F-16 all’Ucraina: Il ruolo dei contractor

 

Quella degli F-16 all’Ucraina è una vera e propria epopea in cui, oltre a singoli Paesi ed organizzazioni internazionali, sono stati chiamati ad apportare il proprio contributo anche i contractor. Il colosso americano Lockheed Martin sta per aprire un centro di addestramento al volo per F-16 in Romania. Una struttura che, unica in Europa, andrà a supportare il personale militare di Paesi NATO ed alleati, Ucraina in primis. Al suo funzionamento contribuiranno anche altre società private con partnership e subappalti.

Draken International, fornitrice di servizi aerei a contratto, ha ottenuto l’incarico di selezionarne il personale per l’addestramento di piloti, manutentori e tutta una serie di altre figure professionali necessarie a mantenere operativo un aereo. Oltre all’addestramento – arduo per scarsità di piloti, urgenza e complessità, anche l’approvvigionamento di F-16 per Kiev risulta problematico.

Una domanda sempre crescente, un avvicendamento con gli F-35 ancora limitato, così come una riluttanza delle cancellerie occidentali ad oltrepassare “linee rosse” che potrebbero provocare l’escalation del conflitto hanno reso difficoltoso il reperimento di tali velivoli. Sia quelli da impiegare per l’addestramento degli ucraini che in combattimento.

La richiesta non manca nemmeno in ambito privato, dove singolari contractor sono alla spasmodica ricerca di soluzioni aeree sempre più moderne e performanti per accaparrarsi i lucrosi contratti per la fornitura di squadroni di “aggressori” per le Forze Armate americane. Al fine di garantirne un numero sufficiente a Kiev, quindi, i contratti di fornitura di F-16 sono stati congelati o, addirittura, annullati. Soprattutto quelli con società private al grido di “Prima l’Ucraina!”

 

Lockheed Martin “apre” in Romania

Il 31 agosto 2023 Lockheed Martin, colosso statunitense dell’Aerospazio e Difesa, ha annunciato la creazione di un Centro Europeo di Addestramento al Volo per F-16 in territorio rumeno.

Entro la fine dell’anno, con Paesi Bassi e Romania, la multinazionale di Bethesda conta di siglare un contratto per la realizzazione della sua prima struttura europea mirata all’incremento della prontezza operativa di piloti e manutentori rumeni di F-16. Il tutto attraverso una soluzione addestrativa completa, con particolare attenzione alla loro sicurezza ed efficienza.

A tale scopo i Paesi Bassi presteranno alla Romania un numero ancora imprecisato di F-16 che andranno ad affiancarsi ai 17 già in servizio – ottenuti tra il 2016 e il 2021 dal Portogallo – e ai 32 che Bucarest ha acquistato nel novembre 2022 dalla Norvegia.

In un secondo momento, il centro potrà ospitare anche programmi di addestramento per altri Paesi. “Una volta finalizzati i dettagli, siamo fiduciosi che il centro di addestramento andrà a beneficio della Romania e di altri operatori regionali di F-16, inclusa potenzialmente l’Ucraina” ha dichiarato O.J. Sanchez, vice presidente e direttore generale dell’Integrated Fighter Group di Lockheed Martin.

In realtà, più che di una possibilità, l’addestramento di piloti e tecnici ucraini costituisce la reale motivazione alla base dell’istituzione del centro, come esplicitamente dichiarato giorni prima dal Ministro della difesa dei Paesi Bassi, Kajsa Ollongren.

Da mesi, infatti, il presidente ucraino Zelensky chiedeva ossessivamente alla NATO quegli F-16 considerati fondamentali per lo sforzo bellico e, più generalmente, per rafforzare, ammodernare ed occidentalizzare la sua forza aerea. Un progetto che si protrarrà e, addirittura, intensificherà negli anni a venire necessitando l’Aeronautica ucraina di diverse strutture ed installazioni in cui addestrare i propri uomini sui jet di 4° generazione.

Lockheed Martin considera il centro di addestramento un’importante opportunità tanto che, ancora il 20 giugno, aveva dichiarato di essere pronta a supportare l’Ucraina qualora i Paesi dell’Alleanza Atlantica le avessero fornito gli F-16.

Alla luce delle promesse occidentali il colosso americano sta riunendo in Romania diverse società europee e statunitensi, nonché incorporando nei propri ranghi numerosi ex aviatori come istruttori. Il vice presidente Sanchez non ha indicato quanti piloti potranno essere addestrati annualmente, così come non ha fornito dettagli sull’inizio delle attività. Tuttavia, conta di muoversi rapidamente una volta firmato il contratto.

Per gli allievi del centro è previsto un approccio ed un percorso formativo sostanzialmente simile a quello seguito dall’Aeronautica degli Stati Uniti. Come l’addestramento dei piloti ucraini organizzato dal Pentagono è iniziato a settembre con specifici corsi di lingua inglese presso la base aerea di Lackland, Texas così farà Lockheed Martin in Romania.

Il tutto proseguirà con l’addestramento al volo, con il possibile impiego di aerei addestratori – dei Cessna, ad esempio – per far acquisire esperienza ed ore di volo agli allievi piloti. Successivamente, a seconda del livello e delle capacità, questi passeranno dai sei ai dodici mesi ad addestrarsi con gli aerei a reazione.

L’obiettivo di Lockheed Martin è quello di fornire loro competenze di base per potersi unire ad uno squadrone ed operare adeguatamente come gregari. Sarà necessaria, poi, una formazione più avanzata ed articolata che, aggiunge Sanchez, verrà fornita altrove.

 

 Addestratori della Draken International

 La società americana Draken International, LLC, fornitrice di Servizi Aerei a Contratto – Contract Air Services – per le forze armate, sta selezionando piloti e manutentori con esperienza su aerei F-16 da impiegare come istruttori in Romania.  Questo quanto emerge, almeno da fine maggio, dalla sezione “Work With Us” (Lavora Con Noi) del sito ufficiale della società.

All’iniziale ed approssimativo annuncio, se ne sono progressivamente aggiunti altri ben più dettagliati, estendendo le vacancies della Draken ad istruttori di volo, responsabili di squadre di manutenzione, capi squadra, pianificatori di manutenzione, elettrotecnici, tecnici avionici ed altro ancora. Incarichi da adempiere presso l’86a Base Aerea dell’Aeronautica Rumena a Borcea. Situata 30 chilometri ad est di Bucarest, l’installazione militare è sede della 53a Squadriglia caccia “Aquile da Guerra” equipaggiata con cacciabombardieri F-16.

Sebbene non si facciano specifici riferimenti alla nazionalità del personale che gli uomini della Draken andranno ad addestrare, si tratta quasi certamente di ucraini. Per tutte le posizioni aperte è richiesta un’esperienza di almeno 5 anni con gli F-16A/ B (mono e biposto).

Più nello specifico i piloti istruttori della Draken, che utilizzeranno ex F-16 M (F-16 A/B Block-15 aggiornati alla configurazione Mid-life) dell’Aeronautica Militare dei Paesi Bassi, devono aver maturato più di 2.000 ore di volo e più di 500 come istruttori su tali jet. L’esperienza nella formazione da remoto costituisce un titolo preferenziale. Oltre ai consueti requisiti fisici, psichici ed adempimenti burocratici vari, i candidati devono essere in possesso di nulla osta di sicurezza di livello segreto.

Per quanto riguarda la nazionalità, essa deve ottemperare alle restrizioni previste dall’ITAR – International Traffic in Arms Regulations americano – che disciplina l’esportazione e l’importazione di informazioni, tecnologia e materiali relativi alla difesa.

Il fatto che le vacancies siano state pubblicate esclusivamente nella versione statunitense della sezione “Lavora con Noi” del sito – e non in quella europea – indicherebbe, inoltre, l’esclusione di personale proveniente dal Vecchio ed altri continenti. La durata degli incarichi, a seconda della figura professionale, può variare da un minimo di 3 ad un massimo di 19 mesi a decorrere approssimativamente dal 1° settembre 2023.

Il ministro della Difesa dei Paesi Bassi, Kajsa Ollongren ha riferito di un corso di aggiornamento per gli istruttori privati prima dell’inizio dell’addestramento vero e proprio dei piloti ucraini e rumeni. Nel frattempo Ray Piselli, vice presidente delle relazioni internazionali di Lockheed Martin, ha preventivato un inizio delle attività addestrative in Romania per fine 2024.

 

Forniture di F-16: Prima l’Ucraina!

Impiegato da USAF e alleati per oltre 40 anni nelle sue numerose versioni, l’F-16 continua a giocare un ruolo determinante nel XXI secolo. Con più di 3.100 esemplari operativi in circa 25 Paesi, rappresenta, infatti, una valida e strategica alternativa per chi cerca soluzioni aeree avanzate, partnership globali/regionali e costi abbordabili del ciclo di vita.

La domanda, quindi, è crescente e gli F-16 sono scarsamente disponibili. Basti pensare che la Slovacchia, salvo ulteriori ritardi, riceverà solo nel 2024 il primo dei 14 F-16V Block 70/72 Viper che ha ordinato nel 2018. Questo nonostante l’apertura di una nuova linea di produzione nello stabilimento Lockheed Martin di Greenville, Carolina del Sud nel 2019.

Le cose non vanno meglio per quanto riguarda “l’usato”, di cui nessun Paese è intenzionato a sbarazzarsi rapidamente. Ben 405 gli F-16 in forza a quattro Paesi alleati in fase di aggiornamento alla versione V, mentre quelli dell’USAF sono  addirittura 608: il numero di Paesi in grado di fornire degli F-16 è, quindi, attualmente limitato.

Con non poche difficoltà Paesi Bassi, Danimarca e Norvegia a fine agosto si sono resi disponibili ad inviare a Kiev una settantina di Fighting Falcon – rispettivamente 42, 19 e 5/10 – man mano che questi verranno rimpiazzati dagli F-35 e solo se saranno soddisfatte le “giuste condizioni”.

Tra queste il completamento della selezione, dei test e dell’addestramento del personale ucraino, permessi, infrastrutture e logistica necessari. Insomma, non saranno operativi prima della fine del primo trimestre 2024. E se l’approvvigionamento di F-16 risulta difficoltoso per i governi, le cose non sembrano andare meglio per i privati, la cui domanda e necessità dei cacciabombardieri della General Dynamics è altrettanto elevata.

I fornitori di servizi aerei a contratto, infatti, sono costantemente alla ricerca di velivoli sempre più performanti e moderni per accaparrarsi i lucrosi contratti per la fornitura di squadroni “aggressori” o Red Air. Simulando il ruolo di aerei nemici, queste formazioni vengono impiegate per addestrare al combattimento aereo i piloti di Aeronautica, Marina e Marines degli Stati Uniti.

Pur avendo investito massicciamente nell’acquisto e ricondizionamento di aerei militari di 3a e 4a generazione, alcuni contratti non sono stati rinnovati. Questo perché certi velivoli dei contractor non sono stati più ritenuti in grado di replicare adeguatamente le minacce aeree più avanzate che i piloti americani potrebbero trovarsi a dover affrontare.

La canadese Top Aces, nel 2021, è stata la prima società privata ad acquistare degli F-16: 29 esemplari precedentemente in servizio presso l’Aeronautica israeliana. Con l’inizio della guerra in Ucraina, Washington ha deciso di congelare la vendita di alcune tecnologie ed armamenti militari americani nel mondo, nel caso avesse dovuto fornirli all’Ucraina; tra cui, appunto, gli F-16.

E questo è quello che è successo a Draken International. A dicembre 2021, infatti, la società aveva annunciato un paio di accordi per l’acquisto di 12 F-16 dall’Aeronautiche dei Paesi Bassi ed altrettanti da quella della Norvegia.

In una lettera del 1° giugno 2023, invece, il Segretario di Stato alla Difesa dei Paesi Bassi Christophe van der Maat ha riferito al Parlamento olandese che l’accordo sulla vendita di F-16 alla Draken International era stato considerevolmente ridimensionato. La società riceverà solamente 6 dei 12 aerei a cui era interessata, lasciando gli altri potenzialmente a disposizione degli ucraini.

Oltre al trasferimento di questi 12, l’accordo prevedeva anche un’opzione per l’acquisto di altri 28 F-16A/B. Tuttavia, secondo il sito Oryxspioenkop, il Governo olandese l’ha cancellata a fine maggio. Dopo un ritardo nel dicembre scorso, è stato comunicato che le parti hanno rescisso di comune accordo il contratto in seguito a divergenze sull’esecuzione della compravendita. In particolare, si dice che Draken non fosse soddisfatta dello “stato di manutenzione [degli aeromobili]”.

In via amichevole, quindi, la società americana ha accettato di acquistare solamente 6 caccia monoposto secondo condizioni ancora da definire, anche se la consegna potrebbe arrivare già il prossimo anno. Si tratta, infatti, di aerei che sono stati impiegati per addestrare i piloti olandesi presso la base di Morris, Arizona e, rientrati in Europa, sono stati sottoposti a manutenzione in Belgio prima della consegna.

Per quanto riguarda l’Aeronautica norvegese, i suoi 12 F-16 sono stati venduti alla Draken International ma non sono ancora stati consegnati. Il primo F-16 avrebbe dovuto arrivare negli Stati Uniti l’estate scorsa. Si tratta di aerei aggiornati e combat-ready. Draken, infatti, aveva siglato con Kongsberg Aviation Maintenance Services un accordo da circa 900 milioni di dollari per il loro ammodernamento. Da più di un anno aspettano negli hangar norvegesi che Washington autorizzi il loro trasferimento.

 

Considerazioni

L’inferiorità numerica di piloti e velivoli – oltretutto datati – dell’Aeronautica ucraina rispetto a quella russa, ha portato fin dall’inizio delle ostilità il presidente Zelensky a richiedere ripetutamente a NATO ed alleati l’imposizione di una No-Fly Zone e la fornitura di aerei da combattimento.

Mentre la No-Fly Zone è stata immediatamente scartata, la fornitura di aerei a Kiev – allora si parlava di Mig 29 – aveva subito assunto le sembianze di una tragica e, per certi versi, comica saga tra Washington ed alcuni Paesi dell’est dell’Alleanza Atlantica, con la Polonia in testa. Un tira e molla non troppo diverso da quello sugli F-16!

Una delle prime soluzioni alternative all’impasse era arrivata da Erik Prince, fondatore della Blackwater che aveva proposto all’amministrazione Biden una sorta di collaborazione ibrida tra USAF e contractor per rafforzare l’Aeronautica ucraina. Il progetto, presentato ancora a dicembre 2021, prevedeva di trasferire a Kiev tutti o parte di quei velivoli da combattimento che l’USAF ritira dal servizio ogni anno. Per il 2022 i piani di budget indicavano, infatti, la dismissione di 47 F-16; aerei che secondo Prince, dipinti con livree ucraine e pilotati da contractor americani o europei, avrebbero potuto fare una cruciale differenza.

La soluzione è stata rifiutata, a detta di Prince, principalmente per una certa riluttanza dell’amministrazione Biden nell’affrontare questioni di politica estera con un certo polso. Quel timore di oltrepassare “linee rosse” che potrebbero causare drammatiche escalation di cui ancora la Casa Bianca soffre.

Basti pensare ai tabù sulla fornitura all’Ucraina di missili a lungo raggio ATACMS o, appunto, agli F-16. Invece di impegnarsi direttamente nella loro fornitura, gli Stati Uniti stanno autorizzando trasferimenti di F-16 all’Ucraina da parte degli alleati e congelando quelli verso altri Paesi e, soprattutto, società private. Simile al caso della Draken International è quello di Air USA e dei suoi F-18.

Nel marzo 2020 la società privata Air USA – ora RAVN Aerospace – era sul punto di acquistare una quarantina di F/A-18 A/B Hornet della Royal Australian Air Force. Tuttavia, a dicembre 2021 il sito Australian Defence Magazine definiva come “sconosciuto” lo stato di tale accordo. Sostanzialmente, si tratta di almeno un paio di dozzine di esemplari in ottimo stato, aggiornati allo standard A++ che conferisce loro le capacità dei più recenti F/A-18C.

Inoltre, non essendo mai stati imbarcati su portaerei non hanno subito gli shock strutturali dovuti agli appontaggi né, tantomeno, gli effetti corrosivi della salsedine. Risultano, pertanto, in ottime condizioni ed un’opportunità interessante per l’Ucraina. Addirittura, qualcuno pensa siano tenuti come riserva per Taiwan, in caso di conflitto con la Cina.

Trattandosi di un bimotore che eccelle in versatilità e manovrabilità a bassa velocità, l’F/A-18 è più in linea con i MiG-29 e Su-27 in dotazione agli ucraini. Il suo robusto carrello di atterraggio progettato per gli appontaggi, inoltre, meglio si adatta alle infrastrutture e piste di decollo improvvisate a cui l’Ucraina ha dovuto ricorrere a causa degli attacchi subiti e per rendere più difficile il targeting ai russi.

Come l’F-16, può trasportare praticamente tutti gli armamenti di tipo occidentale attualmente a disposizione di Kiev e può essere rapidamente adattato a gestirne di nuovi. Pur estremamente aggiornati, gli F-18 australiani non montano strumentazioni all’ultimo grido, riducendo così il rischio tecnologico i n caso di abbattimento ma resta il problema della difficoltà di approvvigionamento e dell’addestramento di piloti e manutentori.

Nonostante la grande diffusione – Finlandia, Spagna, Canada, Svizzera, Kuwait, Malesia, Marina e Corpo dei Marines degli Stati Uniti per citarne alcuni – gli F/A-18 disponibili sono relativamente pochi. Il loro avvicendamento con gli F-35 inizierà, nella gran parte dei casi, nella seconda metà del decennio. Per quanto riguarda l’addestramento del personale, i programmi governativi prevedono tempistiche sempre più dilatate rispetto alle immediate necessità ucraine.

Anche in questo caso i privati potrebbero intervenire per velocizzare l’iter formativo, con specifici programmi ritagliati sulla realtà ed esigenze del conflitto in corso. Il tutto al di fuori o in concomitanza con le soluzioni governative già esistenti e molto più rigide.

Foto: Telegram, Ministero Difesa Ucraino, Aeronautica Danese, Aeronautica Belga, Aeronautica Olandese e Aeronautica Rumena

 

Nato nel 1983 a Brescia, ha conseguito la laurea specialistica con lode in Management Internazionale presso l'Università Cattolica effettuando un tirocinio alla Rappresentanza Italiana presso le Nazioni Unite in materia di terrorismo, crimine organizzato e traffico di droga. Giornalista, ha frequentato il Corso di Analista in Relazioni Internazionali presso ASERI e si occupa di tematiche storico-militari seguendo in modo particolare la realtà delle Private Military Companies.

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