La controffensiva c’è ma non si dice: i russi sotto pressione sul fronte di Zaporizhia

 

 

Dopo averla preannunciata per mesi, i vertici ucraini non si sbilanciano ed evitano di definire “controffensiva” le massicce operazioni d’attacco alle linee russe in corso ormai da 4 giorni.  Di certo no9n si tratta più di “ricognizioni in forze” e gli attacchi in atto assomigliano molto a una offensiva per la veemenza, le forze messe in campo e l’insistenza degli assalti, soprattutto sul fronte di Zaporizhia.

La mattina del 7 giugno, forse non a caso poche ore dopo il crollo parziale della diga di Nova Khalovka, le truppe ucraine hanno lanciato un vasto attacco contro le postazioni difensive russe snella regione di Zaporizhia puntando ad assumere il controllo delle aree vicino a Zherebyanka e Lobkovoye, 30 chilometri a ovest di Orekhov ma con azioni d’attacco anche sui fianchi e quindi lungo le rive del  bacino del Dnepr di Kakhovka, dalla parte opposta rispetto alla diga.

Fonti russe riportano che un reparto motorizzato ucraino dotato di veicoli MRAP MaxxPro statunitensi e Mastiff britannici ha perso molti mezzi: le perdite ucraine sarebbero molto elevate e il comando dell’esercito ha inviato riserve per riprendere l’attacco.

Nel pomeriggio di ieri gli attacchi ucraini sono stati più intensi con l’afflusso di unità corazzate tese a sfondare le linee russe a Rabotino, Kopani, Belogorye e altri villaggi nel distretto di Pologovsky difese da diversi reparti russi tra cui i reggimenti 70° e 291° della 42a Divisione motorizzata della Guardia posti a protezione di Orekhov (di cui i canali Telegram russi celebrano l’eroismo in questa battaglia) supportati dall’artiglieria e dai velivoli russi, per lo più Su-25 ed elicotteri Ka-52 e Mi 28 (nella foto sotto): un Su-25 e un Ka-52 sono stati abbattuti secondo fonti ucraine.

Le pesanti perdite subite dagli attaccanti hanno ridotto l’intensità dell’attacco ucraino che punta a raggiungere Melitopol condotto da 4 brigate (115, 116, 117, 118) per un totale di circa 20mila uomini, 90 carri armati, fino a 180 mezzi corazzati, 120 lanciarazzi campali multipli e 80 obici e mortai pesanti secondo le stime russe.

Nella notte un nuovo attacco ucraino (il primo notturno da molto tempo, riferiscono canali Telegram militari russi) ha cercato di cogliere di sorpresa le difese russe puntando su Orekhov e Malaya Tokmachka impiegando forze molto consistenti col supporto di artiglieria e MLRS HYMARS a cui i russi hanno risposto con artiglieria e attacchi aerei.

Nella battaglia notturna gli ucraini avrebbero perso una quarantina di veicoli e circa 300 uomini penetrando per circa 400 metri nelle linee russe occupando due rilievi che da questa mattina vengono bersagliati da aerei ed elicotteri russi che stanno rivestendo un ruolo di rilievo finora senza precedenti dall’avvio dell’Operazione Militare Speciale grazie forse anche alle ridotte capacità delle forze aeree e della difesa aerea ucraina che ieri ha perso un alto sistema IRIS-T fornito dalla Germania ad opera delle munizioni circuitanti russe Lancet.

Gli ucraini sembrano pagare la mancanza di copertura aerea che li espone all’attacco in campo aperto dei velivoli russi.

Nella tarda mattinata di oggi la pressione ucraina su tutta la linea di Zaporizhia viene segnalata in calo dai russi sui lati del fronte, lungo le rive del Bacino di Kakhovka e nell’area di Velikaya Novoselka.

Canali Telegram russi riferiscono di intercettazioni delle comunicazioni ucraine in cui alcuni reparti sui rifiutano di continuare ad attaccare allo scoperto e le stesse fonti riferiscono che i sistemi di disturbo elettronico russi (C/UAS) avrebbero impedito al nemico un impiego massiccio di droni nell’attacco alle linee russe.

Informazioni da prendere con le molle poiché, su ambo i lati della barricata, i canali social come i bollettini quotidiani resi noti dagli stati maggiori e dai diversi “servizi segreti” rispondono soprattutto all’esigenza dei belligeranti di influenzare la percezione dell’opinione pubblica sulle operazioni in corso e sulla guerra.

Nel primo pomeriggio, dopo 11 ore consecutive di battaglia nel settore di Orekhov, fonti russe hanno ammesso un arretramento con l’invio di rinforzi della 22a Brigata forze speciali in  appoggio ai fucilieri del 291° e 70° reggimento vantando la distruzione di 15 carri armati ucraini. Fonti russe stimano che in 4 giorni di controffensiva a Zaporizhia, Sud Donetsk e Bakhmut gli ucraini abbiano perduto quasi 5mila uomini, 115 carri armati, circa 400 veicoli corazzati.

Anche se Kiev non si sbilancia nell’annunciare la controffensiva appare al momento evidente che la direttrice principale dello sforzo offensivo ucraino è quella previsa dai russi a Zaporizhia verso Tokmak per poi puntare verso Mariupol e Melitopol.

Gli analisti russi sembrano considerare gli attacchi a Ugledar, Artyomovsk (Bakhmut) e Svatovo (così come bombardamenti e incursioni nelle regioni russe di Bryansk e Belgorod) hdei semplici diversivi per impegnare truppe e riserve russe. Più a nord, tra le regioni di Lugansk e Kharkiv, le forze ucraine ieri hanno condotto ricognizioni in forze nell’area di Masyutovka, in mano all’esercito russo dal 15 maggio, sul fronte di Kupyansk.

Nel saliente di Vremievsky, a ovest di Ugledar dove le regioni di Zaporizhia e Donetsk si saldano, l’attacco in forze effettuato il 4 giugno dagli ucraini con l’impiego di carri T-64 e veicoli da combattimento americani M2 Bradley ha permesso di superare la prima linea di difesa nemica (a prezzo di perdite severe riferiscono fonti russe) penetrando per alcune centinaia di metri nelle linee russe nella zona dei villaggi di Neskuchnoye, Ravnopol, Novodarovka e Levadnoe ma senza riuscire a sfondare la seconda linea.

I resoconti delle operazioni in corso sono per lo più di fonte russa L’Ucraina ha reso noto che ieri sono stati uccisi 730 militari russi (che portano il totale delle perdite secondo Kiev a ben 212.760 caduti russi dal 24 febbraio 2022) ma non rivela informazioni sulle battaglie in atto affermando che la controffensiva non è ancora iniziata e l’impressione tra i russi è che Kiev non ne parlerà finché non avrà ottenuto un successo tangibile.

Il silenzio ucraino conferma quanta importanza venga attribuita a Kiev alle operazioni in corso sia per l’impatto che presumibilmente avrà sulla prosecuzione degli aiuti militari occidentali sia per la tenuta del fronte interno.

Ieri il segretario del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa ucraino, Oleksiy Danilov, ha negato fosse in corso la controffensiva.  “Quando inizieremo la controffensiva, tutti lo sapranno, lo vedranno” ha detto mentre il vice ministro  della Difesa Hanna Malyar ha reso noto “nel settore di Bakhmut le nostre truppe sono passate dalla difesa all’offensiva avanzando nell’ultimo giorno dai 200 ai 1.100 metri” ammettendo che i russi stanno mettendo in campo le riserve per difendersi.

Secondo Malyar nell’area si trovano ancora alcune unità del gruppo Wagner anche se ai combattimenti partecipano soprattutto le truppe regolari russi.

@GianandreaGaian

Foto:  RvVoenkory, Ministero Difesa Ucraino, Ministero Difesa Russo e Telegram/Slavyangrad

 

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Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

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