L’aggiornamento sulle operazioni a Gaza (AGGIORNATO)

 

(Aggiornato alle ore 17,05)

I razzi lanciati da Gaza contro il sud e il centro di Israele hanno raggiunto ieri le aree di Carmel ed Eilat, a più di 130 miglia dalla Striscia; la sera del 25 ottobre un edificio a Rishon Le’zion è stato colpito direttamente da un razzo partito da Gaza mentre il giorno precedente un soldato israeliano è stato ucciso da un missile anticarro lanciato dalla Striscia contro il kibbutz di Kissufim.

Un razzo a lungo raggio di Hamas ha colpito questa mattina una struttura medica a Taba, località turistica egiziana sul Mar Rosso, vicino al confine israeliano e quasi adiacente alla città portuale di Eilat. L’esplosione ha provocato il ferimento di sei persone, secondo quanto ha riferito l’emittente egiziana “Al Qahera News”. Questa settimana, Israele ha riferito che un razzo rivendicato da Hamas ha colpito un’area periferica di Eilat. Un testimone a Taba, che si trova a circa 220 chilometri da Gaza, ha riferito di aver sentito un’esplosione e di aver visto fumo e polvere. Il missile ha colpito un parcheggio di ambulanze di Taba e un edificio residenziale per l’amministrazione dell’ospedale locale.

In risposta ai lanci di razzi dalla Striscia di Gaza, il 26 ottobre è stato registrato un attacco delle Forze navali israeliane contro una postazione di lancio di missili terra-aria di Hamas a Khan Yunis, sito deliberatamente ubicato nei pressi di una moschea e di un asilo secondo quanto riferito dalle Israeli Defence Forces (IDF).

I militari israeliani hanno evacuato la comunità del kibbutz di Be’eri, teatro di scontri con i miliziani di Hamas. Il 25 ottobre in un attacco congiunto con l’Israel Security Agency (ISA), le IDF hanno eliminato il comandante del battaglione nord Khan Yunis, Taysir Mubasher.

Ex comandante delle forze navali di Hamas, Mubasher aveva ricoperto diversi incarichi nella produzione di razzi, droni e altre armi che Hamas realizza nelle officine sotterranee nella Striscia di Gaza ed era stato ritenuto responsabile di aver ordinato numerosi attacchi contro Israele.

Gli attacchi aerei di precisione sono stati uccisi nelle ultime ore anche il comandante di un reparto di razzi, Hassan Al-Abdullah, il vice capo dell’intelligence di Hamas, Shadi Barud (responsabile della pianificazione dell’incursione compiuta da Hamas in territorio israeliano il 7 ottobre) e uno dei fondatori di Hamas,Yahya Sinwar.

Le IDF hanno annunciato ieri l’arresto di 46 membri di Hamas in raid notturni in tutta la Cisgiordania. L’IDF afferma in una nota che da quando è iniziata la guerra nella Striscia di Gaza il 7 ottobre, le truppe hanno arrestato circa 1.000 palestinesi ricercati in Cisgiordania, tra cui circa 660 affiliati ad Hamas. Secondo l’esercito, nelle ultime due settimane in Cisgiordania si sono verificati numerosi scontri tra le forze dell’IDF e i palestinesi e diversi tentativi di attacchi terroristici.

Secondo il ministero della Sanità dell’Autorità Palestinese, circa 100 palestinesi della Cisgiordania sono stati uccisi dalle forze israeliane, e in alcuni casi dai coloni, dal 7 ottobre.

Nel pomeriggio di oggi il portavoce delle IDF, Daniel Hagari, ha reso noto che il quartier generale di Hamas a GazaA si trova nei sotterranei sotto l’ospedale centrale Shifa. accessibile solo attraverso vari tunnel sotterranei e da alcuni reparti dell’ospedale, con cui condivide anche la rete elettrica.

Da quel comando vengono impartiti gli ordini ai combattenti e per il lancio di razzi contro Israele. Hagari ha sottolineato che all’interno dello Shifa si trova uno dei centri di controllo di Hamas, gestito dal servizio di sicurezza dell’organizzazione. “L’ospedale ha 1.500 letti e circa 4.000 membri del personale che formano uno scudo umano”, ha detto il portavoce.

Shifa è il più grande ospedale della Striscia di Gaza. “Abbiamo prove concrete che centinaia di terroristi si sono riversati nell’ospedale per nascondersi lì dopo i massacri del 7 ottobre”, ha detto ancora il portavoce dell’esercito israeliano precisando che le informazioni si basano su varie fonti di intelligence raccolte dalla Direzione dell’intelligence militare e dallo Shin Bet e che sono già state fornite agli alleati.

 

Incursioni in vista dell’offensiva

Nell’ambito dell’Operazione Spade di Ferro, le IDF preparano l’invasione terrestre con un’intensa attività del Genio che ha portato all’abbattimento di alcuni tratti della recinzione che circonda la Striscia.

Questo ha permesso alle unità delle forze speciali e ai mezzi corazzati della Brigata Givati di eseguire un maggior numero di infiltrazioni e missioni-lampo all’interno del territorio palestinese che nella notte tra il 25 e il 26 ottobre hanno portato all’eliminazione di decine di miliziani e alla distruzione di target paganti quali tunnel e altri depositi di armamenti ed esplosivi che Hamas aveva istituito nei pressi della barriera di sicurezza. Dopo il ritiro delle forze delle IDF i genieri hanno ripristinato la recinzione di sorveglianza.

La notte scorsa l’esercito israeliano ha effettuato un’ulteriore incursione con carri armati e truppe nella Striscia di Gaza, colpendo membri e siti di Hamas. Come precisato dal Times of Israel, è la seconda notte consecutiva che le forze israeliane lanciano un’operazione di terra circoscritta nell’enclave palestinese in vista della più vasta offensiva terrestre. L’esercito ha precisato che il raid è stato lanciato nella parte orientale di Gaza City con fanteria, genieri e forze corazzate, a cui droni ed elicotteri da combattimento hanno fornito copertura aerea. Le forze israeliane hanno lasciato l’area dopo diverse ore e ci sono stati feriti. Nell’attacco sono stati colpiti più di 250 obiettivi.

Aerei, elicotteri ed artiglieria hanno attaccato negli ultimi giorni centinaia di target a Gaza, inclusi centri di comando, ingressi ai tunnel, depositi di armi e postazioni lanciarazzi posizionate in aree civili. L’attenzione israeliana sembra concentrata sulle aree che consentiranno una maggiore flessibilità operativa in un’offensiva su vasta scala nella Striscia con bombardamenti concentrati sulle posizioni di Hamas nei quartieri di Shuja’iyya, Shati, Jabalia, Daraj Tuffah e Zaytun.

Le IDF stanno ”preparando nuove fasi della guerra” contro Hamas e l’incursione di terra nella Striscia di Gaza ”si terrà nel momento opportuno” ha dichiarato il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, spiegando che gli israeliani dovranno prepararsi a una lunga guerra. ”Stiamo preparando il terreno per la continuazione della campagna” militare e ”seguiranno nuove fasi”, ha detto il ministro. Parlando delle 224 persone nelle mani di Hamas, Gallant ha promesso di essere ”determinato a fare ogni sforzo per far tornare gli ostaggi alle loro famiglie. Questo è il mio impegno più grande, come anche una vittoria completa della guerra”.

Il ministro Benny Gantz, membro del gabinetto di guerra israeliano, ha affermato che Israele prenderà le proprie decisioni riguardo ai piani di guerra, smentendo le diverse notizie circolanti secondo cui Israele si è piegato alle pressioni americane per ritardare l’invasione di terra di Gaza. “Prendiamo decisioni solo in base ai nostri interessi”, ha detto Gantz ai giornalisti a Tel Aviv, aggiungendo anche che Israele apprezza il sostegno ricevuto dagli Stati Uniti. “Solo noi difenderemo noi stessi e ogni ebreo”, ha aggiunto, affermando che “il pericolo di essere eliminati” non è di Israele “ma dei suoi nemici”.

 

Ostaggi e trattative

Hamas non rilascerà gli ostaggi finché non verrà concordato un cessate il fuoco con Israele, ha detto al quotidiano russo Kommersant Abu Hamid, membro della delegazione arrivata ieri a sorpresa a Mosca per negoziasti sul rilascio degli ostaggi. L’esponente di Hamas ha detto che fin dai primi giorni dopo gli attacchi del 7 ottobre a Israele Hamas ha dichiarato l’intenzione di liberare i “prigionieri civili”, ma serve tempo per ritrovare tutti gli ostaggi perché in mano a diversi gruppi.

Molti stranieri sono stati uccisi, presi in ostaggio o sono scomparsi dopo l’attacco scatenato il 7 ottobre dal movimento islamico palestinese Hamas contro Israele. Secondo le autorità israeliane, più di 1.400 persone sono state uccise in territorio israeliano dagli uomini di Hamas, in maggioranza civili falciati da proiettili, bruciati vivi o morti di mutilazione nel primo giorno dell’attacco da Gaza. Tra questi, la morte di oltre 200 cittadini stranieri, molti dei quali anche israeliani, è stata confermata dai rispettivi paesi,

Trentacinque sono francesi secondo un bilancio pubblicato il 26 ottobre dal Ministero degli Affari Esteri. “La Francia deplora la tragica morte di nuovi cittadini francesi, che porta a 35 il bilancio delle vittime francesi negli attacchi terroristici compiuti da Hamas contro Israele”, si legge nel comunicato stampa del Quai d’Orsay. “Nove connazionali risultano ancora dispersi. Ora è confermato che alcuni di loro sono ostaggi di Hamas”, aggiunge il testo. “Stiamo facendo tutto il possibile per ottenere il loro rilascio”.

Un sondaggio del quotidiano Maariv registra che il 49% degli israeliani ritiene che si debba aspettare per un’operazione di terra dell’esercito a Gaza in mancanza di una svolta sugli ostaggi trattenuti da Hamas a Gaza. Il sondaggio indica una flessione nell’appoggio all’ingresso nella Striscia: una settimana fa il sostegno a favore dell’invasione era del 65%. La ragione secondo Maariv  è legata alla sorte dei 224 ostaggi trattenuti da Hamas nella Striscia. Per un’operazione immediata nell’enclave palestinese si è espresso il 29% mentre il 22% non ha voluto esprimersi.

Hamas ha rapito circa 224 persone, tra israeliani, stranieri e binazionali, secondo Israele, e finora sono state rilasciate quattro donne. “Quasi 50” ostaggi detenuti nella striscia di Gaza, sono stati uccisi dall’inizio dei raid israeliani, ha stimato il ramo militare di Hamas. Le autorità israeliane non hanno confermato questa cifra. Nella Striscia di Gaza, più di 7.000 persone, in maggioranza civili, tra cui quasi 3.000 bambini, sono stati uccisi nei bombardamenti incessanti condotti in rappresaglia dall’esercito israeliano, secondo quanto affermato dal ministero della Sanità del territorio palestinese controllato da Hamas.

In tema di trattative e negoziati ieri il capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, ha avuto un colloquio telefonico con il capo dei servizi segreti egiziani, il generale Abbas Kamel, come ha riferito un comunicato di Hamas.

 

Il fronte libanese

Sul fronte settentrionale, Hezbollah continua gli attacchi sporadici con missili anticarro e terra-aria (SAM) lanciati contro velivoli, postazioni e villaggi israeliani: Moshav Dovev, Avivim, Arab al-Aramshe. Giovedì un SAM è stato lanciato dal Libano contro un UAV (drone) dell’IDF ma è stato intercettato dalla Difesa aerea israeliana. In risposta, Israele ha colpito con l’artiglieria postazioni di Hezbollah. Il 26 ottobre sono state eliminate 5 cellule Hezbollah che hanno tentato di colpire lo Stato ebraico. Hezbollah ha finora annunciato la morte di 46 suoi combattenti uccisi dagli attacchi israeliani nel sud del Libano.

Il contributo della milizia scita libanese è però ritenuto insufficiente da Hamas. Ghazi Hamad, membro dell’ufficio politico di Hamas, ha affermato che “abbiamo bisogno di più” da parte degli alleati, compreso Hezbollah sostenuto dall’Iran in Libano. “Hezbollah ora sta lavorando contro l’occupazione”, ha detto Hamad nell’ufficio del gruppo islamico a Beirut. “Lo apprezziamo. Ma abbiamo bisogno di più per fermare l’aggressione a Gaza, ci aspettiamo di più”.

Il 25 ottobre sono stati rilevati due lanci di razzi provenienti dalla Siria, caduti in Israele in aree non abitate. Le IDF hanno risposto con il fuoco dell’artiglieria verso la fonte dell’attacco. Inoltre, gli aerei da combattimento dell’IDF hanno colpito le infrastrutture militari dell’esercito siriano e postazioni di mortai.

 

Il fronte siriano

Le forze aeree statunitensi hanno colpito questa mattina due località nella Siria orientale presidiate da milizie collegate al Corpo delle Guardie rivoluzionarie iraniane, ha fatto sapere il Pentagono. Gli attacchi sono stati sferrati da caccia F16 nella notte vicino ad Abu Kamal, una città siriana al confine con l’Iraq. Gli attacchi hanno avuto luogo intorno alle 4.30 vicino ad Abu Kamal, al confine con l’Iraq. I velivoli statunitensi hanno utilizzato munizioni di precisione.

Le basi aeree americane in Medioriente hanno subito una serie di attacchi negli ultimi giorni, ha riferito il portavoce del Pentagono, generale di brigata Patrick Ryder, spiegando che il 26 ottobre è stato sventato un attacco contro la base militare Usa a Erbil, nel Kurdistan iracheno. Nell’ultima settimana, ha affermato, le truppe statunitensi hanno dovuto affrontare almeno 12 attacchi in Iraq e 4 in Siria da parte di milizie associate all’Iran. Più di 24 soldati statunitensi hanno riportato ferite lievi mentre un appaltatore ha subito un arresto cardiaco ed è morto mentre cercava rifugio da un possibile attacco di droni.

Va ricordato che mentre le basi statunitensi e della Coalizione internazionale in Iraq sono state istituite in base a un accordo con il governo di Baghdad, quelle americane in Siria sono del tutto illegittime per il diritto internazionale poiché non sono state autorizzate da risoluzioni dell’ONU né tanto meno dal governo di Damasco che rivendica il completo controllo del territorio nazionale e considera la presenza statunitense un’occupazione.

 

Cyberwar

Come Analisi Difesa ha già ricordato, nel conflitto di Gaza non mancano i risvolti legati alle operazioni cibernetiche.

Il 21 ottobre lo Sheba Medical Center di Tel Aviv è stato al centro di un attacco informatico e dall’inizio della guerra sono stati segnalati oltre 400 attacchi informatici contro entità e siti web legate a Israele.

Azioni riconducibili a vari gruppi di hacker che operano per provocare il caos online. Inizialmente, questa minaccia era concentrata su obiettivi “soft”, in particolare siti web dei media israeliani vittime di attacchi Denial of Service (DDoS), una tattica mirata a inondare Ila rete di traffico per costringere gli utenti ad andare offline.

Le autorità israeliane hanno rivelato che, rispetto alle prime fasi del conflitto, gli attacchi, cresciuti del 18%, sono ora indirizzati a siti istituzionali dell’esercito e del governo, circa 400 eventi rivendicati da 40-50 gruppi “hacktivisti” provenienti da paesi quali l’Iran e la Russia.

La risposta del National Cyber Directorate israeliano ha comunque ridotto la minaccia ad un livello di “basso impatto” ed ha evitato danni sostanziali alle reti ecalle infrastrutture. I gruppi informatici affiliati ad Hamas sono stati etichettati come terroristi informatici e Israele resta determinato a contrastare ogni tipo di minaccia. (IT Log Defence).

Foto: IDF, USAF  e Middle East Forum

 

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Eugenio Roscini VitaliVedi tutti gli articoli

Colonnello dell'Aeronautica Militare in congedo, ha conseguito un master di specializzazione in analisi di sistema e procedure all'Istituto Superiore di Telecomunicazioni. In ambito internazionale ha prestato servizio presso il Comando Forze Terrestri Alleate del Sud Europa, la 5^ Forza Aerea Tattica Alleata e il Comando NATO di AFSOUTH. Tra il 1995 e il 2003 ha preso parte alle Operazioni NATO nei Balcani (IFOR/SFOR/KFOR). Gestisce il sito ITlogDefence.

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