Le minacce alla sicurezza nazionale nella Relazione annuale dell’Intelligence
Il rischio di attentati di matrice jihadista, i crescenti flussi migratori illegali, gli sviluppi della guerra in Ucraina e la minaccia anarco-insurrezionalista sono stati al centro della “Relazione annuale sulla politica dell’informazione per la sicurezza” relativa al 2022 curata dal Comparto Intelligence e presentata a Roma il 28 febbraio.
La relazione è stata illustrata a Palazzo Dante, alla presenza del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, del presidente del Copasir Lorenzo Guerini, del direttore generale del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza Elisabetta Belloni, del direttore dell’Agenzia Informazioni e Sicurezza esterna Giovanni Caravelli e del Direttore dell’Agenzia Informazione e Sicurezza interna Mario Parente.
La Relazione dell’intelligence prende in esame l conflitto in Ucraina circa il quale l’intelligence italiana ha messo a fuoco vari temi strategici: i fattori principali che modificano la traiettoria del conflitto, le condizioni alle quali sarà possibile raggiungere una pace giusta e credibile, le implicazioni sull’architettura di sicurezza europea, il futuro dei territori ucraini occupati, come e sino a dove potrebbero svilupparsi le operazioni militari, le condizioni necessarie a far cessare la campagna di bombardamenti russa le infrastrutture civili ucraine, la sostenibilità dello sforzo militare per ambo i belligeranti.
Tra le conseguenze di questa guerra, l’aumento dei prezzi dell’energia e del costo delle materie prime e una generale instabilità.
“Mosca cerca di sfruttare questo periodo di relativa stasi per riavviare le attività del complesso militare-produttivo russo che, pur restando significativo per capacità produttive, inizia a risentire dell’impatto delle sanzioni occidentali. L’anno si è chiuso anche con il riconoscimento da parte del Presidente Putin delle difficoltà incontrate nel Donbass per contrastare le Forze ucraine, segnale che, collegato alla proposta di ristrutturazione delle Forze armate russe conferma l’intento di proseguire il conflitto fino al conseguimento degli obiettivi cardine ricercati da Mosca. La Russia non smetterà di interferire nelle dinamiche politiche e nei processi decisionali interni ai Paesi Nato, ricorrendo ancor più che in passato a metodi coercitivi e manipolativi, quali attacchi cyber, disinformazione, ricatti e utilizzo di leve come quella migratoria ed energetica”.
Il tema dei flussi migratori illegali trova ampio rilievo nella relazione dell’Intelligence che riscontra un aumento di sbarchi dalla Turchia mentre le offerte dei trafficanti per imbarcare i clandestini sulla rotta del Mediterraneo orientale trovano una crescente diffusione su web e social network gestiti dalle stesse organizzazioni criminali.
La relazione rileva come la presenza delle navi delle ONG rappresenti “un vantaggio logistico per le organizzazioni criminali che gestiscono il traffico dei migranti, permettendo loro di adeguare il modus operandi in funzione della possibilità di ridurre la qualità delle imbarcazioni utilizzate, aumentando correlativamente i profitti illeciti, ma esponendo a più concreto rischio di naufragio le persone imbarcate”.
Una conferma ulteriore di quanto sottolineato in più occasioni dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e dal sottosegretario all’Interno Nicola Molteni.
“Il nostro Paese, in linea con gli anni precedenti, continua a rivelarsi la principale porta d’ingresso e transito di migranti irregolari nell’Unione europea”, ha aggiunto il rapporto che evidenzia anche il rischio di atti terroristici, in particolare quello di matrice jihadista circa i quali l’allerta resta massima in Italia e in Europa:
“Per quanto riguarda l’Italia, il dispositivo intelligence ha colto, nell’anno in esame, il persistere di fattori di rischio, esogeni ed endogeni, legati all’estremismo sunnita. La destabilizzazione delle infrastrutture securitarie, in quei teatri di crisi all’estero dove più radicato è il terrorismo jihadista, alimenta l’incognita di possibili infiltrazioni da parte di soggetti controindicati, intenzionati ad approfittare dell’intensificarsi delle spinte migratorie lungo le rotte marittime e terrestri in direzione del nostro Paese”.
Per farvi fronte si è fatto ricorso nel 2022 a 79 provvedimenti di espulsione allontanando dal territorio nazionale gli stranieri considerati pericolosi.
“La galassia jihadista continua a percepire la crisi Ucraina come un’opportunità di livello strategico e anche a livello tattico per l’elevato grado di instabilità sul terreno” ha dichiarato il direttore dell’Agenzia informazioni e sicurezza esterna (AISE) Giovanni Caravelli.
“Il conflitto russo-ucraino ha gettato una nuova luce sul ruolo dell’Intelligence, ossia dell’importanza dell’individuazione preventiva di elementi e valutazioni cruciali necessarie a conseguire e mantenere il cosiddetto vantaggio informativo sui competitor di ogni forma, dimensione e scala e della loro conseguente tempestiva condivisione a beneficio delle scelte del’autorità politica e del lavoro quotidiano delle altre amministrazioni”,
Nel report non mancano i riferimenti al caso Cospito e alla minaccia anarco-insurrezionalista cui vengono attribuiti 31 azioni terroristiche nel 2022. “Le forze di Polizia hanno nuovamente qualificato la minaccia anarco-insurrezionalista come la più concreta e vitale, caratterizzata da componenti militanti determinate a promuovere, attraverso una propaganda di taglio fortemente istigatorio, progettualità di lotta incentrate sulla tipica azione diretta distruttiva”.
Il direttore dell’AISI, Mario Parente a questo proposito ha aggiunto come “l’anarco-insurrezionalismo ha visto un rinnovato attivismo in relazione alla contestata applicazione del 41 bis ad Alfredo Cospito e ha continuato, attraverso i collegamenti internazionali, a creare condizioni di potenziale insicurezza”.
Nel corso del suo intervento Caravelli ha segnalato che “la Federazione anarchica informale” di Alfredo Cospito “ha consolidato i rapporti tra circuiti anarco-insurrezionalisti europei e omologhe realtà cilene e argentine.
A questo link la Relazione integrale in PDF
(con fonti Italpress e Public Policy)
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