In Ucraina i primi Leopard 2 ma gli USA avvertono Kiev: gli aiuti militari non saranno infiniti
Sono polacchi i primi carri armati Leopard 2 consegnati all’esercito ucraino con una breve cerimonia tenutasi il 24 febbraio, giorno dell’anniversario dell’invasione russa, che ha visto presenti il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki e il ministro della Difesa ucraino Reznikov per la consegna ufficiale dei primi tank occidentali a Kiev.
Si tratta di 4 Leopard 2 A4 dei 14 promessi da Varsavia, consegnati a bordo di autoarticolati civili e all’apparenza privi di corazzature reattive e altri sistemi di protezione aggiuntivi.
Comincia a prendere corpo la forza corazzata ucraina basati sui tank Leopard 2 che verrà costituita tra fine marzo e aprile da un paio di battaglioni che riuniranno i 14 tank polacchi, i Leopard 2A6 tedeschi (Berlino ha deciso di concederne altro 4 portando il totale a 18 mezzi), i 10 Leopard 2A5 offerto dalla Svezia, i 3 della versione A6 del Portogallo, i 3 A4 della Finlandia, i 6 A4 della Spagna e gli 8 A4 del Canada.
Numeri quindi ben più limitati rispetto alle aspettative e alle dichiarazioni iniziali. La Germania ha reso noto che un battaglione verrà costituito con i suoi tank uniti a quelli svedesi e portoghesi (31 Leopard 2 in totale) e il 24 febbraio il governo svedese ha annunciato che fornirà “circa 10 carri armati Leopard 2A6” e sistemi di difesa aerea in stretto coordinamento con la Germania. Stoccolma ha già promesso 50 dei 350 cingolati da combattimento CV90 in dotazione all’esercito svedese.
Il 23 febbraio a Kiev il premier spagnolo Pedro Sánchez ha detto che la Spagna potrebbe inviare in Ucraina altri 4 carri armati Leopard 2A4 oltre ai 6 già inviati. “La nostra intenzione è vedere se sarà fattibile nelle prossime settimane o mesi” ha precisato Sánchez in conferenza stampa,
Lo stesso giorno la Finlandia ha annunciato che invierà 3 dei suoi 240 carri armati Leopard 2. “Invieremo più materiale per la difesa e parteciperemo alla cooperazione sui Leopard insieme ai nostri partner”, ha affermato in una nota il ministro della Difesa, Mikko Savola, aggiungendo che il pacchetto di aiuti includerà anche “la formazione relativa al loro utilizzo e manutenzione”.
Il governo canadese ha annunciato che saranno 8 i carri armati Leopard che invierà in Ucraina (il doppio di quelli inizialmente annunciati). I primi 4 carri sono già in Polonia per l’addestramento dei carristi ucraini. Il Canada ha fornito anche fucili d’assalto in calibro 5,56 in dotazione anche al Reggimento Azov (nella foto sotto) C7A1 (copia degli M-16 statunitensi), contributo alla progressiva standardizzazione NATO delle forze ucraine.
Il 22 febbraio il primo ministro ceco Petr Fiala, a margine dell’incontro con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, ha annunciato che Praga ha fornito centinaia di pezzi di equipaggiamento militare pesante all’Ucraina nell’ultimo anno, inclusi 89 carri armati (T-72), 226 veicoli da combattimento e di fanteria corazzati (BMP-1), 38 obici, 33 lanciarazzi campali multipli, 6 sistemi di difesa aerea e 4 elicotteri
Ma gli aerei no…
Se il numero di carri armati Leopard 2 A4/A5/A6 per gli ucraini sembra ridursi di oltre la metà rispetto alle previsioni iniziali, le forniture di aerei da combattimento sembrano destinate a concretizzarsi solo a guerra finita.
Il ministero della Difesa britannico ha reso noto che non ci saranno consegne di aerei da combattimento a Kiev nel prossimo futuro, ma al contempo la Gran Bretagna è pronta a ricostituire le scorte di caccia a quei paesi europei che trasferiranno a Kiev i loro MiG-29 o Sukhoi Su-24.
“Non invieremo i nostri caccia Typhoon a breve termine in Ucraina” ha detto il ministro Ben Wallace, in un’intervista a Sky News sottolineando che i jet sarebbero troppo complessi per l’Ucraina, ma ha aggiunto che, con il sostegno di Downing Street, “i caccia potrebbero fornire copertura aerea ai paesi del blocco orientale se volessero inviare i loro MiG-29 e altri jet dell’era sovietica a Kiev”.
Si tratta dell’opzione più realistica e vantaggiosa. Gli ucraini riceverebbero velivoli che già impiegano e conoscono che Londra e i suoi alleati acquisterebbero sul mercato internazionale. Al tempo stesso la RAF potrebbe cedere i suoi Typhoon Tranche 1 (di cui cerca di sbarazzarsi da tempo) alle nazioni che cedessero i loro velivoli di tipo russo/sovietico a Kiev.
La Polonia invece non è pronta a cedere parte dei suoi 48 F-16 a Kiev ma è pronta ad addestrare i piloti ucraini su questo velivolo , come ha affermato il primo ministro Morawiecki.
La Danimarca invece è “aperta” all’idea di inviare jet da combattimento all’Ucraina per aiutarla contro l’invasione russa, come ha detto il 24 febbraio il ministro della Difesa di Copenaghen citato dall’agenzia Dr. “Non escludo che a un certo punto si renda necessario guardare al contributo di aerei da caccia”, ha detto il ministro Troels Lund Poulsen.
I nuovi aiuti statunitensi
Il presidente americano Joe Biden ha escluso “per ora” l’invio di aerei da combattimento americani dichiarando in una intervista ad ABC News che l’Ucraina “non ha bisogno degli F-16 adesso”, aggiungendo che non esiste modo di sapere esattamente cosa richiederà la difesa Ucraina in futuro, ma “escludo per ora” la fornitura di F-16.
Stiamo inviando ciò di cui i nostri esperti militari ritengono” che l’Ucraina “abbia bisogno in questo momento. Ha bisogno di carri armati, ha bisogno di artiglieria, ha bisogno di difesa aerea” ha detto Biden.
Dopo l’arrivo in Germania dei veicoli da combattimento M2 Bradley destinati a Kiev (nella foto sopra), l’ultima fornitura statunitense di aiuti militari a Kiev (qui la lista completa delle armi e munizioni inviate da Washington nell’ultimo anno) per 2 miliardi di dollari include:
- Numero imprecisato di munizioni per i lanciarazzi High Mobility Artillery Rocket Systems (HIMARS), obici da 155 mm e razzi a guida laser
- Un numero imprecisato di droni/UAS/Loitering munitions CyberLux K8 UAS, Switchblade 600,
- Altius-600 e Jump 20
- Sistemi antidrone
- Equipaggiamento per lo sminamento
- Sistemi per le comunicazioni sicure
- Fondi per addestramento, sostegno logistico e manutenzione
Resta da considerare che un funzionario statunitense, che ha chiesto l’anonimato per parlare apertamente del sostegno statunitense alla guerra, ha riferito nei giorni scorsi alla Reuters che l’amministrazione statunitense ha detto molto chiaramente al governo ucraino che le risorse statunitensi non sono infinite e che il sostegno militare a Kiev non potrà durare ancora a lungo.
“Tutti capiscono che questa (guerra) deve finire a un certo punto. E tutti vorremmo vederla finire prima piuttosto che dopo”, ha detto il funzionario.
La notizia ha avuto scarsa eco sui media italiani ed europei ma fotografa perfettamente la ristrettezza di armi e munizioni con cui USA ed Europa possono continuare a rifornire l’Ucraina e potrebbe anticipare o il tracollo militare delle forze di Kiev o l’avvio di negoziati che segretamente sarebbero già in preparazione a Ginevra.
Del resto non si può escludere che proprio Biden abbia voluto recarsi a Kiev per riferire personalmente a Volodymyr Zelensky che le capacità occidentali di armare le truppe ucraine stanno riducendosi soprattutto perché si stanno svuotando i magazzini.
Molte forniture europee sono già oggi “simboliche” specie se si considera l’entità del conflitto in corso. La Grecia ha confermato che non cederà i suoi sistemi missilistici anti-aerei S-300 all’Ucraina, nonostante le richieste degli Stati Uniti perché farlo “indebolirebbe la sua difesa” come ha dichiarato il ministro greco della Difesa, Nikolaos Panagiotopoulos.
Foto US DoD, Ministero della Difesa Ucraino via Twitter e Azov Brigade
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