I caschi blu tedeschi lasceranno il Mali tra un anno

 

 

Le forze armate tedesche (Bundeswehr) concluderanno la missione in Mali il 31 maggio 2024. Lo ha dichiarato il portavoce del governo, Steffen Hebestreit, in una nota nella quale viene specificato che l’esecutivo proporra’ al Parlamento questo mese di prorogare l’impegno della Germania nell’operazione Minusma “per l’ultima volta di un anno, al fine di portare la missione a una fine strutturata dopo dieci anni”.

La decisione tiene conto in particolare delle elezioni previste in Mali il 20  febbraio 2024 mentre la giunta militare ha reso noto che si terrà il prossimo 18 giugno il referendum costituzionale osteggiato dal movimento “Appello per il 20 febbraio” che chiede elezioni subito e un rapido ritorno al governo civile.

La decisione deve ancora essere approvata dal parlamento di Berlino, ma il più grande dispiegamento militare all’estero della Germania, con circa 1.100 soldati, potrebbe concludersi nel 202. Dalla metà del 2013 la Bundeswehr partecipa alla missione “Minusma” delle Nazioni Unite per tentare di stabilizzare il Mali ma ora Berlino punta a orientare diversamente propri sforzi nella regione del Sahel puntando a consolidare la presenza, non solo militare, in Niger Mauritania e nel Golfo di Guinea dove i governi locali sono più favorevoli di quello di Bamako alla presenza di forze militari europee e occidentali.

Le truppe tedesche in Mali sono schierate per lo più nella regione di Gao, nel nord ma negli ultimi mesi hanno incontrato crescenti difficoltà anche logistiche dopo che la giunta militare ha negato il permesso di sorvolo agli aerei militari tedeschi. Le tensioni tra la missione Onu e le autorità militari del Mali sono aumentate anche in seguito al presunto arrivo di contractors russi della compagnia militare privata Wagner in appoggio alle forze governative.

L’Onu ha dichiarato di non aver ancora ricevuto una notifica ufficiale del ritiro tedesco, aggiungendo che la Minusma e la popolazione del Mali hanno bisogno del continuo sostegno internazionale.

“La missione sta valutando l’impatto di questi ritiri sulle sue operazioni e stiamo gia’ discutendo con diversi Paesi per colmare eventuali lacune”, ha dichiarato il vice portavoce delle Nazioni Unite Farhan Haq. La scorsa settimana, il Regno Unito e la Costa d’Avorio hanno annunciato il loro ritiro dalla Minusma, una delle maggiori operazioni delle Nazioni Unite, e altri Paesi hanno fatto annunci simili negli ultimi mesi.

Londra ha reso noto che la crescente dipendenza del Mali dai mercenari russi ne sta minando la stabilità, ma non ha fornito una tempistica per il suo ritiro. La Francia ha già ritirato le sue truppe dall’ex colonia schierate in Mali nell’ambito della missione Barkhane nel Sahel che aveva fornito supporto aereo alla Minusma.

Il 6 maggio 7 caschi blu sono rimasti feriti nell’esplosione di un ordigno al passaggio del loro convoglio 34 chilometri a nord di Douentza, nella regione centrale. Sei attacchi simili con ordigni esplosivi improvvisati (IED) sono stati accertati nel 2023 nel centro del Paese, ha affermato la Minusma. Mine e IED hanno ucciso 80 dei 185 caduti per atti ostili registrati da Minusma che conta circa 12mila soldati ed è la missione ONU che ha subito più perdite negli ultimi anni.

L’8 maggio 6 soldati maliani sono stati uccisi e 9 sono stati feriti in un’imboscata contro un distaccamento dell’esercito maliano vicino a Badala, a circa 130 km dalla capitale., Secondo quanto riferito all’Agenzia France Presse la reazione dei soldati ha causato “diversi morti” tra gli aggressori.

“La recente escalation in Sudan ci ha mostrato come l’instabilità di un Paese possa improvvisamente diventare una minaccia esistenziale per la vita dei nostri cittadini”, ha dichiarato il 3 maggio il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius. “Attraverso il nostro impegno nel Sahel continuiamo a incoraggiare e promuovere la crescente appropriazione da parte degli africani della sicurezza e della stabilità nel loro continente”.

Il ministro degli Esteri, Annalena Baerbock, ha spiegato che “quando gli Stati dell’area del Sahel combattono, sentiamo il tremore anche qui in Europa. Per questo continueremo ad impegnarci con la popolazione della regione in futuro, sul piano civile e militare”.

Ai legami tra la giunta maliana e Mosca, che complicano la presenza militare europea, si aggiungono quelli tra la Russia e il Burkina Faso, il cui presidente ad interim, il capitano Ibrahim Traoré, si è detto soddisfatto dei legami militari del suo Paese con la Russia, che ha definito un partner strategico. “Sono soddisfatto della nostra cooperazione militare con la Russia che risale a molto tempo fa ma che la stiamo sviluppando ulteriormente”, ha spiegato Traoré il 5 maggio  negando che la PMC Wagner sostenga le forze del Burkina Faso nella loro lotta anti-jihadista.

Il capo della giunta militare ha poi dichiarato che l’uscita delle forze francesi dal Paese “non significa che la Francia non sia più un alleato, perché l’ambasciata francese è ancora qui”. Traoré ha parlato di “nuove forme di cooperazione”, descrivendo la Russia come un esempio di “alleato strategico” e la Turchia come un partner importante.

Il presidente ad interim ha anche menzionato la Corea del Nord, ricordando che in passato essa ha sostenuto il Paese con attrezzature militari pesanti ancora in uso e aggiungendo che vorrebbe più rifornimenti da Pyongyang. Il capo di Stato ha affermato che il Burkina Faso ha molti partner internazionali, ma “collaborerà solo con coloro che vogliono aiutarci, come con la vendita di attrezzature e dandoci supporto”.

Il 9 maggio fonti della sicurezza hanno reso noto che l’esercito ha neutralizzato oltre 150 combattenti jihadisti in un’operazione condotta nel centro-nord e a est del Paese. condotta con un raid aereo nella zona di Minama, fra Bourzanga e Kongoussi, dove un gruppo di miliziani si era riparato per le forti piogge. In un comunicato, l’esercito ha fatto sapere che i miliziani sono stati “fulminati dal raid aereo con tutto il loro materiale”, mentre altri due attacchi compiuti dall’Aeronautica militare hanno colpito le posizioni dei jihadisti situate nella regione centro-orientale.

Le forze aeree del Burkina Faso sono state rafforzate recentemente con elicotteri da attacco Russi Mil Mi-24 e droni armati turchi BayraktarTB2.

Foto Bundeswehr

 

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