Il bilancio della Difesa del Giappone cresce del 12 per cento e punta al raddoppio in 5 anni

 

Il ministero della Difesa giapponese ha annunciato il 31 agosto la richiesta di bilancio di 7.700 miliardi di yen (52,67 miliardi di dollari) per l’anno fiscale 2024. Una cifra senza precedenti nella storia nipponica post 1945, che rappresenta un incremento del 12 per cento rispetto al bilancio di quest’anno (6.800 miliardi di yen) e che riflette i programmi illustrati dal governo del primo ministro Fumio Kishida nell’ambito del piano quinquennale approvato lo scorso dicembre che prevede di spendere per la Difesa 43.000 miliardi di yen (290 miliardi di euro) entro il 2027.

Di fatto la spesa giapponese per la Difesa quasi raddoppierà sfiorando il 2 per cento del PIL e attestandosi intorno ai 10.000 miliardi di yen annui (62,6 miliardi di euro) portando il Giappone al terzo posto nella classifica delle nazioni che investono maggiori risorse nel settore Difesa, dopo USA e Cina.

La sfida con la Cina e le tensioni con la Corea del Nord sono i motivi trainanti del rafforzamento militare nipponica e di una più stretta cooperazione con Stati Uniti, India, Corea del Sud e stati membri della NATO come conferma anche l’adesione di Tokyo al Programma Global Combat Air Programme (GCAP con Gran Bretagna e Italia) per un aereo da combattimento di sesta generazione per il quale nel 2024 sono previsti stanziamenti per 72 miliardi di yen (450 milioni di euro).

La richiesta di bilancio include un 490 miliardi di yen per avviare la costruzione di due ulteriori cacciatorpediniere lanciamissili dotati di radar Aegis e missili anti-missile SM;-6 ed equipaggiarli insieme agli altri 8 già in servizio con i missili da crociera Tomahawk (Tokyo prevede di acquistarne 400) e missili antinave Type 12.

Altri 900 miliardi di yen saranno destinati all’acquisizione di munizioni e armamenti, 600 saranno invece utilizzati per migliorare gli aspetti logistici delle capacità di reazione delle forze armate in particolare nelle isole sud-occidentali mentre tra i programmi di acquisizione spiccano tre navi da sbarco, la realizzazione di un veicolo subacqueo senza pilota (UUV) per svolgere missioni di rifornimento delle guarnigioni sulle isole finanziato con 143 milioni di dollari (nel disegno qui sotto) e lo sviluppo congiunto con gli Stati Uniti di missili intercettori Glide Phase Interceptor (GPI), in grado di contrastare vettori ipersonici (75 miliardi di yen).

Prevista anche la realizzazione di una nave classe di fregate (vedi il recente articolo di Analisi Difesa in proposito), l’acquisto di 8 F-35A per 737 milioni di dollari e di 7 F-35B per 860 milioni, questi ultimi da rendere operativi sulle due unità tuttoponte classe Izumo  (nella foto qui sotto) in fase di trasformazione in portaerei. Altri programmi prevedono l’ammodernamento di cacciamine e sottomarini delle flotte di aerei da combattimento F-15 ed F-2.

A questo link il Bilancio della Difesa giapponese 2023

A questo link il Libro Bianco della Difesa giapponese 2023

 

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