Il missile nordcoreano lanciato il 4 ottobre potrebbe non essere un Hwasong-12

 

 

In un articolo pubblicato il 15 febbraio scorso da Breaking Defense, Ralph Savelsberg, professore associato presso l’Accademia olandese della Difesa a Den Helder e membro del Breaking Defense Board of Contributors, alza il livello di allarme sulle capacità offensive nordcoreane e fornisce un’analisi esclusiva sui risultati ottenuti da Pyongyang con il lancio del missile balistico avvenuto il 4 ottobre 2022 dalla provincia settentrionale di Jagang, al confine con la Repubblica Popolare Cinese.

Durante il test, ultimo dei tanti live effettuato Forze Missilistiche Strategiche della Repubblica Democratica Popolare della Corea, il vettore ha sorvolato il Giappone e si è inabissato nell’Oceano Pacifico dopo aver tracciato una traiettoria di oltre 4.500 km ed aver toccato una quota di 965 km. Un risultato allarmante, che pone l’attenzione su un sistema missilistico sicuramente performante, capace di trasportare un carico utile significativamente maggiore e a distanze simili o superiori di quelle fino ad ora raggiunte dal Hwasong-12.

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Nel 2017 la Repubblica Democratica Popolare ha effettuato sei test con il missile balistico a raggio intermedio (IRBM) Hawsong-12, tre dei quali con successo.

Il primo, lanciato il 14 maggio dal sito di Kusong, ha volato per circa 30 minuti ed è caduto nel Mar di Corea raggiungendo una distanza di 787 km e un apogeo di 2.111 km, una traiettoria verticale che indica come il vettore, se sparato con l’intento di massimizzarne la gittata, avrebbe sicuramente potuto volare per più di 4.000 chilometri.

Il raggio d’azione, che metterebbe a rischio il territorio statunitense dell’isola di Guam e l’estrema punta occidentale della catena delle Isole Aleutine, rimane comunque del tutto teorico, soprattutto senza un’indicazione del carico utile. Infatti, si stima che 14 maggio il missile abbia trasportato il guscio di una testata dummy di soli 150 kg, un peso certamente inferiore ai 650 kg teorici che certamente ne ridurrebbero la gittata a circa 3.500 km.

Il secondo test di successo viene eseguito il 28 agosto, con un lancio partito da una piattaforma in cemento sita all’interno della base aerea di Sunan, 20 km a nord di Pyongyang. Il missile sorvola l’isola giapponese settentrionale di Hokkaido e prima di concludere la sua traiettoria nell’Oceano Pacifico percorre oltre 2.700 km, con un apogeo di 550 km.

Il terzo test concluso con successo è del 15 settembre, con un Hwasong-12 lanciato ancora da Sunan che sorvola nuovamente l’isola di Hokkaido e, con un volo di 19 minuti, raggiunge l’altitudine di 770 km e una distanza di 3.700 km, inabissandosi nell’Oceano Pacifico 2.200 km a largo della costa orientale del Giappone. A differenza dei test precedenti, il vettore viene lanciato direttamente da un Transporter Erector Launcher (TEL), indicazione questa della fiducia che la Corea del Nord ripone nell’affidabilità del progetto.

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Dallo studio delle immagini relative al vettore lanciato il 4 ottobre scorso, Ralph Savelsberg ipotizza che il missile utilizzato per il test sia effettivamente simile al Hwasong-12, ma con caratteristiche chiaramente diverse. Il Hwasong-12 è spinto da un gruppo motori Paektusan, con un unico motore centrale, un razzo a propellente liquido che sviluppa una spinta di 464,1 kN, e quattro motori Vernier utilizzati per le correzioni di rotta.

Al contrario, il nuovo missile ha un unico propulsore a razzo principale e non ci sono motori per la traiettoria. Diversa anche la coda, la parte anteriore e i serbatoi, evidentemente più lunghi, così come le prestazioni, più performanti sia in termini di range operativo sia come carico utile. Altresì, entrambe i missili vengono alimentati a propellente liquido, hanno dimensioni simili, sia per diametro (1,56 m) che lunghezza totale (16.40 m), e utilizzano lo stesso sistema di lancio TEL installato su un autocarro pesante a sei assi MAZ-547.

Tutto ciò suggerisce che il nuovo missile viene spinto dallo stesso nucleo motore installato sul Hwasong-12, ma con ugello di scarico di tipo cardanico. Questa scelta, che permette di sopperire alla mancanza dei quattro motori Vernier, non è comunque sufficiente a garantire la guida del vettore. Un singolo ugello cardanico non fornisce, infatti, il controllo del rollio – rotazione del missile attorno all’asse longitudinale – che quindi richiede un sistema separato, un problema che Savelsberg ritiene possa essere stato risolto vettorializzando la piccola spinta generata dallo scarico della turbopompa utilizzata per l’alimentazione.

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Inoltre, il missile del 4 ottobre potrebbe trasportare più propellente di quanto ne riesca a caricare il un Hwasong-12 e il razzo di spinta ha un tempo di combustione più lungo. Infine, ha un impulso specifico leggermente superiore (l’impulso specifico può essere definito come il rapporto tra la spinta prodotta e il cambiamento di peso del propellente, questo nel caso di motori a razzo a propellente solido), una massa secca (la massa totale finale senza propellente) leggermente inferiore e una resistenza all’attrito minore, valore risultante dell’eliminazione della base svasata presente nel Hwasong-12.

Per quanto riguarda la traiettoria c’è poi uno scollamento tra quella ricavabile dalle foto pubblicate dai media nord coreani e quella indicata dalla stampa giapponese: la traiettoria verso il punto di impatto mostrata sullo schermo di Kim Jong-Un porterebbe il missile sopra la penisola di Oshima, a nord dello stretto di Tsugaru, tratto di mare che separa Honshu e Hokkaido, mentre i media giapponesi riferiscono che il missile avrebbe sorvolato la prefettura di Aomori, a sud dello stretto.

Questa piccola differenza di azimut rispetto al sito di lancio potrebbe indicare che il controllo del rollio del vettorr non ha funzionato come previsto. Le simulazioni messe in atto dal team del professor Savelsberg mostrano anche che il missile può trasportare una testata significativamente più pesante del Hwasong-12, mantenendo comunque inalterato il range operativo.

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Nello specifico, l’isola di Guam dista dalla Corea del Nord circa 3.500 km: a quella distanza il Hwasong-12 può trasportare un carico utile (incluso il suo scudo termico) di 950 kg, mentre il nuovo missile è in grado di sostenerne circa 1.200 kg. Infatti, le simulazioni suggeriscono che il lanciatore sia stato ottimizzato per ottenere le prestazioni registrate il 4 ottobre, poiché per una testata più leggera e una gittata maggiore sarebbe stato meglio utilizzare un missile con meno propellente.

In pratica, se le simulazioni di Savelsber sono esatte, il lancio ha dimostrato che la capacità di carico utile del nuovo missile è superiore di quasi il 20% a quella dichiarata per il Hwasong-12 e che il vettore è comunque in grado di minacciare la principale base militare americana nel Pacifico.

 

Intese con l’Iran?

Le relazioni bilaterali tra la Pyongyang e Teheran datano gli anni Ottanta del secolo scorso, e più esattamente risalgono al periodo della Guerra Imposta Iran-Iraq. Alla base c’è il riconoscimento nordcoreano del regime degli ayatollah instaurato in Persia dalla Rivoluzione khomeinista e il fondamentale aiuto fornito alla Repubblica Islamica nella realizzazione di un arsenale missilistico capace di colpire l’Iraq in profondità.

Con il passare degli anni, il rapporto tra i due Paesi si è esteso e dalla semplice vendita di armi si è passati a vere e proprie cooperazioni militari, incluso lo sviluppo e lo scambio di tecnologia nucleare e di progetti finalizzati alla realizzazione dei relativi programmi missilistici.

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Grazie al background tecnologico messo a disposizione dalla Corea del Nord, Teheran riesce così a crescere e nell’arco di qualche decennio ha sviluppato lanciatori sempre più potenti e missili sempre più precisi

In questa ottica va valutata la possibilità che l’Iran, oggi in possesso di missili balistici con gittata di oltre 1.300 km (Shahab-3) e fino a 2.000 km (Sejjil), voglia estendere il suo range operativo acquisendo da Pyongyang le informazioni necessarie a sviluppare un missile simile a quello lanciato dalle Forze Missilistiche Strategiche nordcoreane il 4 ottobre scorso, con gittata di oltre 4.000 km e un carico utile superiore agli attuali 700-800 kg. Questo gli permetterebbe di arrivare a minacciare gran parte del Vecchio Continente e rafforzare i rapporti con Mosca, dando al Cremlino la possibilità di contare sulle capacità offensive di uno degli alleati anti-occidentali più convinti. (IT Log Defence)

Foto: Breaking Defense, IRNA e KCNA

 

 

Eugenio Roscini VitaliVedi tutti gli articoli

Colonnello dell'Aeronautica Militare in congedo, ha conseguito un master di specializzazione in analisi di sistema e procedure all'Istituto Superiore di Telecomunicazioni. In ambito internazionale ha prestato servizio presso il Comando Forze Terrestri Alleate del Sud Europa, la 5^ Forza Aerea Tattica Alleata e il Comando NATO di AFSOUTH. Tra il 1995 e il 2003 ha preso parte alle Operazioni NATO nei Balcani (IFOR/SFOR/KFOR). Gestisce il sito ITlogDefence.

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