La Francia ha iniziato il ritiro delle forze militari dal Niger

 

Il 10 ottobre i militari francesi hanno iniziato a lasciare le basi in Niger con un primo convoglio diretto in Ciad. Vanno in “direzione del Ciad” ha indicato il regime militare al potere a Niamey dal 26 luglio. “Le truppe con sede a Ouallam (ovest) hanno lasciato oggi la loro base. Si tratta delle operazioni per la partenza del primo convoglio terrestre in direzione del Ciad sotto scorta delle nostre Forze di difesa e di sicurezza”, ha precisa il governo di Niamey, in un comunicato letto alla televisione nazionale.

Parigi ha confermato il ritiro dei primi militari schierati in Niger precisando che il ritiro ha preso il via “in conformità con la pianificazione e il coordinamento in corso”. L’operazione riguarderà in tutto 1.400 soldati, tra esercito e aeronautica dispiegati a Niamey, la capitale, e nelle due basi avanzate nel Nord-Ovest, a Ouallam e Tabarey-Barey.

Il ritiro, imposto dal nuovo governo nigerino dopo il golpe del 26 luglio, richiederà diverse settimane prima di essere completata. Secondo fonti della difesa di Parigi, un aereo con equipaggiamenti francesi e un primo gruppo di militari è già decollato nella giornata di ieri. Poche le rotte che possono essere utilizzate per lasciare il Niger dopo che le frontiere terrestri con Benin e Nigeria non sono praticabili per ragioni di sicurezza mentre Mali e Burkina Faso, retti da giunte golpiste, hanno a loro volta cacciato le forze militari francesi presenti in quei territori, Arduo per i militari francesi anche l’accesso al territorio algerino mentre l’attraversamento del confine ciadiano resta la procedura più facilitata considerato che le ultime guarnigioni francesi rimaste nel Sahel sono basate proprio in Ciad dove si trova il comando delle Forze francesi nel Sahel, con sede all’aeroporto di N’Djamena.

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Parigi non riconosce la giunta golpista a Niamey e ha interrotto la cooperazione economico con il Niger che è soggetto anche a sanzioni da parte della Comunità economica degli Stati dell’Africa Occidentale (Ecowas/Cedeao) mentre anche gli Stati Uniti hanno tagliato aiuti economici per 442 milioni di dollari. In questo contesto economicamente drammatico il governo del Niger è stato costretto a tagliare il bilancio pubblico per il 2023 del 40 per cento, da 5,3 a 3,2 miliardi di dollari.

Il vicino Burkina Faso, alleato del Niger, ha firmato un accordo con la Russia per la costruzione di una centrale nucleare con l’obiettivo di dare un forte impulso alla produzione di energia elettrica che oggi raggiunge solo il 21 per cento della popolazione.

La giunta di Ouagadougou guidata da Ibrahim Traoré appare quindi sempre allineata a Mosca da cui ha ricevuto anche aiuti militari, consiglieri e istruttori e contractors della PMC Wagner. Traoré ha incontrato Vladimir Putin lo scorso luglio, al vertice Russia Africa di Mosca. L’energia prodotta dal nuovo impianto sarà anche esportata ai Paesi vicini. “Abbiamo bisogno critico di energia. E la nostra posizione è strategica perché siamo al cuore dell’Africa Occidentale, una regione con un forte deficit di energia”, ha dichiarato. La Russia sta esportando centrali nucleari “chiavi in mano” anche in Egitto (in base all’accordo firmato da Putin col presidente Abdel Fattah al-Sisi nel 2017) e in Nigeria, dove la costruzione deve ancora iniziare.

Foto: Ministero delle Forze Armate francese

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