Blackout su Gaza

 

di Carola Frediani  da Guerre di Rete

Nella scorsa newsletter avevo raccontato come la Striscia di Gaza stesse subendo una progressiva riduzione della connettività. Negli ultimi tre giorni questa ha visto un ulteriore tracollo. Mentre le Forze di Difesa israeliane annunciavano di “espandere le operazioni di terra”, il servizio che monitora internet Netblocks riferiva di un “crollo della connettività nella Striscia di Gaza”. Vuol dire no internet, no comunicazioni telefoniche. Uno dei principali e ormai ultimi fornitori di telecomunicazioni palestinesi, Paltel, è stato fortemente colpito dagli intensi attacchi aerei, e ha dichiarato di aver subito “un’interruzione completa di tutti i servizi di comunicazione e internet” a seguito del bombardamento.

 

Interruzione confermata da Netblocks.

“Le continue esplosioni di attacchi aerei hanno illuminato il cielo di Gaza City dopo il tramonto di venerdì, quando si è verificato il black-out di internet, dei servizi cellulari e della rete fissa – scrive il WashPost – La Mezzaluna Rossa ha dichiarato di aver perso tutti i contatti con la sua sala operativa e con le squadre mediche. Ha dichiarato di temere che la gente non sia più in grado di contattare i servizi di ambulanza. Altri gruppi di soccorso hanno detto di non essere in grado di raggiungere il personale sul posto”.

Così ha confermato su Twitter proprio la Mezzaluna Rossa palestinese: “Abbiamo perso completamente i contatti con la sala operativa nella Striscia di Gaza e con tutte le nostre squadre che operano lì, a causa dell’interruzione da parte delle autorità israeliane di tutte le comunicazioni su rete fissa, cellulare e internet”.

I giornalisti dello stesso WashPost hanno scritto sui social di non riuscire più a raggiungere i colleghi a Gaza. Quasi tutti i fornitori di internet e comunicazioni sembrano essere stati direttamente danneggiati.

“La sede di Paltel nel quartiere Al Rimal di Gaza City è stata distrutta dagli attacchi, come mostrano foto e video – scrive Wired Usa – . I pavimenti sono stati distrutti e le finestre sono state spazzate via nell’edificio a più piani, e cumuli di macerie circondano gli ingressi. (…) Un altro fornitore di servizi Internet, AlfaNet, risulta avere sede nella torre Al-Watan. L’8 ottobre l’azienda ha scritto sulla sua pagina Facebook che la torre era stata distrutta e che i suoi servizi erano stati interrotti (…)

“La rete è stata distrutta e i cavi e i tralicci sono stati gravemente danneggiati dal bombardamento”, ha pubblicato su Facebook il fornitore internet Fusion”. E a dichiarare danni alle proprie infrastrutture sono stati anche JetNet, SpeedClick e HiNet. Su Twitter ha preso piede l’hashtag ##starlinkforgaza, in cui alcuni utenti chiedono a Elon Musk di fornire connettività alla Striscia tramite Starlink, così come ha fatto in Ucraina (anche se non si capisce come potrebbero far arrivare i terminali sul territorio assediato e in cui a stento arrivano cibo e medicine).

 

Aziende di sorveglianza cyber mobilitate

Mentre sulla Striscia rischia di calare il silenzio delle comunicazioni, Israele – riferisce il quotidiano israeliano Haaretz – ha reclutato le principali aziende che vendono strumenti di sorveglianza digitale. “Tra queste ci sono imprese di cyber offensive come NSO, Rayzone, Paragon e Candiru; diverse società di intelligence digitale come Cobwebs, AnyVision e Intelos; oltre a decine di aziende di difesa, tra cui Cato Networks, Palo Alto, Persist e persino ActiveFence, che fornisce servizi di anti-disinformazione”, scrive la testata. Ma il conflitto continua a tracimare nella dimensione digitale (che, come sapete e come ho ricordato nella scorsa edizione, è quella su cui si concentra questa newsletter) anche e soprattutto nella parte informativa-dimostrativa. A volte in forme davvero inusuali.

 

Manifestazioni su Roblox

Su Roblox  – gioco e universo virtuale per bambini e ragazzini, molto popolare in tutto il mondo – sono state documentate manifestazioni “virtuali” per la Palestina. L’epicentro sembra essere la Malesia, dove si sono registrate anche manifestazioni in strada. Sono andata su Roblox, e in effetti, anche se la manifestazione era conclusa, ci sono vari gruppi a sostegno della Palestina, alcuni più vecchi, altri nati o rivitalizzati con molti messaggi negli ultimi drammatici giorni.

Immagine:  Middle East Forum

 

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