UAV iraniani anche per la Cina?

 

 

Un funzionario iraniano ha rivelato che la Cina è uno dei principali clienti di droni di fabbricazione iraniana e che una consistente fornitura di UAV verrà consegnata a Pechino.

Lo ha rivelato l’agenzia di stampa iraniana Enterkhab e dal canale televisivo in lingua persiana con sede a Londra Iran International, ripresi dal quotidiano web Middle East Monitor, citando un anonimo consigliere del ministro dell’intelligence iraniano che ne avrebbe riferito durante una cerimonia presso l’Università internazionale di Qazvin.

Secondo la fonte la Cina dovrebbe ricevere 15.000 droni iraniani di tipo non precisato e la potenza asiatica sarebbe uno dei 90 clienti dell’industria degli UAV di Teheran. La notizia, che non trova per ora conferme, si inserisce nel contesto delle accuse anglo-americane a Teheran per le forniture di droni alla Russia, a lungo negate dalla Repubblica Islamica che poi hanno ammesso che la cooperazione militare con Mosca in questo settore ha preso il via prima dell’inizio dell’intervento russo in Ucraina.

Il Wall Street Journal, citando una fonte ufficiale di un paese alleato degli Stati Uniti, ha riferito nei giorni scorsi che Iran e Russia stanno sviluppando la produzione su licenza in stabilimenti russi di almeno 6mila droni iraniani. Ipotesi credibile considerando il gran numero di droni-suicidi (loitering munitions) Shahed 136 impiegati dai russi con il nome di Geran-2.

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Gli Stati Uniti hanno frenato le esportazioni di tecnologie e componenti che potrebbero aiutare le aziende iraniane del settore UAV.

Altre rivelazioni circa le forniture di droni iraniani a Mosca sono state rese note in Gran Bretagna da The Guardian che ha citato fonti interne infirmate sulla consegna alla Russia di diversi modelli di UAV via nave attraverso il Mar Caspio.

Si tratterebbe di 12 Shahed-129 e Shahed-191 realizzati da Iran Aircraft Manufacturing Industries Corporation (HESA) e 6 Mohajer-6 prodotto da Qods Aviation Industry Company, modelli selezionati da una delegazione militare russa recatasi segretamente in Iran lo scorso autunno.

Lo Shahed 129 (nella foto in fondo all’articolo) è in servizio con i Guardiani della Rivoluzione dal 1918, ha un’autonomia di 24 ore può svolgere missioni di ricognizione, sorveglianza, intelligence ma anche di attacco imbarcando 8 missili o bombe oppure schiantandosi sull’obiettivo.

Lo Shaehd 191 è un drone stealth “ispirato” all’RQ-170 statunitense abbattuto dagli iraniani nel 2011: poche le notizie trapelate ma pare che il velivolo abbia un raggio d’azione di 450 chilometri e possa essere armato con 2 missili aria-terra  Sadid-1 nella stiva per 50 chili di peso.

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Il Mohajer-6 (nella foto sopra) è in servizio dal 2016 ed è stato esportato in Etiopia, Iraq e Venezuela: può imbarcare pod da ricognizione e 4 missili o bombe.

Secondo le fonti  “la maggior parte dei droni inviati sono stati prelevati segretamente da un’imbarcazione iraniana da una base sulla costa del Mar Caspio, e poi trasferiti in mare su una imbarcazione della marina russa” mentre altri droni “sono stati inviati su una compagnia aerea iraniana di proprietà statale”.

Teheran “ha anche inviato tecnici a Mosca per aiutare a mettere in servizio i droni”. Le fonti hanno rivelato che tre funzionari iraniani per drone – 54 funzionari in tutto – hanno contribuito a implementare i velivoli nell’esercito russo”. Secondo il Guardian,”I leader di alto livello dei pasdaran, Khalil Mohammadzadeh, Suleiman Hamidi e Ali Shamkhani hanno svolto un ruolo centrale nelle esportazioni di droni verso la Russia”.

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Secondo la fonte la maggior parte dei 24 droni sarebbe stata imbarcata su navi iraniane della Flotta del Mar Caspio e consegnati a unità navali russe in quelle acque. Da mesi orai voli cargo iraniani (operati con IL-76) raggiungono gli aeroporti russi, forse trasportando droni smontati.   Le forniture iraniane di droni alla Russia potrebbero far parte di un’intesa che vede Mosca impegnata a fornire a Teheran almeno 24 caccia Sukhoi Si-35 che sarebbero di imminente consegna.

Del resto le relazioni tra Iran, Russia e Cina nel settore della Difesa e Sicurezza non devono stupire sia perché non sono certo nuove sia perché i tre stati sono membri dell’organizzazione multinazionale di sicurezza Shangai Cooperation Organization (SCO), Teheran in qualità di “osservatore” per il momento.

Foto: Ministero della Difesa Ucraino, Ministero Difesa Iraniano e FARS

 

 

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