La società aeronautica ucraina Antonov punta sulla produzione di droni
Secondo quanto riferito dall’agenzia Reuters, la società aeronautica statale ucraina Antonov starebbe espandendo la produzione di droni diversificando la produzione rispetto all’attività principale legata alla realizzazione di aerei da trasporto.
Il nuovo centro droni Antonov è stato inaugurato «…con l’obiettivo di espandere le capacità di produzione di droni e fornire supporto ai produttori privati di sistemi senza pilota in termini di competenze e servizi» – secondo la presentazione tenuta a Washington nel giugno scorso da Ukroboronprom, gruppo di proprietà statale che ingloba le industrie della Difesa uvraine.
«Anche se la produzione di aerei cargo continuerà – ha detto a Reuters una persona che ha familiarità con i piani di Antonov ma che ha chiesto l’anonimato poiché tali progetti “non sono ancora noti al pubblico” – il nuovo centro droni potrebbe soddisfare meglio le esigenze militari dell’Ucraina e dare più lavoro ad Antonov.»
Se è vero che parte dell’esperienza di Antonov nella produzione di aerei cargo può essere applicata anche ai droni a lungo raggio, bisogna anche tenere presente che la costruzione degli stessi aerei da trasporto ha avuto negli ultimi dieci anni numerosissimi problemi puntualmente elencati da Analisi Difesa nei suoi numerosi dossier nel 2014, nel 2016, nel 2019 e nel 2021.
La società Antonov dal canto suo non ha risposto alle richieste di commenti sul centro e sui piani di espansione nel settore dei droni, mentre un rappresentante di Ukroboronprom ha rifiutato di rilasciare commenti a Reuters adducendo considerazioni legate alla sicurezza. In passato Antonov ha già sviluppato e costruito droni, incluso il modello An-BK-1 “Gorlytsia” (Colomba) che abbiamo mostrato sul nostro canale Telegram, drone multiruolo progettato per la ricognizione ottica-elettronica aerea di giorno e di notte, in ogni condizione meteo e in grado di colpire bersagli con armi aviotrasportate.
Il Gorlytsia è stato definito come il primo complesso tattico senza pilota ucraino in grado di imbarcare strumenti da ricognizione in occasione della sua presentazione, avvenuta il 29 agosto 2016 durante l’expo dei prodotti di Ukroboronprom a Kiev.
Nel luglio 2021 Analisi Difesa si era tra l’altro occupata di quest’argomento rivelando che l’azienda ucraina stava già lavorando alla realizzazione di droni: l’iniziativa della società Ukroboronprom era stata sostenuta allora dai rappresentanti dell’industria aeronautica ucraina, tra cui Ivchenko-Progress e PJSC Motor Sich come annunciò Nikolai Vorobiev, direttore dei programmi dei sistemi senza pilota presso Antonov.
Già allora si parlava della realizzazione di un velivolo a pilotaggio remoto da combattimento (UCAV) da oltre 3 tonnellate con un carico utile di circa 800 chili. Nelle intenzioni espresse Antonov sarebbe stata la responsabile della creazione di questa piattaforma aeronautica (prime contractor) con lo sviluppo del layout e della relativa cellula, mentre avionica e attrezzature speciali sarebbero stati messi a punto da aziende partner locali che avevano preso parte all’incontro. L’insieme delle attrezzature sarebbe infine stata consegnata ad Antonov che avrebbe provveduto ad integrarle nel progetto del futuro UCAV.
Ancora prima, nel 2018, Antonov aveva presentato un progetto simile durante un locale expo della Difesa, quando i rappresentanti dell’azienda avevano fatto presente che il drone era stato sviluppato su iniziativa della società ucraina e di un partner straniero allora non rivelato. Il lavoro stava prendendo forma, almeno sulla carta, e la realizzazione di un dimostratore era prevista per il 2021 ma l’assenza di un investitore (o forse il ritiro del suddetto partner), oltre che di clienti nazionali ed esteri ha portato all’attuale revisione del progetto.
Secondo le specifiche del 2018, l’UAV pesante Antonov avrebbe dovuto raggiungere una velocità massima di 420 km/h e una quota di volo massima di 12.200 metri propulso da due motori AI-450 con una potenza massima di 300 hp e una dotazione di ben nove punti d’attacco per le armi.
Il nuovo centro Antonov – tornando alla recente presentazione – offre oggi servizi tra cui la ricerca aerodinamica sperimentale, la costruzione di simulatori completi per l’addestramento degli operatori di UAV e lo sviluppo di standard per i componenti. Reuters rileva che la presentazione è coincisa con la ristrutturazione di Ukroboronprom volta ad attirare più clienti e rafforzare il ruolo dell’Ucraina nel settore della difesa internazionale.
Il Ministro ucraino delle industrie strategiche Oleksandr Kamyshyn ha dichiarato in un’intervista alla Reuters che: – «Il settore della difesa diventerà presto il numero uno in Ucraina» e che i droni rappresenteranno una parte importante degli investimenti nell’industria aerospaziale. «Dovremmo concentrarci sulla produzione locale di più armi e munizioni» – ha aggiunto il Ministro Kamyshyn. L’Ucraina vuole investire di più nella riparazione e costruzione di aerei e Kamyshyn ha affermato che i giganti come Antonov e altre aziende locali del settore probabilmente «non faranno altro che crescere».
Tuttavia, nella presentazione si afferma inoltre che Ukroboronprom intende disfarsi di circa il 50% dei suoi beni, che definisce «utilizzati in modo inefficiente e non legati alla produzione.» Allo stesso tempo la mossa di Antonov è in linea con l’obiettivo dell’Ucraina di diventare un centro mondiale per la produzione di droni, sostenuto da investimenti in questo settore in forte crescita dall’inizio del 2022.
La pubblicazione rileva che dall’attacco russo del 24 febbraio 2022 l’Ucraina ha fatto affidamento principalmente su droni di produzione estera ma ora sarebbe in grado di produrre un numero significativo di diversi tipi di droni grazie all’intenso supporto di nuovi produttori. Secondo recenti dichiarazioni di alti funzionari, in Ucraina ci sono circa 200 produttori di droni e le Forze Armate hanno firmato contratti per la fornitura di 30 nuovi modelli di produzione nazionale. Tuttavia, la maggior parte di esse sono startup nate dopo l’attacco russo che operano su piccola scala e spesso non dispongono della capacità produttiva e del supporto necessari per diventare attori significativi.
Funzionari del governo ucraino valutano che la produzione nazionale di droni può sostenere le aziende aerospaziali fondate in epoca sovietica (come Antonov) che hanno perso un importante cliente in Russia, non riescono più a realizzare i grossi numeri e le quote di produzione che avevano ai tempi dell’URSS e hanno inoltre subìto danni significativi a causa degli attacchi russi.
Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli
Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.