I russi entrano a Bakhmut, l’Ucraina schiera 1,3 milioni di militari

 

 

Mentre le truppe russe continuano ad avanzare sul fronte di Kharkiv avvicinandosi sempre di più a Kupyansk e sul fronte di Donetsk, ampliando la manovra a tenaglia tesa a chiudere in una sacca o costringerle alla ritirata le truppe ucraine a Bakhmut, fonti d’informazione russe rivelano che Kiev manterrebbe oggi in servizio circa 1,3 milioni di combattenti.

A nord, l’esercito ucraino ha invitato “le famiglie con bambini e le persone con mobilità ridotta” a lasciare la città di Kupiansk nella regione di Kharkiv “a causa dei costanti bombardamenti” da parte delle forze russe secondo quanto riportato dalla Bbc. Kupiansk era stata conquistata di russi nella prima parte del conflitto ma è tornata sotto il controllo delle forze ucraine lo scorso settembre.

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L’ordine di evacuazione per i civili potrebbe indicare che Kiev non è in grado di fermare l’avanzata russa sulla città o il suo eventuale assedio in una fase in cui i russi sono all’offensiva in tutto il settore.  Nelle ultime ore le milizie del Donbass che affiancano i russi e ormai da tempo inquadrate in reparti militari effettivi hanno reso noto di aver costretto gli ucraini a ritirarsi cda Pervomaiskoye a pochi chilometri  da Kupyansk.

Dopo molte indiscrezioni circa il ritiro delle truppe ucraine da Bakhmut ormai quasi del tutto circondata e con le truppe russe che si spingono verso ovest da nord e da sud della città, sembrano giungere informazioni che confermerebbero la determinazione degli ucraini a ritirarsi prima che la “sacca” venga chiusa anche se i russi sembrano voler lasciare aperta una via di fuga al nemico per evitare di dover combattere metro per metro nel centro urbano.

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La CNN ha riportato che le forze ucraine hanno fatto esplodere il ponte ferroviario all’interno di Bakhmut, già precedentemente danneggiato dagli ucraini quali ai resta una via di fuga solo attraverso i campi e strade sterrate dopo che anche la strada per Chasyv Yar, l’ultima praticabile per lasciare la città, è tenuta sotto tiro dai reparti del Gruppo Wagner.

La demolizione delle infrastrutture che potrebbero essere utili al nemico è un ulteriore indizio di un possibile rapido ritiro dalla città della guarnigione di Kiev anche perché la notte del 2 marzo le truppe di Mosca hanno fatto saltare in aria un altro ponte, che collegava Bakhmut al vicino villaggio di Khromove.

La notizia potrebbe indicare la determinazione russa a consentire al nemico di ritirare i militari ma non gli equipaggiamenti pesanti (armi e munizioni non portatili) rimasti a Bakhmut.

Il bollettino quotidiano dell’intelligence della Difesa britannica evidenzia  che” nelle ultime 36 ore sono stati distrutti due ponti chiave a Bakhmut, compreso un ponte vitale che collega la città all’ultima principale via di rifornimento da Bakhmut alla città di Chasiv Yar. Le vie di rifornimento in mano agli ucraini sono sempre più limitate”, conclude la nota di Londra.

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Inoltre, un reparto ucraino di droni tattici ha ricevuto l’ordine di ritirarsi da Bakhmut, come ha riferito il comandante della stessa unità con un video pubblicato oggi su Telegram. “Nel cuore della notte, l’unità Madiar Birds ha ricevuto un ordine operativo per l’immediata uscita da Bakhmut e lo spostamento verso un nuovo luogo di operazioni”, ha detto il comandante Robert Brovdi.

Il ritiro dei reparti di supporto potrebbe anticipare anche quello delle unità di fanteria asserragliate in città. Proprio oggi il fondatore del Gruppo Wagner, Evgeny Prigozhin, in un video ha dichiarato che le forze russe hanno praticamente circondato la città (per i russi Artyomovsk), invitando il presidente ucraino Volodymir Zelensky a evacuare anziani e bambini e a offrire ai militari l’opportunità di lasciare la città.

Quanto alle perdite tra russi e ucraini è difficile fornire cifre attendibili. Basti pensare che ieri la BBC britannica ha reso noto che sarebbero 16.071 i soldati russi caduti in poco più di un anno di guerra in Ucraina la cui morte è stata accertata e documentata, superando così la soglia dei 15mila caduti registrati dai sovietici in Afghanistan tra il 1979 e il 1989.

Un dato che l’emittente pubblica britannica ha perso dal sito di opposizione russa Mediazona (considerato “agente straniero” da Mosca) precisando però che il numero reale potrebbe essere decisamente più alto valutandolo in 144.500 morti, feriti e dispersi ma senza fornire fonti o indizi a sostegno.

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Secondo Mediazona (che indica anche le specialità militari di appartenenza dei caduti e la loro età)  la maggior parte delle persone uccise in azione proveniva dalle regioni di Sverdlovsk e Chelyabinsk, Bashkiria, Buriazia e Daghestan. Circa il 40% dei caduti sarebbero rimasti uccisi negli ultimi due mesi mentre sul totale almeno 1.366 caduti sarebbero riservisti richiamati.

Sempre ieri però il bollettino quotidiano dello stato maggiore delle Forze Armate ucraine stimava le perdite russe in circa 151.370, contando solo quelli uccisi.

A proposito di bollettini, quello diffuso ieri proprio dal Gruppo Wagner evidenzia (vedi la mappa qui sotto) i progressi ottenuti nelle ultime ore dai russi nei diversi quartieri della città.

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Nel quartiere Ilyinovka i contractors avanzano lungo la via Rechnaya, nei pressi della fabbrica di lavorazione della carne hanno raggiunto la via Zarechnaya mentre nel quartiere Zabakhmutka muovono verso ovest lungo la via Gorky e Partizanskaya.

Nel quartiere di Budenovka infine le forze del Gruppo Wagner sono giunte a ridosso delle fortificazioni ucraine tra le strade Tchaikovsky e Korsunsky.

Il vicesindaco di Bakhmut, Oleksandr Marchenko, parlando al programma Today di BBC Radio, ha affermato che sono in corso combattimenti nelle strade della città e ha stimato in 4.000/4.500 il numero di civili rimasti in città dei 75.000 che la abitavano prima della guerra.

Nonostante le pesanti perdite subite anche e soprattutto negli ultimi mesi a Soledar e Bakhmut, il canale Telegram russo d’informazione militare Lostarmour ha cercato di fare il punto sulla consistenza dell’esercito ucraino.

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Secondo stime francesi (nella tabella qui sotto in cui mancano le nuove brigate in fase di costituzione) gli organici militari  dell’Ucraina, includendo Forze Armate, Forza Territoriale e Guardia Nazionale, schierano in totale 1,3 milioni uomini e dispongono di totale di 100 brigate più 6 corazzate per un massimo di 700 battaglioni di fanteria e 35-40 battaglioni di carri armati.

La valutazione include anche la stima di circa 30 mila combattenti occidentali che operano al fianco degli ucraini.

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Gli ultimi arruolamenti e l’impiego di personale appartenente in precedenza ad altre unità permettono a Kiev di costituire una quindicina di nuove brigate:

  • 37a e 38a Fanteria di Marina (la 38a sarebbe basata sul 503° Battaglione indipendente)
  • 5a Brigata indipendente da Assalto Aereo (costituita intorno al 5° Reggimento da Assalto Aereo)
  • 13a Brigata Cacciatori (Jaeger)
  • 48a Brigata Artiglieria
  • le brigate meccanizzate 22a, 23a, 31a, 32a, 88a, 116a, 117a e 118a (equipaggiate con i nuovi veicoli corazzati in arrivo dai paesi della NATO)
  • Almeno 3 brigate di fanteria schierate nelle regioni di Lviv, Ivano-Frankivsk and Kyiv.

 

Foto: Brigata Azov, Wagner Group, Slavyangrad, RVvoenkory e Gian Micalessin

 

 

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