Gli alpini della Julia nell’esercitazione NATO Ardent Ground in Ungheria

 

I militari italiani del Battle Group NATO, impiegati nell’operazione di enhanced Vigilance Activity, hanno concluso l’esercitazione “Ardent Ground”, volta a incrementare le capacità d’impiego delle artiglierie e, più in generale, delle armi da fuoco a tiro indiretto.

Il Battle Group, schierato sul fianco sud-orientale dell’Alleanza Atlantica, oltre che dagli alpini della Brigata “Julia”, è costituito da soldati croati, statunitensi e ungheresi che da mesi lavorano fianco a fianco in quella che viene definita una “”progressione addestrativa””, costituita da diverse fasi e che vede via via un incremento dell’intensità e delle capacità militari di difendere gli spazi euro-atlantici.

Nel poligono ungherese di Vezprem-Varpalota, unità mortai pesanti italiane dell’8°reggimento alpini e una sezione di obici FH70 del 3°reggimento artiglieria terrestre da montagna, supportati dal Joint Fire Support Element (JFSE), hanno testato nuove procedure di impiego delle armi a tiro indiretto, a supporto delle unità di fanteria e cavalleria schierate sul terreno.

Le missioni assegnate hanno previsto l’impiego simultaneo e coordinato del plotone mortai e della sezione d’artiglieria, per sopprimere la contraerea nemica e creare una cornice di sicurezza per l’intervento aereo su un obiettivo terrestre altamente remunerativo, cosiddetto High Payoff Target (HPT).

Di particolare rilevanza è stato l’intervento dell’artiglieria che ha potuto testare sia il “tiro con traiettorie coniugate” che il “tiro diretto”.

Nel primo caso, si tratta di due tiri sequenziali con angoli di tiro e cariche di lancio differenti, distanziati solo di pochi secondi, che prevedono l’arrivo simultaneo dei colpi sull’obiettivo, rendendo così il tiro più efficace possibile. Nel secondo caso, invece, si tratta di un “”tiro ad alzo zero”, generalmente utilizzato per un’eventuale azione controcarro a brevi minime.


La condotta di queste attività, oltre ad aumentare il livello addestrativo del personale impiegato, migliora l’integrazione tra i diverse assetti NATO in operazione e l’interoperabilità con gli assetti ad ala fissa o rotante, assicurando una migliore protezione delle forze amiche schierate sul campo di battaglia.”

​Il JFSE, composto interamente da personale italiano e inquadrato all’interno del Battle Group internazionale, è il nucleo destinato alla gestione e coordinamento di tutte le unità di fuoco indiretto, tra le quali: i nuclei di Sorveglianza e Acquisizione Obiettivi Visuali (SAOV), i Fires Support Team (FST), i posti comando e le unità che erogano il fuoco e gli assetti della terza dimensione, gestiti dal Tactical Air Control Party (TACP).

Fonte: Stato Maggiore Difesa

 

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