Il Canada intende confiscare un Antonov An-124 russo per consegnarlo all’Ucraina

 

Il Primo ministro canadese Justin Trudeau che si è recato recentemente in visita a sorpresa a Kiev, ha annunciato che il Canada confischerà l’aereo da trasporto pesante Antonov An-124 “Ruslan” di proprietà della società russa Volga-Dnepr Airlines al fine di consegnarlo all’Ucraina.

L’aereo russo con registrazione RA-82078, allo stato attuale è fermo presso l’aeroporto internazionale di Toronto Pearson dal 27 febbraio del 2022; quel giorno l’An-124 atterrò in Canada per consegnare un maxi carico proveniente dalla Cina consistente in tonnellate di test per il Covid-19.

D’altra parte, secondo l’ambasciatore russo a Ottawa Oleg Stepanov, l’aereo era stato noleggiato su richiesta del governo canadese stesso per l’emergenza sanitaria dovuta al famigerato virus cinese.

Due ore dopo tuttavia, in risposta all’attacco delle Forze di Mosca in Ucraina, il Canada chiuse il suo spazio aereo ai velivoli russi cosicché l’equipaggio fu dapprima ospitato in un hotel e successivamente rimpatriato in Russia mentre il velivolo rimaneva in terra canadese; le autorità locali affermarono allora che l’Antonov russo sarebbe stato «trattenuto fino alla scadenza di questa restrizione».

Durante questo periodo inoltre è stato accumulato inoltre un debito considerevole per il parcheggio del velivolo per una cifra pari a 350.000 euro (1.066 dollari canadesi al giorno).

Non è da escludere che questo possa essere uno dei motivi principali del contenzioso legale per la confisca dell’An-124, sebbene l’importo non sia minimamente paragonabile al costo del velivolo stesso. Facendo due rapidi calcoli infatti, anche se l’aeromobile rimanesse fermo per diversi anni, il suo valore residuo sarebbe sempre superiore al debito contratto se consideriamo che, a titolo d’esempio:

1) due An-124 in disuso da molti anni sono stati messi in vendita sulla piattaforma russa Avito rispettivamente per 496 milioni di rubli (pari a 5.6 milioni euro) e 379 milioni di rubli (pari a 4, 3 milioni di euro)

2) l’esemplare in questione RA-82078 oggetto di possibile confisca del Governo canadese, di recente aveva superato la prevista forma di manutenzione programmata e aveva ricevuto un nuovo certificato di aeronavigabilità pochi giorni prima, il 15 febbraio 2022.

Secondo l’ambasciatore Oleg Stepanov pertanto una tale decisione equivale a un furto: – «Il regime di Trudeau ha dimostrato che in Canada non esiste uno stato di diritto.»

Sergei Tsekov, membro del Comitato per gli affari internazionali del Consiglio della Federazione Russa, in un’intervista a Russia Today ha osservato che le autorità canadesi sono guidate esclusivamente dall’odio per la Russia nelle loro decisioni, e che queste avranno gravi conseguenze.

«Questa azione non ha nulla a che fare con il diritto internazionale. Contraddice non solo le norme economiche ma anche il buon senso.» – ha detto invece a RT il politologo Pavel Feldman.

Certamente la decisione del Canada a questo punto potrebbe spianare la strada ad altri paesi occidentali nell’intraprendere azioni simili.

Basti pensare che altri tre Antonov An-124 della Volga-Dnepr (due dei quali senza motori) si trovano nell’aeroporto Lipsia Halle, in Germania: si tratta dei velivoli RA-82045, RA-82043, RA-82046 il cui destino ad oggi è ancora del tutto oscuro.

Ricordiamo infatti che lo scalo tedesco è la base della “Ruslan SALIS GmbH”, una joint venture tra la società russa Volga-Dnepr e la compagnia ucraina Antonov Airlines fondata nel 2004 e attiva dal 2006 nell’ambito del progetto NATO “SALIS” (Strategic Airlift Interim Solution) da cui la parte russa si è poi defilata nel 2018 dopo l’inasprimento delle sanzioni statunitensi verso Mosca.

Tale accordo fu firmato nel 2005 e prevedeva due cargo Antonov sempre a disposizione a Lipsia e la possibilità di averne altri quattro in caso di necessità, soprattutto in relazione alle complesse esigenze logistiche dei contingenti internazionali schierati allora nel teatro afghano.

Gli An-124 vennero così utilizzati non solo per gli scopi logistici civili dell’UE, ma anche da ben 13 Paesi della NATO per i servizi di trasporto militari, a esclusione degli Stati Uniti.

A proposito di USA, nel 2019 sempre la Volga Dnepr aprì presso l’Aeroporto Internazionale “George Bush” di Houston, un proprio hub specializzato nei “trasporti XXL” (i cosiddetti trasporti fuori misura) al fine di fornire questo speciale servizio ai clienti di tutto l’intero continente americano, dall’Alaska fino all’Argentina.

Sugli An-124 “abbandonati” la pretesa ucraina era stata formulata già nelle parole di Dmitry Antonov, pilota del mastodontico An-225 Mriya andato perso nell’invasione russa di Kiev Gostomel nei primi giorni di guerra: secondo lui il prelievo coatto dei quattro An-124 russi doveva costituire un parziale compenso per la distruzione dell’An-225.

Secondo il pilota ucraino inoltre, l’ulteriore giustificazione per il trasferimento forzato di questi aerei all’impresa statale ucraina Antonov poteva essere motivata considerando il fatto che dal 2014, quando i rapporti tra i due paesi s’interruppero, gli An-124 effettuarono un prolungamento tecnico operativo della piattaforma in Russia, chiaramente senza l’azione del costruttore ucraino.

Anche se, a onor del vero, le medesime azioni avvengono in Ucraina a parte inversa considerando le revisioni e gli ammodernamenti dei caccia MiG, Sukhoi e degli elicotteri Mil, velivoli tecnicamente e legalmente russi che operano tuttavia in Ucraina,  senza tralasciare infine gli aggiornamenti anche per conto di altri paesi stranieri sempre effettuati da Kiev.

Foto :Volga Dnepr Airlines

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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