Spese militari al 2 per cento del PIL: passo indietro della Germania

 

Passo indietro della Germania sull’impegno a un rapido incremento delle spese militari. Il governo tedesco ha fatto marcia indietro ieri rispetto al piano che avrebbe dovuto permettere di raggiungere l’obiettivo di portare la spesa militare annua al 2% del PIL su base annua, come richiesto dalla NATO.

Lo riporta l’agenzia Reuters sul proprio sito web, citando una fonte governativa di Berlino. Una clausola in merito alla questione all’interno di una bozza della legge sul finanziamento del bilancio approvata ieri dal gabinetto del cancelliere Olaf Scholz (nella foto) è stata cancellata con breve preavviso, ha detto la fonte.

Così facendo, Berlino manterrà l’impegno di raggiungere l’obiettivo del 2% annuo di spesa militare ma in un periodo di cinque anni.

Il Cancelliere Olaf Scholz in un discorso del 27 febbraio 2022, aveva annunciato un cambiamento epocale: “D’ora in poi, anno dopo anno, investiremo più del 2% del Pil nella nostra difesa”.

Ma all’epoca erano trascorsi solo tre giorni dall’invasione russa dell’Ucraina mentre oggi la Germania deve fare i conti anche con inflazione e recessione.

Il governo di Scholz deve fare anche i conti con la crisi di consensi della sua maggioranza e dei partiti che la compongono.

Un sondaggio commissionato a Forsa dall’Associazione sindacale dei dipendenti pubblici tedeschi (DBB) e pubblicato da Spiegel, rileva che la fiducia dei cittadini tedeschi nella capacità dello Stato di agire ha raggiunto un “nuovo record negativo”: solo il 27% ritiene che lo Stato sia efficace nello svolgere i propri compiti.

Al momento non è chiaro se Berlino manterrà le spese militari oltre questa soglia una volta esaurito il fondo speciale di 100 miliardi di euro varato nel marzo 2022 per ammodernare le forze armate.

Foto: Governo Tedesco

 

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