Al Salone MILEX 2023 la Bielorussia propone missili aria-aria russi ammodernati

 

Al recente salone della difesa bielorusso MILEX-2023 tenutosi a Minsk dal 17 al 20 maggio, è stata mostrata la capacità dell’industria aeronautica nazionale di  produrre UAV ma anche missili di tipo russo-sovietico aggiornati e ammodernati esibiti nello stand dell’azienda statale Belspetsvneshtechnika.

Si tratta delle versioni aggiornate dei missili aria-aria (AAM) R-60 (Codice NATO “AA-8 Aphid”), R-27 (Codice NATO “AA-10 Alamo”) e R-73 (Codice NATO “AA-11 Archer”).

Il primo è un missile a corto-cortissimo raggio a ricerca IR da tempo sparito dalle Forze Armate russe poiché rimpiazzato dal più potente e prestante R-73: si tratta dell’AAM a corto raggio più piccolo del mondo considerando che la sua lunghezza non supera i 2,14 m ed è capace di sviluppare fino a 6 G in manovra e di volare a una velocità massima di 2.5 Mach.

L’R-60, entrato in produzione nel 1973, ha una portata di poco inferiore ai 10 chilometri ed è capace di colpire bersagli fino ad una quota di 28.000 metri.

Ha avuto una vastissima diffusione in tutto il mondo e può vantare il precedente di aver armato, a differenza di altri AAM sovietici, decine di tipi di aerei: MiG-21/-23/-25/-27/-31/-29, Sukhoi Su-15/-17/-22/-24/-25/-27, Yakovlev Yak-38 e perfino l’elicottero Mil Mi-24W “Hind-E” (che ha la capacità di trasportarne 4 esemplari sotto i tronchi alari).

La versione potenziata bielorussa può essere lanciata sia da un caccia che da un sistema missilistico antiaereo a terra. E’ dotato di motore a doppi impulsi e di una nuova centralina automatica oltre ad una nuova spoletta laser.

Nonostante l’evidente età del progetto l’R-60 è stato aggiornato nel corso degli anni e ancora oggi è in servizio con molte forze aeree dotate di velivoli di produzione sovietica per via del suo costo contenuto.

Il Vympel R-27 invece è un missile a medio raggio sviluppato negli anni ’80 in URSS nelle versioni a ricerca SAR e IR al fine di armare i caccia di quarta generazione Sukhoi Su-27 e MiG-29.

Dismesso da pochi anni in Russia e realizzato ancora oggi in Ucraina dalla Artyom, l’R-27 è considerato un analogo del missile americano AIM-7 Sparrow ed è certamente uno dei missili aria-aria più diffusi a livello mondiale considerando il suo impiego in 29 forze aeree nel mondo (incluse Ucraina, India, Vietnam e Indonesia).

L’R-27 è utilizzato anche dall’Aeronautica Bielorussa che alla  avrebbe richiesto l’aggiornamento del sistema d’arma in questione per un costo di 7.000 dollari a missile. Ricordiamo che una versione speciale dell’R-27 adattata a missile terra-aria è stata persino realizzata (e impiegata con successo) dai ribelli yemeniti Houthi.

Il Vympel R-73 arma oggi tutta l’intera linea attuale dei moderni aerei da combattimento russi: MiG-31, Sukhoi Su-30SM, Su-35, MiG-35, Su-25 ed è perfino in grado di armare gli elicotteri d’attacco Kamov Ka-52 e Mil Mi-28NM.

Erede dell’R-60, l’R-73 è stato giudicato come uno dei più moderni e potenti missili a corto raggio del mondo; dotato di sensore di ricerca IR, ha una grande capacità di manovra nel combattimento ravvicinato grazie alla spinta direzionale e al possibile collegamento al sistema di puntamento integrato nel casco del pilota (HMS).

La sua efficacia collaudata dai piloti occidentali nei combattimenti simulati contro i MiG-29 della Luftwaffe (ex DDR) ha portato alla realizzazione dei moderni IRIS-T, ASRAAM e AIM-9X occidentali.

Come l’R-27 anche l’R-73 è utilizzato da numerose Forze Aeree nel mondo e per questo la Belspetsvneshtechnika ne ha proposto l’aggiornamento: la nuova modifica ha ricevuto infatti un angolo di visione esteso con un sistema anti-jamming migliorato ed è in grado di colpire un obiettivo ad una distanza massima di 12 chilometri e ad una quota massima di 20 mila metri.

Foto Belspetsvneshtechnika

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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