Parigi e Berlino non escludono il ritiro delle truppe dal Niger

 

La Francia ritirerà i suoi militari dal Niger se si creerà una situazione di pericolo “troppo grande”. Lo ha detto il 20 settembre il ministro delle Forze Armate Sebastien Lecornu, in un’intervista congiunta rilasciata al quotidiano “Le Monde” insieme all’omologo tedesco Boris Pistorius. “I nostri militari sul posto non sono attualmente in pericolo”, ha spiegato Lecornu parlando della situazione in Niger, dove la giunta golpista ha però imposto a in8zio agosto al contingente di 1.500 militari francesi schierati per lo più a Niamey e nelle basi di Ouallam e Ayorou (nel nord-ovest) di lasciare la nazione africana entro 30 giorni annullando il trattato di cooperazione militare bilaterale.

Nelle ultime settimane diverse vivaci manifestazioni si sono svolte davanti alla base francese a Niamey con migliaia di manifestanti che chiedevano il ritiro delle truppe di Parigi.

Del resto il Niger è ormai parte di un asse ostile alla Francia che riunisce anche Burkina Faso e Mali, retti anch’essi da giunte militari e costituitosi per scongiurare un attacco militare guidato da Francia e Comunità economica dell’Africa Occidentale (ECOWAS) contro i golpisti nigerini.

Il 20 settembre il governo del Burkina Faso ha approvato l’invio di truppe in Niger per tre mesi. Lo riferisce l’agenzia di stampa “APA” (ripresa in Italia da Agenzia Nova), precisando l’assistenza militare a Niamey consisterà nel fornire un forte sostegno e capacità in aree abbastanza specifiche”, come ha spiegato il ministro della Difesa, colonnello maggiore Kassoum Coulibaly.

Il contingente potrebbe contare da poche unità a migliaia, e coinvolgere anche civili e ausiliari dell’esercito, ha indicato il ministro, precisando che la missione durerà tre mesi rinnovabili. “Il dispiegamento del contingente verrà effettuato come continuazione delle operazioni di messa in sicurezza del territorio nazionale, come le operazioni congiunte che spesso conducono i nostri due Paesi”. Il sostegno al contingente sarà quindi assicurato utilizzando risorse finanziarie già allocate per la sicurezza nazionale.

In assenza di un attacco militare contro la giunta del Niger da parte delle forze di Parigi e dei paesi dell’Africa Occidentale, l’eventuale ritiro delle truppe francesi potrebbe dipendere non solo dalle condizioni di sicurezza ma anche dalla totale paralisi delle attività di ogni tipo imposta da Niamey ai militari di Parigi che di fatto renderebbe inutile la presenza sul territorio nigerino.

Stesso contesto riguarda il centinaio di soldati tedeschi dispiegati in Niger che “non sono attualmente in pericolo”, ma la questione della loro partenza si porrebbe se le truppe francesi lasciassero il Paese saheliano, ha dichiarato il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius in un’intervista a Le Monde.

“È sempre bene mantenere interlocutori sul terreno”, ma “se arriviamo a un punto in cui non c’è più motivo di restare e il pericolo è troppo grande, allora sì, ci ritireremo”, ha detto Pistorius al quotidiano francese. “Se le unità francesi dovessero andarsene, per noi la questione del ritiro sarebbe ancora più spinosa. Dovremmo pensarci”, ha aggiunto. I militari tedeschi sono attualmente dislocati con le truppe francesi nella base aerea di Niamey e alcuni di loro sono assegnati a una missione di cooperazione con il Niger.

La giunta golpista nigerina non ha finora chiesto il ritiro dei contingenti tedesco, italiano e statunitense presenti: anzi, le forze statunitensi hanno ripreso le attività aeree di intelligence, sorveglianza e ricognizione. Dall’inizio di agosto la Bundeswehr ha rimpatriato una trentina di persone, soprattutto soldati tedeschi che in precedenza erano stati impegnati nella missione Onu nel vicino Mali, la Minusma: la forza ONU e con essa cir,ca 900 caschi blu tedeschi, verrà ritirata dal Mali entro la fine dell’anno.

Nessuna notizia invece circa eventuali sviluppi che riguardino il contingente italiano in Niger composto attualmente da circa 200 militari dislocati presso l’aeroporto di Niamey.

Foto: truppe francesi nel Sahel (Ministero delle Forze Armate)

 

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