Le capacità anti satellite russe

 

 

La Russia ha una lunga storia nello sviluppo degli armamenti Anti Satellite (ASat).  Ha ereditato gran parte della sua infrastruttura spaziale dal programma spaziale sovietico che, dalla Seconda guerra mondiale fino alla dissoluzione dell’URSS, ha determinato lo sviluppo di lanciatori, satelliti, strumenti per l’esplorazione spaziale e per la difesa.

Mosca ha dimostrato la capacità di intercettare i satelliti in orbita terrestre bassa (LEO) dallo spazio e, dalla fine del 2021, da terra. Inoltre, può utilizzare i laser terrestri per i satelliti nella zona LEO mentre, nella stessa zona, è in grado di condurre jamming in radiofrequenza (RF) da piattaforme mobili contro i satelliti di comunicazione.

Dopo una pausa di quasi 20 anni, la Russia sembra aver ripreso lo sviluppo di sistemi spaziali offensivi e difensivi all’inizio di questo decennio. Nonostante il rallentamento del programma civile, la Russia si è concentrata sugli sforzi spaziali militari e sulle azioni segrete per mantenere la sua posizione di potenza spaziale. Gli investimenti russi si sono concentrati su tecnologie incentrate sulla raccolta di informazioni, nonché su quelle adatte alla “zona grigia” e alla guerra asimmetrica, come le tecnologie di jamming e spoofing e i sistemi orbitali in grado di fare ispezioni ravvicinate di altri satelliti, e condurre operazioni di prossimità (comunemente definite RPO, Rendezvous Proximity Operations).

Questo articolo esamina brevemente le capacità Spaziali della Russia, con un focus sulle sue capacità militari Anti Satellite (ASat).

 

Organizzazione

La Russia, come gli Stati Uniti e la Cina, ha un programma spaziale diviso tra organizzazioni civili e militari. L’agenzia spaziale civile, Roscosmos, è uno dei principali partner che supportano la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) insieme alle agenzie civili degli Stati Uniti, Giappone, Canada ed Europa. Inoltre, Roscosmos è responsabile per il lancio dei razzi Soyuz e del sistema di navigazione satellitare GLONASS, la versione russa del GPS.

Le attività spaziali militari, invece, sono organizzate all’interno delle forze aerospaziali russe, che sono state riorganizzate nel 2015 per includere forze di difesa aerea, spaziale e missilistica. Queste forze sono responsabili per il funzionamento di tutte le risorse spaziali, i lanci militari e le potenziali minacce ai sistemi spaziali.

 

Capacità di lancio

La Russia ha una lunga ed importante tradizione nei sistemi di lancio (Satellite Launch Vehicle – SLV) con i lanciatori Soyuz che rappresentano un pilastro nel mercato globale. Dopo l’ultimo volo dello Space Shuttle statunitense nel 2011, gli astronauti statunitensi hanno dovuto affidarsi ai lanci russi per quasi 10 anni prima che la capsula Dragon di SpaceX diventasse operativa.

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Lancio Soyuz-2 dal Centro Spaziale di Roscosmoc (Ministero Difesa Russo)

Nel 2021, la Russia ha effettuato 25 lanci orbitali, 24 dei quali sono stati un successo. La Russia ha una serie di SLV che hanno avuto successo sin dal programma spaziale sovietico. Il Soyuz è il più popolare di questi, utilizzato per lanciare sia satelliti che missioni di veicoli spaziali con equipaggio. Questi veicoli hanno avuto oltre 1.680 lanci riusciti.

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Fonte: Ministero difesa Russo:

La Russia è sempre alla ricerca di nuove frontiere e attualmente sta testando un nuovo razzo chiamato Angara. Questa famiglia di razzi dovrebbe essere in grado di raggiungere sia le orbite basse (LEO) che quelle geostazionarie (GEO) una volta completata. Angara A5, il veicolo per carichi pesanti, ha subito un test nel dicembre 2021 ma non è riuscito, in quell’occasione, a raggiungere l’orbita prevista a causa di un malfunzionamento del motore nello stadio superiore che gli ha impedito di salire più in alto, come previsto.

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(Ministero difesa Russo)

La Russia dispone di tre siti di lancio operativi. Il sito principale è il centro spaziale di Baikonur in Kazakistan, utilizzato per i voli umani verso la ISS.

Il Centro Spaziale di Plesetsk, situato nel nord della Russia, è stato utilizzato per i lanci spaziali dal 1966 e viene sovente impiegato per lanci di missili, come il test ASat del novembre 2021 del sistema Nudol. Infine, il Centro Spaziale di Vostochny è attualmente in costruzione nella Russia orientale vicino al confine cinese e si prevede che una volta funzionante possa sostituire il centro spaziale di Baikonur. A partire dal 2019, il sito di lancio è stato utilizzato per lanciare con successo i razzi Soyuz-2.

Inoltre la Russia ha utilizzato il Centro spaziale della Guyana a bassa latitudine gestito dall’Agenzia spaziale europea per il lancio di razzi Soyuz dal 2011, rendendolo l’unico paese al mondo a lanciare un razzo orbitale nativo da uno spazioporto gestito da un’altra agenzia spaziale.

Il 4 marzo 2022 l’Europa ha annunciato la sospensione di tutti i suoi lanci delle Soyuz, sia quelli dal Centro spaziale europeo di Kourou operati dall’azienda Arianespace, sia quelli dalla base russa di Baikonur, nel Kazakhstan, operati dall’azienda Starsem. La decisione è stata presa a seguito delle sanzioni alla Russia decise da Unione Europea, Stati Uniti e Gran Bretagna.

 

Capacità satellitari

La Russia è un’autorità in fatto di capacità spaziali avanzate, e questa reputazione risale agli anni ’60. Possiede il proprio sistema di navigazione satellitare, GLONASS, che funziona come alternativa al GPS americano, che conta attualmente 24 satelliti operativi. GLONASS è operante dal 1993, con l’ultimo aggiornamento avvenuto nel 2008.

La Russia dimostrato di avere satelliti capaci di “annidarsi” l’uno nell’altro, e poi di separarsi nello spazio, così come la capacità di eseguire manovre di Rendezvous and Proximity Operations (RPO) e di sincronizzare le orbite con altri satelliti.

Un esempio concreto della sua attitudine nelle operazioni orbitali è il satellite russo Luch lanciato nel 2014, che opera nelle zone orbitali lontane (GEO). Ogni anno, Luch continua a muoversi nella più lontana zona orbitale (GEO), avvicinandosi a una varietà di satelliti di una moltitudine di paesi diversi.

Mentre i satelliti operanti nella zona GEO sono normalmente stazionari rispetto alla Terra, l’attività di Luch è altamente atipica e ciò rende la Russia un’autorità in materia di capacità spaziali avanzate.

 

Le capacità antisatellite (ASaT)

La Russia sta attualmente sviluppando una vasta gamma di armi antisatellite, che includono sia tecnologie cinetiche che non cinetiche, elettroniche e cibernetiche. Mosca ha recentemente dimostrato le sue capacità cinetiche, come ad esempio con il test di un’arma antisatellite ad ascesa diretta condotto nel novembre 2021. Inoltre, la Russia sta utilizzando sistemi come il laser ad alta potenza Peresvet per sviluppare armamenti antisatellite non cinetici.

Anche le capacità di guerra elettronica russe sono state messe in mostra in aree di conflitto, dove i sistemi di attacco elettronico mobile stanno interferendo con le comunicazioni satellitari e i segnali GPS su ampie aree. Un obiettivo recente del programma spaziale russo sembra essere quello di intercettare le comunicazioni attraverso la costellazione di Liana, progettata per intercettare le comunicazioni e rilevare oggetti a terra piccoli come un’auto.

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Il Lotus M Spacecraft  del sistema Liana (Russian Space Web.com)

La Russia sta espandendo la sua costellazione di satelliti di intelligenza dei segnali (SIGINT) Liana, aggiungendo altri due satelliti a febbraio e giugno 2021. Inoltre, il paese sta sviluppando siti di monitoraggio a terra per ottenere l’accesso ai segnali radio emessi da satelliti stranieri che orbitano sopra il suo territorio.

La Russia è nota per la sua competenza informatica e spesso utilizza queste abilità infiltrandosi nei sistemi informatici degli altri paesi. Anche se i sistemi spaziali non sono stati frequentemente presi di mira attraverso la guerra informatica, la Russia ha la capacità di farlo.

Nel febbraio 2022, il direttore del National Reconnaissance Office degli Stati Uniti, Christopher Scolese, ha avvertito che la Russia potrebbe attaccare i satelliti commerciali e governativi tramite attacchi informatici e ha esortato gli operatori satellitari a proteggere i loro sistemi e a monitorarli attentamente. La Russia è considerata dagli Stati Uniti un attore informatico efficace.

 

Armi antisatellite cinetiche

La Russia ha sviluppato capacità antisatellite mediante armamento fisico cinetico sin dai primi test Asat co-orbitali condotti dall’Unione Sovietica negli anni ’60. La tecnologia utilizzata in quei programmi è stata utilizzata come base per i più recenti sviluppi russi, ed il paese ha ripetutamente dimostrato la sua capacità di condurre test di armi Asat ad ascesa diretta e co-orbitali.

Il 15 aprile 2020, la Russia ha testato il suo sistema Asat ad ascesa diretta PL-19/Nudol, che è stato pubblicamente condannato dal Comando spaziale degli Stati Uniti.

https://www.youtube.com/watch?v=sAm8nesZiMI

Il PL-19/Nudol  (nel video sopra e nella foto sotto) è stato lanciato dal centro spaziale di Plesetsk nel nord della Russia, percorrendo 3.000 chilometri prima di precipitare nell’Oceano Artico, Il test non ha mostrato avere alcun impatto sugli oggetti in orbita a bassa quota (LEO). Il 16 dicembre 2020, la Russia ha testato nuovamente il sistema, spingendo i funzionari del comando spaziale degli Stati Uniti a dichiarare che “i continui test della Russia su questi sistemi dimostrano minacce per gli Stati Uniti, ed i sistemi spaziali alleati stanno avanzando rapidamente”, questi test potrebbero essere stati il nono ed il decimo di questo sistema.

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PL-19/Nudol (Ministero Difesa Russo/Youtube)

In aggiunta ai test ripetuti della capacità Asat ad ascesa diretta del sistema Nudol, gli Stati Uniti hanno accusato la Russia di aver condotto un test ASaT co-orbitale nel luglio 2020. Questo test, molto più sofisticato rispetto a quello ad ascesa diretta, ha coinvolto un satellite russo denominato “Cosmos 2542” che conteneva un satellite più piccolo al suo interno, chiamato “Cosmos 2543”. Il ministero della Difesa russo ha affermato che questi satelliti “matrioska” o nidificanti, vengono utilizzati per ispezioni di routine e sorveglianza delle altre risorse spaziali della Russia. La Russia continua a sviluppare i suoi sistemi di difesa aerea e missilistica.

Una delle attività antisatellite più importanti e visibili del 2021 è stata un test ASat russo eseguito il 15 novembre. Un missile intercettore PL-19 Nudol è stato lanciato dal complesso di lancio di missili di Plesetsk e ha colpito e distrutto con successo un defunto satellite russo, come evidenziato nell’immagine seguente.

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Aumento dei detriti spaziali dal test ASAT russo ad ascesa diretta nel novembre 2021. Questo test cinetico ha creato oltre 1.500 pezzi di detriti nella zona LEO, orbite basse. FONTE: CSIS, Space Threat Assessment 2022

Anche se non sono ufficialmente designati come armi Asat, i sistemi missilistici terra-aria delle serie S-400 e S-500 potrebbero probabilmente raggiungere un satellite in orbite basse.

 

Armi non cinetiche

La Russia possiede una varietà di armi di antisatellite non cinetiche, come il sistema laser Peresvet annunciato dal presidente russo Vladimir Putin nel 2018. Inizialmente si pensava che Peresvet fosse un sistema laser mobile montato su rimorchio, ma nel 2021 sono stati resi pubblici i piani per montarlo su un vettore aereo.

Sarà il secondo sistema laser aerotrasportato in sviluppo da parte della Russia, dopo Sokol-Echelon, annunciato nel settembre 2016, che è stato segnalato come probabile sistema Asat. La Russia sta continuando a sviluppare le sue capacità elettroniche di antisatellite e si è recentemente concentrata sullo sviluppo di sistemi mobili terrestri per interferire con i satelliti stranieri.

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Tirada-2 m (foto CSIS, Space Threat Assessment 2021)

Tra questi sviluppi ci sono il Tirada-2, un sistema di disturbo mobile per la soppressione delle comunicazioni spaziali, una serie di stazioni automatizzate mobili a terra (Bylina), ed un sistema di comando e controllo mobile che utilizza l’intelligenza artificiale.

 

 

 

Giuseppe LucciVedi tutti gli articoli

Laureato nel 2007 in Ingegneria Elettrica presso l'Università degli Studi dell’Aquila, è esperto di infrastrutture critiche, in particolare quelle per le Telecomunicazioni Satellitari e per le Reti di Trasmissione di energia elettrica. Ha vissuto e lavorato in Italia, Inghilterra, Spagna e Svizzera. L'esperienza nel settore dello Spazio e della Difesa è maturata lavorando per Cohort plc, Jacobs Ltd e altre aziende. Attualmente è ingegnere di progetto, occupandosi di Infrastrutture Business Critical a servizio delle Istituzioni e dell'industria.

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