La Wagner torna nell’ombra: lavorerà per la Russia ma solo all’estero
La base logistica della compagnia militare privata (PMC) Wagner a Molkino, nel territorio di Krasnodar, nelle retrovie russe del fronte del Donbass, “cesserà ufficialmente di esistere” il 30 luglio. Lo ha annunciato ieri su Telegram la Wagner stessa. “La base cessa di esistere. Wagner sta partendo per nuove località”, afferma una delle persone nel video.
Il 15 luglio un lungo convoglio composto almeno 60 veicoli della PMC russa (pick-up, camion, furgoncini e almeno tre autobus) era arrivato in Bielorussia dalla Russia. La notizia era stata resa nota dal gruppo di opposizione bielorusso Gayun, ma è poi stata confermata dalle autorità bielorusse.
“Questa mattina, 15 luglio, è stato avvistato un grosso convoglio di auto e camion con le targhe delle Repubbliche Popolari di DonetsK e Luhansk) – si legge nel rapporto di Gayun -. Alcuni fattori indicano che si tratta di un convoglio della Wagner, entrato in Bielorussia dalla Federazione Russa di notte nella zona di Krychau”.
Il convoglio, secondo Gayun, viaggiava scortato da auto della polizia stradale bielorussa ed è passato attraverso Rohachiv in direzione di Bobruysk, e poi a Osypovych. Il gruppo ritiene che i contractors si stessero trasferendo in una tendopoli nel villaggio di Tsil. Il ministero della Difesa bielorusso aveva fatto riferimento a una base per gli uomini della Wagner a Asipovichy, circa 90 chilometri da Minsk.
Il portavoce delle guardie di frontiera ucraine, Andriy Demchenko, ha confermato che “gruppi separati di rappresentanti di campagne militari private hanno iniziato a essere osservati in Bielorussia, spostandosi dal territorio della Russia”. Le guardie di frontiera, ha aggiunto, stanno monitorando la situazione per determinare l’ubicazione, il numero e il compito dei mercenari.
Il 16 luglio le guardie di frontiera bielorusse hanno intercettato un drone ucraino da ricognizione nella regione di Homiel, nel territorio bielorusso. ed è possibile che avesse il compito di seguire i movimenti degli uomini della Wagner.
L’emittente bielorussa Voen TV ha trasmesso un servizio in cui membri della PMC Wagner addestrano reclute probabilmente bielorusse ai primi rudimenti dell’impiego delle armi portatili. Un addestramento basico che sembra rivolto a reclute delle forze territoriali bielorusse.
Ieri il ministero della Difesa bielorusso ha reso noto le forze speciali si addestreranno con gli uomini della Wagner presso l’area addestrativa di Brestsky, vicino al confine polacco.
Le parole di Prigozhin
Incontrando i suoi uomini in Bielorussa, Prigozhin ha illustrato ieri la nuova missione che li attende non lesinando dure critiche all’apparato militare di Mosca in un video di scarsa qualità postato su Telegram, il primo dai fatti del 24 giugno ma che ha suscitato dubbi circa la sua veridicità anche perché torna ad accusare duramente i vertici di Mosca per la condotta della guerra in Ucraina.
“Benvenuti ragazzi, benvenuti sul territorio bielorusso”, ha detto Prigozhin accogliendo i suoi uomini nel nuovo campo. “Abbiamo combattuto con onore. Quello che abbiamo fatto è stato grande per la Russia. Quello che sta accadendo al fronte è una vergogna in cui non dobbiamo essere coinvolti”.
Prigozhin ha esortato i suoi uomini a comportarsi bene con la popolazione locale, ordinando di addestrare l’esercito bielorusso e di rimettersi in forze per “un nuovo viaggio in Africa. Forse torneremo nell’operazione militare speciale a un certo punto, quando saremo sicuri di non essere costretti a vergognarci”.
Secondo fonti russe il gruppo Wagner cha impiegato nel conflitto ucraino 78 mila uomini di cui 49 mila ex detenuti tra i quali 22 mila caduti e 40 mila feriti. Dei 25 mila in servizio il 24 giugno circa 10 mila sarebbero partiti per la Bielorussia mentre in 15 mila sarebbero in congedo o transitati sotto le forze aremate.
Ucraini, polacchi e baltici in allarme
Il 16 luglio anche funzionari polacchi hanno confermato la presenza della Wagner in Bielorussia”. Il viceministro coordinatore dei servizi speciali della Polonia, Stanislaw Zaryn, ha affermato che Varsavia ha ricevuto la conferma della presenza dei combattenti di Wagner in Bielorussia. “Potrebbero essercene diverse centinaia al momento”, ha scritto Zaryn su Twitter.
Diverse e contraddittorie le reazioni ucraine circa il rischio che le forze della Wagner in Bielorussia anticipino un attacco all’Ucraina da quel confine o ne aumentino il rischio.
Il 13 luglio il tenente generale Serhiy Nayev, alla testa del comando interforze ucraino, rese nogo che continuavano i lavori di fortificazione del confine settentrionale con la Bielorussia e la Russia aggiungendo che i civili vengono spinti a lasciare le zone a ridosso del confine.
Nayev disse alla CNN che l’Ucraina continua a “creare barriere ingegneristiche direttamente lungo il confine di Stato” scavando “fossati anticarro” e minando la zona. L’obiettivo è quello di “prevenire l’invasione di gruppi di sabotatori nemici e l’attraversamento del confine da parte di veicoli blindati”.
La strategia usata da Kiev, spiega il tenente generale, è quella di rendere la zona di confine “impraticabile”, poiché l’Ucraina non ha “amici” dall’altra parte. Secondo quanto riportato, solo negli ultimi 10 giorni i militari avevano messo in opera 30 campi minati e barriere anticarro, utilizzando più di 5.800 mine, e hanno sviluppato circa 5.000 metri di trincee e 6.500 metri di fossati anticarro.
Il giorno successivo il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha avuto un incontro con il capo dell’intelligence Ucraina, che ha escluso un’invasione dalla Bielorussia. Secondo i dati dell’intelligence, non c’è alcuna minaccia di invasione dalla Bielorussia.
Lo stesso giorno il servizio di guardia di frontiera dell’Ucraina ha annunciato che la Russia ha ritirato quasi tutte le sue truppe dalla Bielorussia (che erano salite a 16mila uomini nell’inverno scorso per poi ridursi a 1.500)
I militari russi hanno utilizzato il territorio principalmente come campo di addestramento per gran parte della guerra. “Fortunatamente, il numero di soldati russi nelle aree di addestramento bielorusse è in costante diminuzione”, ha dichiarato il portavoce del servizio Andrii Demchenko. “Fino a poco tempo fa, stimavamo un numero di 2mila soldati, ma ora è avvenuta un’altra rotazione e quasi tutto il personale russo è stato ritirato dal territorio bielorusso”.
L’esercito russo ha tenuto esercitazioni congiunte con la Bielorussia nelle settimane precedenti l’invasione dell’Ucraina e ha lanciato alcuni dei suoi attacchi da lì. A inizio anno, Vladimir Putin ha dichiarato che la Russia avrebbe posizionato armi nucleari tattiche in Bielorussia che secondo diverse fonti sarebbero in parte già rischierate.
Il 18 luglio Minsk ha ratificato l’Accordo con la Russia sull’istituzione e il funzionamento di centri di addestramento al combattimento, per l’addestramento congiunto del personale militare delle forze armate.
La legge corrispondente è stata firmata dal presidente bielorusso Alexander Lukashenko, secondo il canale Telegram della presidenza. L’accordo regola l’istituzione e funzionamento di centri di addestramento al combattimento per unità militari in Bielorussia e Russia, e definisce i loro compiti principali e l’ordine di interazione tra i ministeri della difesa nell’organizzazione della fornitura globale di questi centri.
Forse non casualmente, lo stesso giorno l’aereo di Evgeny Prigozhin, fondatore della compagnia di mercenari russi Wagner, è atterrato per la quarta volta dai fatti del 24 giugno, all’aeroporto militare bielorusso di Machulishchi.
Il jet Embraer Legacy 600 di Prigozhin (numero di registrazione RA-02795) è arrivato in Bielorussia ha fatto sapere il suo canale Telegram, ripreso dai media bielorussi. Del resto il presidente Lukashenko aveva offerto subito una via d’uscita a Prigozhin accogliendolo in Bielorussia.
Da qui la Wagner potrà continuare a lavorare per Mosca e ad aiutare la Bielorussia a far fronte a eventuali tentativi insurrezionali sostenuti da polacchi, ucraini e baltici, senza limiti imposti dalla legge russa e dalla partecipazione diretta al conflitto in Ucraina.
La Polonia ha infatti reso noto il 18 luglio di aver trasferito due brigate al confine bielorusso a causa dell’arrivo del Gruppo Wagner. Il ministro della Difesa di Varsavia, Mariusz Blaszczak ha detto che “siamo consapevoli delle minacce a est. Sappiamo che il Gruppo Wagner è stato trasferito in Bielorussia. A questo proposito, abbiamo rafforzato l’est della Polonia con il ridispiegamento di unità militari e di equipaggiamento dall’ovest. Stiamo parlando della 12esima e della 17esima brigata. Una è di stanza a Kolno, in una nuova base inaugurata sabato scorso, e la seconda a Biala Podlaska, vicino al confine”.
Il destino della PMC Wagner
Mentre si accavallano le voci circa una grave malattia di Prigozhin comincia ad apparire più chiaro il progetto del Cremlino di allontanare dalla Russia la sempre più invadente PMC e il suo padrone e fondatore pur senza rinunciare ai tanti e rilevanti servigi che Wagner ha dato e continuerà a dare alla Russia e ai suoi interessi nel mondo.
Il 14 luglio Putin ha dichiarato in un’intervista al quotidiano Kommersant che il Gruppo Wagner non esiste, almeno dal punto di vista giuridico.
“Ebbene, la Wagner non esiste!”, ha esclamato Putin rispondendo al che gli chiedeva se il gruppo rimarrà come una unità di combattimento. “Non abbiamo una legge per le organizzazioni militari private! Semplicemente non esiste!”, ha aggiunto: “C’è un gruppo, ma legalmente non esiste!”.
Una definizione che sembra indicare il ritorno all’approccio seguito dal Cremlino fino a prima della guerra in Ucraina, quando le attività della PMC Wagner in diverse aree del mondo venivano negate o considerate non riconducibili a Mosca dai vertici russi.
Putin sostiene di aver incontrato 35 comandanti della compagnia privata lo scorso 29 giugno, appena cinque giorni dopo l’ammutinamento e in concomitanza i canali Telegram filo-Cremlino hanno diffuso una foto di Evgheny Prigozhin in mutande e maglietta, in quello che viene indicato come un accampamento in Bielorussia.
Dal Cremlino sono poi uscite notizie che riportavano che verrà presa in considerazione la possibilità di garantire uno status giuridico alla compagnia militare privata Nell’intervista a Kommersant Putin ha riferito inoltre di un tentativo di estromettere Prigozhin dalla guida delle truppe della Wagner per “la persona che è stata il loro vero comandante” negli ultimi 16 mesi, secondo alcuni media russi si tratterebbe dell’ex colonnello Andrei Troshev.
Prigozhin avrebbe in ogni caso respinto l’offerta secondo il racconto di Putin che peraltro non compare in questo passaggio nella trascrizione ufficiale dell’intervista fatta dalla presidenza russa.
L’impressione è quindi che Putin voglia dimostrare di avere in pugno il destino della Wagner (e di Prigozhin) ma di volerla gestire invece di distruggerla perché composta “per la maggior parte da patrioti”. I suoi uomini continueranno a servire la Russia, probabilmente operando esclusivamente all’estero e di certo con minore visibilità mediatica di quella avuta nell’ultimo anno.
Già tutte le armi e munizioni in dotazione per la guerra in Ucraina sono state consegnate ai militari russi nei cui ranghi confluiranno una parte dei 25 mila uomini della PMC dei quali solo un terzo avrebbe preso parte all’insurrezione del 24 giugno.
Gli Stati Uniti valutano che la Wagner non parteciperà più “in misura significativa” agli scontri armati in Ucraina. “In questa fase, non vediamo tali forze partecipare in modo significativo a sostegno delle operazioni di combattimento in Ucraina”, dicono dal Pentagono, precisando però che “la maggior parte” dei miliziani della compagnia sarebbe ancora nelle regioni ucraine occupate dalle truppe russe.
Ieri la Gran Bretagna ha emesso sanzioni a carico di 8 persone fisiche e di 5 organizzazioni che risultano collegate al gruppo Wagner in Mali, Repubblica Centrafricana e Sudan. A quanto comunica il Tesoro britannico uno degli individui sanzionati é Ivan Maslov, ritenuto tra i capi della Wagner nel Mali.
Le sanzioni sono state imposte anche al consigliere della presidenza della Repubblica Centrafricana, Vitaly Perfilyev, che secondo Londra coordina le operazioni della Wagner nel Paese. Gli altri sanzionati sono Konstantin Pikalov, Andrei Mandelya, Mikhail Potepkin, Alexander Maloletko, Alexander Ivanov e il cittadino bielorusso Dmitry Syty.
Le organizzazioni oggetto di sanzione sono M-Invest, Lobaye Invest SARLU, Meroe Gold, Sewa Security Services e Alsolag Mining. Le misure annunciate dal Regno Unito mirano a limitare le attività finanziarie delle persone e delle aziende colpite, vietando a banche, società e cittadini britannici qualunque rapporto d’affari, oltre all’abituale congelamento degli asset riconducibili a loro eventualmente rintracciabili dalla autorità di Londra e al divieto di viaggio sul territorio dell’isola.
Fra le persone messe nel mirino dal governo Tory, che negli ultimi anni ha già sanzionato Prigozhin e vari comandanti dei reparti Wagner impegnati nel conflitto in Ucraina, vi sono alti ufficiali del gruppo mercenario come Ivan Maslov, Vitali Perfilev e Konstantin Pikalov.
Il primo, indicato come comandante delle unità Wagner in Mali, è accusato di aver contribuito – assieme a unità militari maliane – all’asserito massacro di 500 persone a Moura; gli altri due sono invece presentati come comandanti dei contingenti di contractor russi schierati nella Repubblica Centrafricana e come corresponsabili di attacchi indiscriminati condotti anche contro “civili”.
Movimenti oltremare
Oltre a operare in Bielorussia la PMC Wagner sembra resterà attiva anche in Africa e Medio Oriente di certo sotto un maggiore controllo statale.
Il 10 luglio le autorità di Damasco e i comandanti militari russi presenti in Siria avrebbero adottato una serie di dure misure contro gli uomini del Gruppo o Wagner bloccando linee telefoniche di centinaia di combattenti e convocando dieci comandanti del gruppo per imporre loro di firmare un nuovo contratto con il ministero della Difesa di Mosca, oppure di lasciare la Siria.
Anche a Bangui, nella Repubblica Centrafricana, in luglio è arrivato un nuovo contingente della Wagner, che ha avvicendato gli istruttori che addestravano le truppe locali. Si tratterebbe in realtà di centinaia di uomini, quindi non solo istruttori, con l’obiettivo di “garantire la sicurezza in vista del referendum costituzionale del 30 luglio”.
“Un altro velivolo è arrivato a Bangui con istruttori. La rotazione pianificata continua. Diverse centinaia di esperti professionisti della compagnia Wagner si stanno unendo al team che lavora nella Repubblica Centrafricana”, si legge in un comunicato del Comunità Ufficiali per la Sicurezza Internazionale (COSI), secondo gli Stati Uniti, una società di copertura del gruppo Wagner nella Repubblica Centrafricana.
Il COSI È guidata da un russo, Alexander Ivanov, sotto sanzioni americane da gennaio. Nel suo comunicato il gruppo spiega che i suoi istruttori addestrano da “più di cinque anni” le forze di sicurezza centrafricane e hanno così permesso di “rafforzare il livello generale di sicurezza” del Paese. E “continueranno ad aiutare i soldati delle forze armate centrafricane e le forze dell’ordine della a fornire sicurezza, in previsione del referendum”.
Subito dopo il tentativo di sollevazione del 24 giugno diversi aerei da trasporto del Ministero delle Emergenze russo hanno raggiunto i paesi dove sono schierate forze della PMC Wagner e l’impressione è che Mosca abbia già messo in atto un piano per gestire la situazione rimuovendo personaggi scomodi o poco affidabile e soprattutto relegando a un ruolo esclusivamente estero le attività di Wagner.
Tutti i generali di Prigozhin
Gli strascichi della sollevazione degli uomini di Prigozhin avrebbero travolto, secondo il Wall Street Journal, non meno di 15 alti ufficiali russi che sarebbero stati sospesi o sollevati dall’incarico e 13 sarebbero stati arrestati per essere interrogati (alcuni poi rilasciati). Stando alle fonti interpellate dal giornale americano, tra i generali arrestati ci sarebbe anche Sergey Surovikin (nella foto sotto).
L”ex comandante delle forze russe in Ucraina e comandante dell’Aeronautica non appare in pubblico proprio dal giorno della ribellione – quando apparve in un video esortando i ribelli a tornare sui loro passi – e, secondo il Wall Street Journal, sarebbe “trattenuto e interrogato a Mosca” ma non sarebbe accusato di nessun reato.
Rimosso anche il generale Ivan Popov, sollevato dal comando della 58a Armata dopo aver denunciato ai vertici dell’esercito russo la difficile situazione al fronte, il tragico numero di caduti e un appoggio dell’artiglieria a suo dire insufficiente.
Lamentele che ricordano quelle in più occasioni reiterate da Prigozhin quando le truppe della Wagner erano impegnate in battaglia a Soledar o Bakhmut. Tutto questo emerge dalla registrazione vocale pubblicata dal deputato (ed ex generale) russo Andrey Gurulyov: un file audio la cui veridicità non è stata dimostrata.
Stando al Wall Street Journal anche il generale Andrey Yudin e il vice capo dell’intelligence militare Vladimir Alexeyev sarebbero stati “arrestati” e “successivamente rilasciati” ma comunque “sospesi dal servizio” e sarebbero ora “sotto osservazione”. Sarebbe stato fermato anche il generale Mikhail Mizintsev, che prese parte alla battaglia di Mariupol dell’anno scorso e pare si sia unito alla Wagner la scorsa primavera.
Io 12 luglio anche Londra ha fatto sapere di ritenere che Surovikin sia stato messo da parte dopo la fallita rivolta della Wagner basandosi sul fatto che il 10 luglio il capo di Stato maggiore russo, Valery Gerasimov ha ricevuto un briefing in collegamento video da parte del colonnello-generale Viktor Afzalov, capo di stato maggiore delle forze aerospaziali. Afzalov è in carica da quattro anni, ma la sua apparizione al posto del comandante delle forze aeree induce a ritenere che Surovikin possa essere stato rimosso.
Lecito avere dubbi su queste notizie, anche perché la sollevazione di Prigozhin, se non è stata una sceneggiata, è durata appena poche ore e non sembra aver raccolto consensi tra le forze armate. In questo ambito così delicato ogni informazione va presa con le molle e diverse fonti hanno interesse a diffondere notizie propagandistiche utili a influenzare il nemico o l’opinione pubblica. Che si tratti dell’uccisione di alti vertici militari ucraini o della rimozione di generali russi.
Foto: Wagner, RIA-FAN, Presidenza Federazione Russa e Presidenza Bielorussia
Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli
Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.