Assegnato il contratto per il CAMM navale all’Arabia Saudita

 

 

L’US Naval Sea Systems Command ha assegnato alla controllata americana MBDA Inc dell’omonimo gruppo, un contratto per la produzione del sistema missilistico superficie-aria CAMM (Common Anti-Air Module Missile) destinato ad essere imbarcato sulle piattaforme navali MMSC (Multi-Mission Surface Combatants (MMSC) destinate all’Arabia Saudita e fornite da Lockheed Martin, come capocommessa, insieme a Fincantieri Marinette Marine, quale cantiere costruttore e principale partner industriale.

Il contratto, assegnato attraverso canali FMS (Foreign Military Sales) del valore di 118,6 milioni di dollari vedrà una fornitura destinata a completarsi nel 2027 e se tutte le opzioni del contratto verranno esercitate, il valore del medesimo salirà a 145,5 milioni di dollari.

Secondo quanto riportato dal Dipartimento della Difesa americano che ha reso pubblico l’assegnazione del contratto, l’attività di fornitura verrà realizzata principalmente in Gran Bretagna a Stevenage (70%) ed il rimanente negli USA a Indian Head, Maryland (18%), Huntsville, Alabama (9%) ed Arlington, Virginia (2%), rappresentante da siti dell’azienda ed in partnership nonché Mayport, Florida (1%) dove le unità saranno dislocate, secondo quanto precedentemente riportato dal NAVSEA, per le attività di qualifica del sistema di combattimento e l’addestramento.

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Non sono stati forniti ulteriori dettagli sul contratto e la fornitura che riferisce di produzione del sistema missilistico, ma Analisi Difesa aveva già dato notizia nel proprio report sul salone di Euronaval 2022 che nel corso dell’evento dirigenti Lockheed Martin avevano riferito a questa testata che il Ministero della Difesa saudita ha richiesto un aggiornamento della configurazione del sistema di combattimento che oggi prevede l’imbarco del sistema missilistico superficie-aria MBDA CAMM, un nuovo sistema per la guerra elettronica e l’adozione del data Link 22.

Secondo quanto riferito ad AD nel corso del salone parigino, il sistema missilistico CAMM sarà integrato con il sistema di gestione del combattimento COMBATSS 21 a partire dalla seconda nave seguita dalla terza e dalla quarta, mentre la prima sarà modificata successivamente senza indicazioni sulla sequenza temporale.

Secondo quanto riportato da Lockheed Martin, negli anni il gruppo ha lavorato molto con MBDA per integrare il CAMM con l’Mk 41, e più recentemente è stata completata insieme la qualifica del CAMM con il sistema (di lancio) compatto Lockheed Martin Extensible Launching System (ExLS) 3- Cell Stand Alone Launcher. Gli sforzi principali saranno quindi dedicati all’integrazione dell’arma CAMM nel COMBATSS 21.

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Con l’aggiunta dell’MBDA CAMM, quattro dei quali possono essere alloggiati in ciascuna delle otto celle Mk41 imbarcate e la sua integrazione con il COMBATSS 21 CMS, le unità MMSC disporranno di capacità di difesa aerea contro gli attacchi di saturazione in condizioni di forte disturbo elettronico.

Il missile CAMM è dotato di un seeker RF attivo con aggiornamento in  volo fornito da un collegamento dati bidirezionale tra il missile e il lanciatore, eliminando la necessità di radar di controllo del fuoco/illuminazione.

Il programma MMSC riguarda la fornitura di quattro unità per l’Arabia Saudita realizzate dai cantieri FMM, di cui la prima è prevista in consegna nell’ultimo trimestre del 2023, secondo quanto riportato in documenti legati a gare per l’attività preparatoria ed addestrativa negli USA da parte di NAVSEA.

A seguito di tale prevista consegna da parte di Lockheed Martin all’International Unmanned and Small Combatants Program Office (PMS 525) del NAVSEA, l’organizzazione responsabile dell’acquisizione e dell’implementazione del programma FMS, sempre secondo quest’ultimo ente, la nave sarà poi trasferita dal cantiere FMM sul lago Michigan presso le strutture di Mayport sulla Costa Atlantica degli USA per altri 12 mesi di test e prove post-consegna, attività manutentive e addestramento dedicato dell’equipaggio RNSF, in preparazione per la consegna formale e il trasferimento della nave in Arabia Saudita.

Qui i quattro MMSC saranno basati vicino a Jubail, sulla costa del Golfo, presso la King Abdul-Aziz Naval Base, le cui infrastrutture sono in fase di preparazione per accogliere e supportare le nuove piattaforme navali.

Nel corso del salone di Euronaval 2022, Lockheed Martin ha inoltre evidenziato che sta supportando il programma FMS Saudita nell’ambito del settore addestrativo con lo sviluppo di un pacchetto di sistemi per test e addestramento a terra.

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Evoluzione del progetto LCS (Littoral Combat Ship) classe Freedom realizzato per la US Navy dal cantiere Fincantieri Marinette Marine dell’omonimo gruppo, la piattaforma MMSC si caratterizza un sistema di combattimento più esteso ed una compartimentazione che non risponde più alla necessità d’imbarcare i moduli di missione come sulle LCS.

In aggiunta ad un sistema di comando e controllo Lockheed Martin COMBATSS 21, un pacchetto di sensori di produzione europea che comprende un radar Hensoldt 3D AESA TRS-4D e due direzioni del tiro Saab Ceros 200, l’armamento comprende 8 celle del sistema Mk 41, un sistema per la difesa ravvicinata Raytheon Mk 15 Mod 31 SeaRAM, due sistema a controllo remoto Nexter Narwhal da 20 mm, due lanciatori quadrupli per missili antinave Boeing RGM-84 Harpoon Block II e due lanciatori multipli per siluri leggeri.

Foto: Luca Peruzzi, Ministero della Difesa Saudita, US Navy e MBDA

 

 

 

 

Nato a Genova nel 1966 e laureato in giurisprudenza, è corrispondente per l'Italia e collaboratore delle riviste internazionali nel settore della difesa del gruppo inglese IHS Markit (Jane's Navy International e Jane's International Defence Review) e della casa editrice tedesca Mittler Report Verlag (European Security & Defense e pubblicazioni collegate) nonché delle riviste di settore Armada International, European Defence Review e The Journal of Electronic Defense. In Italia collabora anche con Rivista Marittima, Aeronautica & Difesa e la testata online dedicate al settore marittimo ed economico The MediTelegraph (Secolo XIX).

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