L’Europa in ritardo nel produrre munizioni per l’Ucraina
I governi occidentali, in particolare quelli europei, non sono riusciti ad agire abbastanza velocemente da invertire la loro politica industriale per soddisfare le crescenti esigenze dell’Ucraina di munizioni di artiglieria, veicoli corazzati e altre armi.
Lo hanno evidenziato diversi esperti militari citati dal Washington Post in un ampio e documentato articolo pubblicato il 19 maggio (Europe’s military industrial capabilities fall short of Ukraine’s needs di Catherine Belton e Emily Rauhala) in cui si sottolinea come le scorte di Kiev di munizioni e armamenti di origine russo/sovietica (che rappresentavano l’85 per cento dei sistemi missilistici per la difesa aerea) siano in esaurimento, come peraltro anticipato nei mesi scorsi dai documenti riservati del Pentagono trapelati su diverse piattaforme social, mentre le forniture occidentali sono insufficienti a rimpiazzarli.
Un cointesto che secondo le fonti del WP “ostacolerà la capacità dell’Ucraina di lanciare ulteriori offensive, mentre alti funzionari ucraini temono che la più volte annunciata controffensiva possa non essere all’altezza delle aspettative” a causa della carenza di armi e soprattutto munizioni.
Per Jack Watling, ricercatore senior per la guerra terrestre presso il Royal United Services Institute “il nocciolo della questione è che questo era ovvio nell’aprile dello scorso anno, ma sono rimasti seduti con le mani in mano” ha detto riferendosi ai governi europei.
“Nel corso degli anni, le forze armate europee non si sono concentrate sulla grande guerra in Europa”, ha affermato Camille Grand, che fino allo scorso anno era assistente del segretario generale della NATO per gli investimenti nella difesa ed è ora un membro politico del Consiglio europeo per le relazioni estere. “Non era fondamentale per la pianificazione e non stavano accumulando munizioni in numero sufficiente per quel tipo di emergenza”.
La portavoce della NATO Oana Lungescu ha affermato che l’alleanza “continua a lavorare per affrontare rapidamente le carenze nelle scorte di munizioni, migliorare l’interoperabilità e l’intercambiabilità e rafforzare la base industriale transatlantica. Diversi alleati, tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Norvegia e Francia, hanno già firmato nuovi importanti contratti con l’industria della difesa, consentendo loro di investire in una maggiore capacità produttiva”.
La NATO, sottolinea il Washington Post, ha rifiutato di fornire ulteriori dettagli sui contratti.
Gran parte degli aiuti militari annunciati all’Ucraina dai governi occidentali provengono da equupaggiamenti che sarebbero comunque fuori servizio, ha affermato Watling. “La maggior parte di ciò che abbiamo dato è roba che abbiamo già pagato molto tempo fa, e avremmo dovuto pagare per smantellarla…(concetto espresso in più occasioni anche da Analisi Difesa- NdR). Ora stiamo parlando di una situazione in cui dobbiamo mettere i soldi sul tavolo perché dobbiamo investire in capacità industriale”.
Il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha contribuito a porre l’accento sulle munizioni in una riunione dei ministri della difesa della NATO a febbraio, avvertendo che l’Ucraina stava consumando munizioni molto più rapidamente di quanto potesse essere prodotto. I tempi di attesa per le nuove munizioni di grosso calibro sono cresciuti da 12 a 28 mesi, ha affermato.
La Commissione europea questo mese ha annunciato un piano da 500 milioni di euro per aumentare la produzione in Europa dei proiettili di artiglieria di cui l’Ucraina ha bisogno ma diversi esperti sentiti dal WP valutano che, sebbene l’iniziativa segni un cambiamento significativo, è stata troppo lenta per influire sul conflitto.
“Altrettanto importante quanto sostenere un’offensiva di successo è una politica industriale che corrisponda alla portata della guerra, e non l’abbiamo ancora”, ha detto il generale Richard Barrons, ex comandante del British Army’s Joint Forces Command. “La cosa più irritante è che abbiamo perso 13 mesi di guerra prima di iniziare a far crescere l’industria. Non abbiamo visto il tipo di attività industriale per dare all’Ucraina le cose di cui ha bisogno per combattere su larga scala”.
L’articolo del Washington Post snocciola cifre esplicative. Nel 2022 l’esercito ucraino ha sparato 180.000 colpi di artiglieria al mese (si considerano gli obici di calibro 105, 122, 130, 152 e 155mm).
Prima della guerra, la produzione statunitense era di 14.500 proiettili al mese, simile a quella dell’UE. Gli Stati Uniti sono stati più rapidi nel rispondere all’esaurimento delle scorte, aumentando la produzione interna a 20.000 proiettili al mese e investendo in nuove capacità per aumentarla entro qualche anno fino a 90.000 al mese.
L’Ucraina sta però consumando nei primi mesi del 2023 da 90.000 a 140.000 proiettili d’artiglieria al mese, secondo Watling, mentre nella UE gli investimenti nella produzione potrebbero richiedere da uno a due anni per entrare in funzione e dare frutti nonostante l’invito di Thierry Breton, commissario europeo per il mercato interno, a passare alla “modalità economia di guerra”.
Del resto il 23 maggio l’Alto rappresentante della politica estera UE, Josep Borrell, ha dichiarato che “grazie ai fondi dell’European Peace Facility abbiamo reso disponibili aiuti militari all’Ucraina per un valore di 10 miliardi di euro fornendo 220 mila munizioni d’artiglieria e 1.300 missili”. Se i dati sono veri significa che la Ue ha fornito Kiev munizioni d’artiglieria per un’autonomia di fuoco di circa due mesi!
“Non devi essere un grande analista militare per rendersi conto che i paesi europei che fanno grandi investimenti nella produzione di artiglieria a 13 mesi dall’inizio della guerra sono un po’ in ritardo”, ha detto al WP Michael Kofman, direttore del programma di studi sulla Russia presso il Center for Naval Analisys.
Peraltro la Russia sta al contrario potenziando la produzione bellica fin dalle settimane successive all’intervento militare in Ucraina. I dati recentemente pubblicati sul sito web del ministero del Tesoro Federale Russo hanno mostrato che Mosca ha speso 2 trilioni di rubli (26 miliardi di dollari) per la Difesa solo a gennaio e febbraio, un aumento del 282% rispetto allo stesso periodo del 2021, ha riferito l’agenzia Reuters citata dal Washington Post.
Watling ha sottolineato che la Russia si appresta a produrre 2,5 milioni di proiettili di artiglieria quest’anno contro 1,7 milioni di prima della guerra, che rappresentavano comunque il quadruplo della produzione congiunta di USA ed Europa.
In risposta all’a UE che si è impegnata a fornire all’Ucraina un milione di proiettili di artiglieria nei prossimi 12 mesi, il presidente russo Vladimir Putin ha ribattuto nel marzo scorso che Mosca avrebbe prodotto il triplo di proiettili nello stesso periodo.
“La Russia ha la capacità di mobilitare la propria economia a sostegno delle forze armate e controllare il proprio destino in un modo che l’Ucraina non può fare“, ha affermato Barrons al WP. “La debolezza critica” per l’Ucraina “è la sua dipendenza dalle scorte e dall’industria occidentali”.
Negli ultimi giorni diverse nazioni hanno riferito di nuove forniture militari all’Ucraina che ammonterebbero complessivamente a 65 miliardi di dollari. “Il gruppo di contatto per l’Ucraina ha impegnato quasi 65 miliardi di dollari in assistenza alla sicurezza” ha detto il segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin.
Un dato commentato dal ministro della Difesa russo Sergey Shoigu. “L’Occidente sta costringendo il regime di Kiev, indipendentemente dalle perdite, a mostrare successi tattici e prontezza a combattere ‘fino all’ultimo ucraino’, riempendolo di armi. L’assistenza tecnico-militare a Kiev ha già superato i 65 miliardi di dollari… Più di 2.500 mercenari stranieri sono coinvolti in rappresaglie e combattimenti. Vengono utilizzati metodi terroristici, inclusi sabotaggi e omicidi. Tutto ciò porta a un’escalation del conflitto”.
Gli Stati Uniti hanno preannunciato una nuova tranche di aiuti militari per l’Ucraina per un valore di 300 milioni di dollari ha riferito il 26 maggio Reuters specificando che il pacchetto, che dovrebbe contenere munizioni per lanciarazzi campali HIMARS artiglieria. Gli Stati Uniti hanno promesso all’Ucraina oltre 35 miliardi di dollari di assistenza per la sicurezza dall’invasione russa del febbraio 2022.
Washington ha inoltre annunciato il 25 maggio la vendita di avanzati sistemi missilistici terra-aria NASAMS all’Ucraina per circa 285 milioni di dollari. Il Dipartimento di Stato ha approvato la vendita, che è stata notificata al Congresso, che deve ancora dare il via libera.
Il Canada ha annunciato che donerà 43 missili per la difesa aerea AIM-9 all’Ucraina per aiutare il Paese a “mettere in sicurezza i propri cieli” e che verranno impiegati sulle batterie missilistiche antiaeree NASAMS.
La Finlandia ha reso noto il 25 maggio che fornirà all’Ucraina un pacchetto di aiuti militari dal valore di 109 milioni di euro, fra cui munizioni e armi antiaeree non meglio specificate.
L’Ucraina ha inviato al governo tedesco una richiesta ufficiale per la fornitura di missili da crociera aria-superficie di tipo Taurus (simile agli Storm Shadow britannici ne SCALP EG francesi già forniti da Londra e Parigi a Kiev), che hanno una gittata di almeno 500 chilometri. Lo ha reso noto il ministero della Difesa. “Nei giorni scorsi abbiamo ricevuto una richiesta da parte Ucraina”, ha detto la portavoce del ministero, senza fornire dettagli sull’entità della richiesta ne’ tantomeno su cosa intenda rispondere Berlino.
Seul ha invece smentito di aver sottoscritto un accordo “confidenziale” con gli Stati Uniti per la fornitura di proiettili d’artiglieria all’Ucraina, come sostenuto dal quotidiano Wall Street Journal. Secondo le forze armate, le indiscrezioni pubblicate dal quotidiano statunitense “non sono accurate” e la posizione del governo sudcoreano in merito all’invio di armi letali a Kiev “resta invariata”.
Il portavoce del ministero della Difesa coreano, Jeon Ha-gyu, ha dichiarato durante una conferenza stampa che l’esportazione di munizioni è stata oggetto di “alcune discussioni” tra il dipartimento della Difesa Usa e aziende produttrici coreane, ma ha aggiunto che il governo “non può confermare o aggiungere dettagli”.
Secondo il Wall Street Journal, la Corea del Sud ha segretamente concordato con gli Stati Uniti la fornitura di centinaia di migliaia di proiettili d’artiglieria alle forze armate ucraine, una decisione descritta dal quotidiano come “una inversione di rotta” per Seul, cui l’invio di armi letali a Paesi in conflitto è proibito dalla legislazione nazionale (come prevede anche la Legge 185 italiana).
Secondo il quotidiano, le forniture accordate dalla Corea del Sud sosterranno l’offensiva primaverile delle forze armate ucraine, e consentiranno agli Stati Uniti di rinviare la controversa decisione di inviare a Kiev munizioni d’artiglieria a grappolo (cluster bombs): una misura cui gli Usa potrebbero ricorrere a causa del progressivo assottigliarsi delle loro scorte di munizioni d’artiglieria convenzionali.
Secondo il Wall Street Journal (ripreso in Italia dall’Agenzia Nova), Stati Uniti e Corea del Sud sono giunti a una “intesa confidenziale” dopo mesi di sollecitazioni da parte di Washington: le munizioni d’artiglieria verranno inviate dapprima negli Stati Uniti, e da lì consegnate all’Ucraina. I dettagli logistici non sono noti, e i governi dei due Paesi non hanno risposto alle richieste di commenti del quotidiano.
L’ipotesi di forniture di armi letali all’Ucraina da parte della Corea del Sud era già circolata il mese scorso, in occasione della visita di Stato del presidente coreano Yoon Suk-yeol a Washington. Proprio Yoon aveva affermato nel corso di una intervista che Seul potrebbe superare i limiti legali alla fornitura di armi, in caso di massicci attacchi russi contro obiettivi civili in Ucraina.
Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitrij Medvedev, aveva replicato che la Russia potrebbe rispondere fornendo armi moderne alla Corea del Nord: “Il presidente sudcoreano Yoon Seok-Yeol ha dichiarato che il suo Stato sarebbe pronto a fornire armi al regime di Kiev. Tuttavia, recentemente, i sudcoreani sostenevano che tale possibilità fosse completamente esclusa”, aveva osservato Medvedev. “Mi chiedo cosa diranno gli abitanti di questo Paese quando vedranno i modelli più recenti delle armi russe schierate dai loro vicini, i nostri partner della Corea del Nord? “
Foto: Ministero Difesa Ucraino, Rheinmetall e Telegram/Me.neinsider
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