Geopolitica marittima: le esercitazioni Dynamic Mariner e Mare Aperto 2023/2
a cura del Centro Studi di Geopolitica e Strategia Marittima (CESMAR)
In questo breve saggio cercheremo di comprendere le dinamiche in corso e il ruolo della Marina Militare nel cercare di prevenire escalation incontrollate, svolgendo un ruolo di presenza attiva e costante sul mare.
Se guardiamo al conflitto tra Russia e Ucraina potremmo facilmente affermare che esso oggi sia espressione della volontà russa di riappropriarsi del ruolo di leadership mondiale che l’Unione Sovietica aveva perduto nei primi anni novanta. La mancata creazione di una cornice di sicurezza europea, quella che Gobachev aveva definito come la casa comune europea, ha impedito sia di costruire un sostegno condiviso alle legittime aspirazioni all’indipendenza dell’Ucraina, sia di definire un contrappeso alla insicurezza percepita dalla Russia in un’area che ritiene fondamentale e storicamente vicina.
Tutto ciò ha dato origine a un conflitto sanguinoso i cui effetti si prolungheranno a lungo e che già oggi ha di fatto spinto a una divisione del globo tra sostenitori di una parte o dell’altra. Le aree di crisi hanno da sempre il difetto di influenzare altri teatri e questo – potremmo dire – si traduce nell’allargamento dell’incertezza e della tensione al Vicino Oriente.
L’orribile azione militare di stampo terroristico che Hamas ha intrapreso nei confronti anche della popolazione civile israeliana, ha messo in luce quanto la violenza e la rabbia covassero all’interno della società palestinese.
La violenza interna agli stati contro le legittime leadership (quella che Hedley Bull aveva indicato come il ritorno alla società anarchica di stampo medioevale) e la rabbia (quella che Pankaj Mishra ritiene essere componente fondamentale della volontà di riscatto degli emarginati contro coloro che ritengono, spesso a torto, colpevoli della loro condizione di sottosviluppo) sono alla base della inimmaginabile ed efferata risposta di Hamas contro Israele.
Le due dinamiche si sono quindi sovrapposte dando origine a una situazione esplosiva, non solo di difficile contenimento, ma soprattutto foriera di cambiamenti di cui è difficile prevedere gli effetti sia in Europa sia in altre parti del mondo.
Ci sentiamo di poter dire che il modello immaginato da Immanuel Wallerstein, che prevedeva una suddivisione delle società in periferie, semiperiferie e centro e in cui il lavoro a basso costo e le risorse si trasferiscono verso le società più ricche partendo da quelle più povere, debba essere riconsiderato proprio perché portatore di divisioni.
Ugualmente il fortunato testo di Samuel Huntington sullo scontro di civiltà non sembra oggi avere lo stesso appeal degli anni ’90. Non sono quindi le divisioni culturali a muovere le ragioni di tensioni, bensì il desiderio di non essere relegati a una periferia caratterizzata da specifici tipi di produzione e di controllo del lavoro. Esiste un mondo in ebollizione, dove gli stati assumono nuove posture e dove masse di persone si spostano aspirando a condizioni di vita migliori, dignità e a un futuro di speranza per i propri figli.
Lo stesso conflitto che si è svolto nell’area caucasica per il Nagorno-Karabach risponde a questa logica, così come gli spostamenti di africani e asiatici verso l’Europa meridionale nella speranza di essere inseriti in un contesto che non li veda relegati a povertà diffusa e condizioni di vita difficili.
Un arco di insicurezza ancora una volta centrato sul Mediterraneo dove la nostra Marina è protesa a difesa degli interessi legittimi della nostra collettività nazionale.
L’attività che la Marina sta svolgendo attualmente si è sviluppata su piani e luoghi diversificati. Operazioni reali si sono succedute ad addestramento complesso sia in ambito NATO sia nazionale. Ma è necessario andare con ordine.
Riallacciandomi alla lunga premessa geopolitica è necessario ricordare come le Marine, in ambito interforze, siano la migliore e più rapida risposta alle crisi. Non è un caso quindi che molti stati del globo abbiano deciso di inviare proprie unità navali soprattutto nell’area del Mediterraneo Orientale. In particolare gli Stati Uniti hanno dislocato alcune loro portaerei che si avvalgono della protezione anti-som offerta dalle nostre unità navali della classe FREMM sulla base di un solido rapporto di collaborazione sviluppato negli anni.
Oltre questo importante e prestigioso ruolo, il Capo di Stato Maggiore della Marina, Ammiraglio di Squadra Enrico Credendino su richiesta del Ministro della Difesa, ha disposto la presenza nell’area di un consistente numero di mezzi e assetti in caso di un aggravamento della situazione che costringa a un intervento soprattutto volto a salvare le nostre comunità nazionali presenti nel Vicino Oriente.
La capacità di proiettare sulla terraferma, ove sia necessario intervenire, forze anfibie capaci di penetrare anche all’interno rispetto alla testa di ponte, grazie al supporto dell’aviazione imbarcata, conferisce alle forza navali una flessibilità e versatilità di impiego impareggiabile che consente ai politici di poter dosare la forza in relazione agli obiettivi da ottenere e alla situazione sul terreno.
Le operazioni Mediterraneo Sicuro, Fondali Sicuri, Frontex e Irini, che hanno il compito di presidiare le frontiere marittime europee e nazionali, vedono ulteriori unità navali presenti sia a difesa contro possibili estensioni degli attacchi terroristici verso l’Europa, sia a salvaguardia della sicurezza delle vie di comunicazione marittime e delle reti subacquee (cavi e pipelines).
Ulteriori impegni sono stati pianificati lontano dalla Madrepatria in funzione di controllo delle linee di comunicazione marittime e di protezione anti pirateria sia nell’Oceano Indiano e nel Golfo Persico (Operazione Atalanta), sia nel Golfo di Guinea (Operazione Gabinia). A questi si aggiungono le attività permanenti a protezione della libertà di navigazione nello stretto di Tiran e la presenza in Mar Baltico di una nostra unità navale inserita nel contesto difensivo settentrionale.
La capacità multidimensionale che le forze marittime sono in grado di esprimere rappresenta un fattore di potenza irrinunciabile per il Paese. La flotta opera quindi in tutti domini, compresi quelli spaziali, cyber ivi inclusa la dimensione subacquea riuscendo così a monitorare e a contenere le numerose minacce alla sicurezza e alla stabilità, elementi questi di cui il Ministro della Difesa ha sottolineato l’importanza.
Basterebbe già questo a farci osservare quanto questo sforzo sia logistico sia operativo abbia dimostrato la prontezza nel rispondere alle esigenze che il Governo ha ritenuto corretto intraprendere, ma è opportuno richiamare anche due ulteriori impegni addestrativi di grande importanza e attualità: la Dynamic Mariner in ambito NATO e la Mare Aperto 2023/2 in ambito nazionale.
La Dinamic Mariner 23 è una esercitazione organizzata e condotta dalla NATO sotto la responsabilità del Vice Admiral Mike Utley (Comandante di MARCOM con sede a Northwood, non lontano da Londra) allo scopo di migliorare l’efficacia e la prontezza operative e l’interoperabilità tra le marine della NATO. Il principale obiettivo della Dynamic Mariner era la certificazione del Comando della Seconda Divisione Navale come Comando della Componente Marittima nel quadro del dispositivo interforze della NATO.
Questa esercitazione rappresenta un passo fondamentale verso il raggiungimento della piena operatività della nostra flotta che assumerà il controllo della NATO Response Force nel 2024 che avrà al suo vertice il Generale italiano Guglielmo Miglietta nel ruolo di Comandante del Joint Force Command di Brunssum.
A questa edizione, che si è svolta a partire dal 23 ottobre e si concluderà il 6 novembre, hanno partecipato 30 unità navali e uomini di quattordici nazioni NATO al comando del Comandante in Capo della flotta italiana Ammiraglio di Squadra Aurelio De Carolis a bordo della portaerei Cavour che ha assunto il ruolo di nave ammiraglia.
A partire dal 6 novembre avrà invece inizio la Mare Aperto 2023/2. L’esercitazione di quest’anno è uno sviluppo della precedente e vedrà contrapporsi due formazioni navali nel Tirreno centrale e meridionale.
Anche quest’anno sono stati invitati a partecipare alcuni studenti appartenenti alle università di Bari, Bologna, Milano, Pisa, Roma, Siena, Trieste e Viterbo che si stanno preparando ad assumere un ruolo importante nella fase di pianificazione ed esecuzione dell’esercitazione.
La necessità di approfondire le dinamiche legate alla geopolitica, alla dottrina e alla leadership è stata colmata grazie alle lezioni di alcuni membri del Centro Studi di Geopolitica e Strategia Marittima che hanno condiviso con gli studenti un periodo di intensa attività di studio. Questa prima fase formativa è stata integrata da esperienze pratiche mirate alla perfetta integrazione dei partecipanti alla vita di bordo, consentendo così un rapido ambientamento e progressiva responsabilizzazione.
Utilissima la presenza di alcuni giovani soci del CESMAR, tra cui alcuni membri del Rotary, che hanno svolto un importante ruolo di raccordo tra il Comando di Bordo e i giovani neo-imbarcati.
La fase finale vedrà la creazione di due gruppi contrapposti che, suddivisi in advisor in campo legale, della policy e della pubblica informazione, si confronteranno in uno scenario complesso in cui le forze navali opereranno in coordinamento con le altre Forze Armate e Agenzie statali.
L’elevato spirito di corpo, nato da una stretta e proficua collaborazione anche con l’equipaggio di Nave Cavour e lo staff di CINCNAV che hanno favorito l’ambientamento dei giovani a una realtà a loro sconosciuta, ha permesso poi che creatività e innovazione siano sorte spontanee dando origine a situazioni la cui aderenza con l’attualità è risultata incredibilmente reale.
In conclusione la Marina Militare ha dimostrato ancora una volta la volontà di presenza e la capacità di operare in potenza per far fronte agli obiettivi strategici nazionali. L’addestramento dimostrato dagli uomini e donne, la capacità tecnologica dei mezzi e il sostegno logistico hanno consentito di far fronte alle richieste del mondo politico con risultati pienamente soddisfacenti.
L’articolo è stato preparato dal Centro Studi di Geopolitica e Strategia Marittima ed è frutto delle considerazioni emerse dialogando con i giovani allievi del CESMAR e delle Università italiane partecipanti alla MARE APERTO 2023/2.
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