Le truppe USA in Niger riprendono le attività operative

 

(aggiornato alle 23,55)

Le forze militari statunitensi americane in Niger (un migliaio di effettivi impegnati nelle operazioni contro le milizie jihadiste) hanno ripreso le attività operative nella nazione del Sahel come ha riferito il generale dell’USAF James Hecker, comandante delle forze aeree americane in ‘Europa e l’Africa.

In Niger erano presenti 1.100 militari statunitensi, in piccola parte evacuati in altre nazioni africane e in parte ridislocati dalla Base 101 all’aeroporto di Niamey alla Base 201, all’aeroporto di Agadez (nella foto in basso), 920 chilometri a est dalla capitale, dove sono basati anche velivoli armati a pilotaggio remoto MQ9 Reaper e aerei da trasporto e Intelligence, Ricognizione e Sorveglianza (ISR).

“Per un po’ non abbiamo svolto alcuna missione nelle basi”, ha detto Hecker (nella foto a lato). “Attraverso il processo diplomatico, stiamo portando avanti, non direi il 100% delle missioni che facevamo prima, ma una grande quantità’ di missioni” ha dichiarato Hecker a margine della convention annuale dell’Air and Space Forces Association

La notizia indica il differente approccio della giunta militare che ha assunto il potere in Niger il 26 luglio nei confronti della presenza militare di Washington e dei militari francesi, circa 1.500 effettivi, aio quali Niamey ha intimato di lasciare il paese (denunciando gli accordi di cooperazione militare con Parigi) insieme all’ambasciatore francese.

Voci confermate dal ministero degli Esteri francese parlano di una prossima riduzione degli effettivi francesi in Niger, in particolare droni, velivoli e parte degli effettivi militari. Una differenza di approccio da parte della giunta sempre più evidente, confermata anche dall’arrivo in Niger del nuovo direttore degli Affari pubblici e portavoce dell’ambasciata USA, Kenya Jorana Jemes, che si affianca alla nuova ambasciatrice, Kethleen Fitz Gibbon, arrivata ad agosto, subito dopo il colpo di Stato, con lo scopo di “sostenere gli sforzi dei giovani nigerini, della società’ civile, della stampa, delle Ong e dei leader dei progetti”.

Gli Stati Uniti, che a differenza di Parigi hanno escluso l’opzione militare per rovesciare la giunta militare che ha deposto il presidente Mohamed Bazoum, sembrano quindi ben disposti al dialogo con i golpisti rafforzando quindi l’ipotesi che Washington intenda avvantaggiarsi in Africa dal crollo repentino dell’influenzare francese.

Del resto, come ha sottolineati recentemente Analisi Difesa con un articolo di Giampaolo Cadalanu, un elevato numero di ufficiali africani addestrati negli Stati Uniti e vicini a Washington sono stati protagonisti dei colpi di stato che hanno interessato l’Africa Occidentale e il Sahel negli ultimi anni.

Nel contrastare possibili iniziative militari congiunte tra Francia e Nazioni della Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (’ECOWAS), la giunta militare nigerina ha annunciato la fine dell’accordo di cooperazione militare con il Benin, accusando il vicino di aver autorizzato il dispiegamento di soldati sul suo territorio per un eventuale intervento militare guidato dalla Nigeria.

In un comunicato stampa letto dalla televisione nazionale, la giunta ha dichiarato di “aver invitato in più occasioni al rispetto degli obblighi” di questo accordo firmato l’11 luglio 2022 con il Benin che ha deciso di “denunciare” poiché il Benin ha “deciso di prendere in considerazione l’aggressione contro il Niger invece di appoggiarlo”. La nota prosegue spiegando che il “Benin ha autorizzato lo stazionamento di soldati mercenari e di materiale bellico in vista di un’aggressione voluta dalla Francia in collaborazione con alcuni Paesi” dell’ECOWAS contro il Niger.

Oggi Niamey ha annunciato di aver cancellato  un migliaio di passaporti diplomatici rilasciati a cittadini stranieri dal governo deposto. Il ministero degli Esteri ha informato per iscritto le rappresentanze diplomatiche in Niger che i passaporti sono “scaduti”, secondo copie della lettera pubblicate sui social network. I documenti diplomatici riguardano ex alti esponenti delle istituzioni e dei ministeri, nonché da ex deputati e consiglieri, tra cui il presidente e il primo ministro, ha riferito ieri sera l’agenzia di stampa ufficiale ANP.

Circa 50 passaporti erano stati consegnati a cittadini americani, britannici, francesi, libici e turchi, nonché ad altri cittadini dell’Africa occidentale. A fine agosto, il nuovo regime aveva già cancellato i passaporti di diversi membri del governo che si trovavano all’estero, tra cui il primo ministro, il ministro degli Esteri e l’ambasciatore del Niger in Francia.

La giunta nigerina ha nel frattempo rilasciato Stéphane Jullien, consigliere dei francesi all’estero residente in Niger, arrestato l’8 settembre scorso. “La Francia si rallegra per la liberazione di Stéphane Jullien”, ha annunciato Anne-Claire Legendre, portavoce del ministero degli Affari Esteri francese, senza fornire ulteriori precisazioni.

Oggi a Bamako (Mali) il viceministro della Difesa russo Yunus-Bek Yevkurov ha incontrato il presidente maliano ad interim Assimi Goitai e i ministri della Difesa del Mali (Sadio Camaru) e del Niger (Salifou Modi) discutendo di cooperazione tecnico-militare e della situazione sul fronte della lotta ai movimenti jihadisti e delle minacce di intervento militare francese e delle forze dell’ ECOWAS in Niger La televisione statale del Mali (ORTM) ha mostrato le immagini dell’incontro.

Si innalza anche la tensione tra la Francia e il Burkina Faso, la cui giunta militare è alleata di quelle che governano Mali e Niger e che oggi , ha annunciato l’espulsione dell’addetto militare dell’ambasciata francese, accusato di “attività sovversive”, concedendogli due settimane di tempo per lasciare il Paese. Il ministero degli Affari Esteri burkinabé ha reso noto che “il governo del Burkina Faso ha deciso (…) di ritirare l’approvazione di Emmanuel Pasquier, addetto alla difesa presso l’ambasciata francese in Burkina Faso, per attività sovversive”.

La guerra (per ora solo di parole) tra la Francia e le sue ex colonie del Sahel governate da giunte militari, prosegue anche su piani diversi da quello politico-militare. Parigi ha sospeso da oggi la cooperazione culturale con Mali, Niger e Burkina Faso, La Direzione generale degli Affari culturali (DRAC) ha deciso che tutti gli organismi sovvenzionati dallo Stato francese dovranno “sospendere fino a nuovo ordine” la cooperazione nel settore della cultura con i tre Paesi africani. “Per ragioni di sicurezza, la Francia ha sospeso dal 7 agosto la consegna dei visti da Niamey, Ouagadougou e Bamako, insieme alla realizzazione in questi Paesi delle nostre azioni di cooperazione culturale”, ha spiegato il Ministero degli Esteri di Parigi.

Foto: USAF e AFRICOM

 

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