L’Agenzia per la cybersecurity nipponica infiltrata per 9 mesi da hacker filo cinesi
L’Agenzia giapponese per la cybersecurity è stata infiltrata da hacker che sono riusciti per nove mesi ad avere accesso a dati sensibili per qualcosa come nove mesi. Lo ha reso noto il 29 agosto il Financial Times, citando tre fonti governative e private che hanno informazioni sul tema.
Il National Center of Incident Readiness and Strategy for Cybersecurity (NISC), l’agenzia per la cybersicurezza nazionale, a Tokyo, è nell’occhio del ciclone per quanto accaduto.
Secondo le fonti, gli hacker – sospettati di venire sostenuti da entità statali cinesi – avrebbero iniziato l’attacco lo scorso autunno e avrebbero potuto agire indisturbati fino a giugno di quest’anno.
La notizia coglie il Giappone in una fase di rafforzamento della collaborazione militare con gli Stati uniti e la Corea del Sud e di riarmo con un bilancio della Difesa che raggiungerà i 7.700 miliardi di yen (52,67 miliardi di dollari) nell’anno fiscale 2024. La richiesta formulata dal ministero della Difesa per il prossimo anno fiscale rappresenta un incremento del 13 per cento rispetto al bilancio dell’anno corrente, che ammonta a 6.800 miliardi di yen.
Immagine NISC
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