La Corea del Nord convertirà i vecchi Mig in droni-kamikaze?

 

La Corea del Nord starebbe trasformando centinaia di vecchi caccia MiG di origine sovietica in droni-kamikaze come parte di un progetto di modernizzazione militare. Lo ha rilevato il Korea Times che ha citato un ex funzionario dell’intelligence sudcoreana.

I droni suicidi, secondo il quotidiano, sarebbero così destinati ad attacchi contro obiettivi industriali e infrastrutturali della Corea del Sud, anche se va rilevato che simili aerei risulterebbero più facilmente rilevabili dalla difesa aerea di Seul e molto meno furtivi rispetto ai droni realizzati recentemente dai nordcoreani. Secondo l’analista militare, fondatore e presidente della Korea Military Network Shin In-kyun, la Corea del Nord avrebbe un totale di 465 aerei da combattimento, inclusi 431 MiG ripartiti in 107 MiG-17, 100 MiG-19, 150 MiG-21, 56 MiG-23 e 18 MiG-29.

Il FlightGlobal 2023 riporta invece la presenza di 106 F-5 Shenyang (derivato cinese su licenza del MiG-17), 97 F-6 (variante cinese del MiG-19), 26 MiG-21, 56 MiG-23 e 35 MiG-29 per un totale di 320 cacciabombardieri MiG.

Il Military Balance 2023 attribuisce invece alle forze aeree di Pyongyang una componente aerea da combattimento di origine sovietica e cinese costituita da 80 bombardieri Il-28/H-5, 107 MiG-17/J-5, 100 MiG-19/J-6, 160 MiG-21/J-7, 56 MiG-23, più di 18 MiG-29 e 34 Su-25K/UBK.

La conversione in droni kamikaze dovrebbe riguardare solo i modelli più vecchi e quindi Mig 17, Mig 19 e Mig 21 senza dimenticare che in Corea del Nord sono ancora disponibili diversi Mig 15 e in riserva vengono mantenuti 18 aerei da attacco Sukhoi Su-7 di cui però è difficile valutare le condizioni.

Inoltre almeno una parte dei velivoli trasformati in droni-kamikaze dovrà venire rimpiazzato con velivoli da combattimento pilotati più moderni che Pyongyang potrebbe cercare di procurarsi in Russia o in Cina tenuto conto anche del recente consolidamento delle relazioni militari con Mosca.

Considerando plausibile la rivelazione, un analista ricercatore senior presso il Korea Institute of Military Affairs, il colonnello in pensione dell’Aeronautica sudcoreana Hong Sung-Pyo ha dichiarato al Korea Times che – «Le informazioni sulla Corea del Nord che sta adattando aerei da combattimento obsoleti per l’uso come droni suicidi sono abbastanza convincenti considerando che e forze armate sudcoreane si preparano per questo tipo di minaccia militare da molto tempo.»

Sung-pyo ha affermato che Pyongyang utilizzava un sistema di pilota automatico remoto (RAS) simile già negli anni ’80 utilizzato nei bersagli aerei per testare i missili aria-aria ed è probabilmente in grado di produrre, rendere operativi e gestire i droni-kamikaze.

Il colonnello Sung-Pyo ha anche messo in guardia dal sottovalutare le capacità degli UAV nordcoreani recentemente svelati che assomigliano ai droni MQ-9 Reaper e RQ-4 Global Hawk di fabbricazione statunitense: – «Abbiamo visto il drone clone del Global Hawk nordcoreano che è stato presentato alla parata militare del 27 luglio. Alcuni dicono che il drone assomiglia a un Global Hawk ma che le sue capacità sono discutibili. Io penso che il drone della Corea del Nord sia più avanzato di quanto venga descritto dai media.»

Pyongyang ha dimostrato le sue capacità aeree senza pilota alla fine dello scorso anno, quando diversi droni sono penetrati nello spazio aereo della Corea del Sud intorno alla capitale Seul. L’incursione ha causato il caos nella capitale inclusa la sospensione dei voli negli aeroporti internazionali di Gimpo e Incheon per un’ora, spingendo il Sud a sparare colpi di avvertimento e a schierare aerei da combattimento.

Nel frattempo, il Presidente sudcoreano ha esortato la leadership militare a prepararsi per un possibile attacco contro le infrastrutture del Paese in caso di guerra: – «In caso di guerra, la Corea del Nord tenterà di distruggere le infrastrutture e le strutture principali della Corea del Sud per paralizzare il suo sistema» – ha affermato il presidente Yoon Suk-Yeol in una recente riunione di gabinetto.

«Nel caso in cui queste strutture venissero distrutte, le capacità militari della Corea del Sud in tempo di guerra sarebbero gravemente indebolite, il che causerebbe di conseguenza danni ai nostri cittadini. Pertanto dobbiamo aggiornare radicalmente il sistema per proteggere le nostre principali strutture nazionali da vari tipi di attacchi nordcoreani».

Inclusi a questo punto quelli realizzabili attraverso un fitto sciame di vetusti MiG convertiti in droni-kamikaze.

Foto KCNA

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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