi dei carri armati ucraini sono arrivati nel Regno Unito per iniziare l’addestramento”, ha annunciato su Twitter il ministero della Difesa britannico, che ha pubblicato foto di militari ucraini che scendono da un aereo della Royal Air Force.

Come riferito dall’ambasciatore ucraino in Francia, Vadym Omelchenko, l’Occidente ha ufficialmente approvato “la fornitura di 321 carri armati all’Ucraina”. Una cifra che si avvicina a quella rivendicata dal comandante in capo delle Forze armate ucraine, Valery Zaluzhny, il quale aveva affermato che per portare a termine una nuova offensiva l’Esercito ha bisogno di almeno 300 carri armati.

Il 31 gennaio però il ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba, aveva dichiarato che l’Ucraina riceverà fino a 140 carri armati da 12 partner stranieri. “Posso solo notare che nella prima ondata di contributi, le forze armate ucraine riceveranno da 120 a 140 unità di moderni carri armati di modelli occidentali. Sono Leopard 2, Challenger 2 e M1 Abrams, contiamo anche molto su Leclerc”, ha detto Kuleba.

Il gap tra i 140 tank annunciati da Kuleba e i 321 resi noti da Omelchenko verrà probabilmente colmato da T-72 ceduti dal Marocco (90/120) e da30/60 PT-91 Twardy polacchi (T-72 aggiornati).  Il governo danese intende acquistare i carri armati Leopard 1A5 dismessi 13 anni or sono dall’esercito danese stesso, ripristinarne le condizioni operative pararli e trasferirli in Ucraina.

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Il direttore delle vendite della società tedesca Flensburger Farhzeugbau Gesellschaft (Ffg) Thorsten Peter ha dichiarato che Copenaghen ha deciso di riacquistare alcuni dei carri armati Leopard 1 che le forze armate hanno venduto alla società nel 2010. La FFG dispone di 99 carri armati Leopard 1A5 ex danesi immagazzinati a Flensburg.

“Non abbiamo ancora iniziato con le riparazioni ma abbiamo effettuato un’ispezione. Siamo giunti alla conclusione che possiamo avere 20 tank riparati e pronti per la spedizione entro tre mesi e altri 20 in sei mesi”, ha spiegato Peter. L’operazione deve essere approvata da Berlino.

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Secondo il Washington Post il presidente Joe Biden, ha annunciato la fornitura di carri armati M1A2 Abrams all’Ucraina al solo fine di superare le esitazioni della Germania, e convincerla a inviare subito a Kiev i suoi carri armati Leopard. I carri armati promessi dagli Stati Uniti, poco adatti al teatro di battagli ucraino a causa della loro complessità’ e dei consumi elevati, non arriveranno in Ucraina prima della fine del 2023.

Sul tema è intervenuto ieri anche il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan sostenendo che le forniture di carri armati a Kiev non stanno contribuendo alla risoluzione del conflitto ucraino. “Non posso dire che l’invio di carri armati sia uno degli elementi della risoluzione del conflitto. Questa è un’attività rischiosa, è vantaggiosa per i trafficanti di armi”, ha detto Erdogan in un’intervista.

 

La “taglia” russa sui Leopard

Le autorità di alcuni oblast (regioni) della Siberia hanno preso sul serio la proposta di una società privata russa di mettere una “taglia” sui carri Leopard 2 con un’iniziativa che prevede di donare ampi appezzamenti di terreno sul Lago Baykal a ogni militare russo che distruggerà un carro armato Leopard. Iniziativa tra l’ironico e il propagandistico che sembra risultare gradita al Cremlino. Il portavoce Dmitry Peskov, citato dall’agenzia di stampa RIA Novosti, ha detto che “i carri armati occidentali bruceranno, e grazie alle ricompense dal mondo imprenditoriale e dalle regioni crescerà il numero degli entusiasti”

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La società FORES aveva offerto 5 milioni di rubli (70mila euro) al primo militare che distruggerà o catturerà un carro armato occidentale fornito agli ucraini.

 

Altri contributi  

Parigi ha offerto a Kiev altri 12 obici semoventi CAESAR (18 già forniti da Parigi, 19 in arrivo dalla Danimarca). La commessa verrà finanziata nell’ambito del fondo di sostegno di 200 milioni di euro per l’Ucraina istituito da Parigi.

Il ministro della Difesa ucraino, Oleksii Reznikov, ha annunciato la firma di un memorandum con il suo omologo francese, Sebastien Lecornu, ed il gruppo Thales per la fornitura di radar Mg-200 a Kiev. “Questi equipaggiamenti ci aiuteranno a individuare droni e missili nemici, compresi quelli balistici. I nostri cieli saranno protetti dagli attacchi mortali della Russia”, ha dichiarato Reznikov su Twitter. Il ministro Lecornu ha poi annunciato l’invio di “150 militari francesi” in Polonia per addestrare “fino a 600 soldati ucraini al mese.

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Inoltre, Francia e Australia hanno annunciato la produzione congiunta di obici per l’Ucraina. “Fabbricheremo in comune numerose migliaia di obici da 155 mm”, ha dichiarato il ministro della Difesa francese Sebastien Lecornu, in una conferenza stampa a Parigi assieme al collega australiano Richard Marles. Quest’ultimo ha parlato di un progetto “da molti milioni di dollari (australiani)”.

Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha confermato in un’intervista che siamo pronti a inviare armi difensive, non invieremo mai armi offensive” spiegando che “non ci saranno carri armati italiani”.

La missione di assistenza militare dell’Ue EuMam “addestrerà altri 15mila soldati ucraini, portando il numero totale di personale addestrato da EuMam a 30mila”. Ne ha dato notizia via social l’Alto Rappresentante dell’Ue Josep Borrell, a Kiev insieme a diversi membri del collegio dei commissari, guidati dalla presidente Ursula von der Leyen. Borrell ha inoltre annunciato al primo ministro che “l’Ue fornirà 25 milioni di euro per sostenere gli sforzi di sminamento nelle aree a rischio”.

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Intanto 70 i militari ucraini sono giunti in Germania per essere addestrati all’utilizzo dei sistemi per la difesa aerea Patriot. Le attività di formazione hanno preso il via oggi, come riferisce il quotidiano “Frankfurter Allgemeine Zeitung”. Berlino ha deciso di fornire all’Ucraina una batteria di Patriot.

La Radiotelevisione lituana ha lanciato una raccolta fondi per l’acquisto di radar a difesa della popolazione ucraina. La raccolta fondi – denominata “Radarom!” – durerà quattro settimane e vedrà, tra i vari eventi, un concerto conclusivo il 24 febbraio, primo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina. Nel corso dei primi due giorni, si è registrata una grande risposta da parte della popolazione che ha donato due milioni di euro.

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Le forze ucraine prevedono di investire 500 milioni di euro nel 2023 oer dotarsi di droni. Lo annuncia su Facebook il ministro della Difesa Oleksii Reznikov, secondo quanto riferisce Sky News Uk. “Nel 2023 aumenteremo la dotazione di droni per le forze armate”, scrive il ministro, parlando di un investimento 20 miliardi di grivnie e 16 contratti di fornitura già firmati. L’UCRAINA ha già ricevuto un significativo quantitativo di droni dalla Turchia (Bayratkar TB2 dotati di missili) e Norvegia (Black Hornet da ricognizione), ma ora intende aumentare la produzione interna.

Il ministero della Difesa ha ordinato 105 droni da ricognizione Vector dalla società tedesca Quantum-Systems GmbH. Secondo l’annuncio dell’azienda, la fornitura sarà finanziata dal governo tedesco, riferisce Ukrinform. “Quantum-Systems GmbH … annuncia la richiesta di 105 droni da ricognizione aggiuntivi con una lunga durata di volo del tipo Vector per il supporto delle forze armate ucraine, finanziato dal governo tedesco”, fa sapere la società. Kiev ne aveva già ordinati 33 in agosto.

 

Pyongyang nega di aver armato il Gruppo Wagner

Sull’altro “lato della barricata” invece la Corea del Nord ha negato per l’ennesima volta di avere fornito armi a Mosca dopo che Washington l’ha accusata di avere consegnato razzi e missili alla società militare privata russa Wagner.

La scorsa settimana, il portavoce del Consiglio di sicurezza della Casa Bianca, John Kirby, ha rilasciato filmati dell’intelligence statunitense che mostravano vagoni ferroviari russi di ritorno dalla Corea del Nord carichi di container di cui Washington ipotizzava contenessero equipaggiamento militare.

Ieri un alto funzionario del governo nordcoreano ha denunciato “uno stupido tentativo di giustificare” futuri invii di armi all’Ucraina da parte di Washington, che giovedì ha promesso 31 carri armati Abrams a Kiev. Citato dall’agenzia di stampa ufficiale KCNA, il direttore generale del dipartimento per gli affari nordcoreani americani, Kwon Jong Gun, ha respinto questa “voce strombazzata” ed ha avvertito gli Stati Uniti si esporranno a un “risultato davvero indesiderabile” se continueranno a diffondere queste notizie. “Cercare di offuscare l’immagine” della Corea del Nord “fabbricando qualcosa che non esiste è una seria provocazione che non può mai essere consentita e può solo innescare una reazione”.

 

Esercitazioni in Bielorussia

Russia e Bielorussia hanno iniziato una settimana di addestramento del loro contingente regionale congiunto che vede schierati nel territorio bielorusso almeno 6mila militari russi con equipaggiamento pesante e velivoli da combattimento. Lo ha annunciato ieri il ministero della Difesa della Bielorussia, precisando che le esercitazioni serviranno a preparare le manovre congiunte che i due paesi svolgeranno a settembre in Russia.

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Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko ha dichiarato il 31 gennaio durante la visita in Zimbabwe che il suo Paese è disposto a offrire maggiore assistenza alla Russia nella guerra contro l’Ucraina pur aggiungendo che la Russia non ha bisogno di “alcun aiuto” in questo momento. Tuttavia, “se i nostri fratelli russi hanno bisogno di aiuto, siamo sempre pronti a offrirlo”,

Foto: Ministero Difesa Ucraino, Ministero Difesa Bielorusso, Telegram, Reale Aeronautica Olandese, Aeronautica Polacca  e Ministero Difesa Russo

 

 

 

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