Le IDF controllano gran parte del nord della Striscia di Gaza

 

(Aggiornato alle ore 22,45)

Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno ordinato questo pomeriggio alla popolazione di tre villaggi della zona sud della Striscia di Gaza, finora rimasta estranea alle operazioni terrestri delle truppe di Gerusalemme,  di lasciare le loro abitazioni per motivi di sicurezza: notizia che potrebbe indicare l’avvio di operazioni anche in quel settore dove sono fuggiti  quasi un milioni di civili residenti nel nord della Striscia.

A Gaza City le truppe israeliane hanno fatto esplodere la sede del Parlamento espugnata il 12 novembre (nella foto sotto) dalla Brigata Golani.

Finora nell’ospedale Shifa, secondo i portavoce militari, non sono state trovate tracce degli ostaggi, rinvenute invece nell’ospedale Rantisi, dove Israele ha detto di aver rinvenuto “prove” del passaggio dei rapiti da Hamas. Hamas ha definito “una menzogna” la notizia del ritrovamento di armi nell’ospedale Shifa la cui occupazione ha scatenato le proteste del mondo arabo e la richiesta da parte del Qatar di avviare “un’indagine internazionale sui raid” negli ospedali.

“. “Questo posto dopo il 7 ottobre ha costituito un nascondiglio per circa 200 terroristi che avevano partecipato alle stragi e che sono scappati qua”, ha affermato il portavoce militare Daniel Hagari, aggiungendo che i soldati hanno rinvenuto “uniformi di cui i miliziani si sono sbarazzati” per poi confondersi con i civili. “Gli ospedali Shifa, Rantisi e altri ancora sono stati tutti utilizzati da Hamas” – ha ribadito  Hagari.

Solo dieci dei 36 ospedali nella Striscia di Gaza sarebbero attualmente operativi, mentre 26 sono chiusi a causa di danni causati dai bombardamenti o per mancanza di carburante, ha dichiarato oggi il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) Tedros Adhanom Ghebreyesus.

Secondo quanto riferito da fonti iraniane all’agenzia Reuters  Hamas potrebbe avere difficoltà con l’Iran dopo che l’ayatollah Ali Khamenei avrebbe ammonito il capo del movimento palestinese Ismail Haniyeh. “Non ci avete dato alcun avvertimento del vostro attacco del 7 ottobre contro Israele e l’Iran non entrerà in guerra per conto vostro” avrebbe detto la Guida suprema dell’Iran .

Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Galant, aveva dichiarato il 14 novembre che Hamas non ha più il controllo di Gaza. “Hamas ha perso il controllo di Gaza” e i miliziani stanno fuggendo a sud mentre i civili saccheggiano le basi delle milizie del movimento palestinese.

Parlando dei significativi progressi ottenuti dalle Forze di Difesa Israeliane (IDF), Gallant ha inoltre espresso fiducia nell’efficacia della strategia fino ad ora adottata, sottolineando il livello di precisione e di letalità e coordinamento dimostrati dalle forze aeree, marittime e terrestri durante tutte le fasi dell’operazione. Il Ministro della Difesa israeliano ha, in fine, affermato che le IDF hanno raggiunto il centro di Gaza City e che stanno avanzando per raggiungere gli obiettivi sulla base di considerazioni strategiche.

“Lavoriamo in base ai compiti, non abbiamo orologi, abbiamo obiettivi”. In relazione ai recenti sviluppi, Galant ha sottolineato gli sforzi condotti contro la rete di tunnel e contro i miliziani che vi si nascondono: “Questo farà uscire i terroristi dai tunnel, e una volta lì, o verranno eliminati o si arrenderanno incondizionatamente, non esiste una terza opzione. Raggiungeremo i nostri obiettivi, prima di tutto la vittoria completa su Hamas e il ritorno dei rapiti alle loro case”.

Nel pomeriggio del 14 novembre il ministro ha riferito che le forze militari israeliane controllano la parte superiore e centrale del Nord della Striscia di Gaza. L’intera Gaza City è ora inclusa in un’unica operazione contro il terrorismo, ha aggiunto il ministro.

Ieri la 162a Divisione delle IDF, le cui brigate sono entrate nel nord della Striscia – ha completato la cattura del campo di Al Shati e presto si ricongiungerà con la 36° divisione che è’ entrata nella Striscia da est, raggiungendo la costa. Secondo quanto riferiscono le IDF, Al Shati era una delle principali roccaforti del gruppo armato palestinese Hamas ed era difeso da circa 200 miliziani. “All’interno del campo ci sono molte infrastrutture nemiche e molte forze di Hamas vi erano concentrate’, compreso il battaglione Al Shati, che ha avuto un ruolo centrale negli attacchi del 7 ottobre”.

Secondo i militari molte case del campo erano trappolate con esplosivi. Secondo le stime, circa 150 mila-200 mila palestinesi sarebbero fuggiti dal campo (in realtà un quartiere) quando le truppe israeliane sono entrate. Nell’operazione sarebbero stati completamente smantellati i sistemi di comando e controllo di Hamas. La 162° divisione sta ora bonificando l’area,

Nel corso delle altre operazioni effettuate nel nord di Gaza, le IDF hanno distrutto 160 tunnel, colpito circa 2.800 siti di Hamas e ucciso circa mille miliziani e alti comandanti.

Israele ha annunciato la morte del caporale Noa Marciano, militare israeliana catturata da Hamas il 7 ottobre scorso. Marciano, 19 anni, in forza al 414° battaglione 414 delle guardie di frontiera, prestava servizio presso la base di Nahal Oz, presa d’assalto dai miliziani lo scorso 7 ottobre. Hamas ha pubblicato un video della soldatessa, che la mostrava mentre parlava davanti alla telecamera quattro giorni dopo essere stata presa in ostaggio. Successivamente nel video compare il cadavere di Marciano.

Per consentire l’evacuazione dei civili palestinesi dalla zona dei combattimenti le IDF hanno garantito corridoi umanitari sulla rotta Salah Al-Din che collega Gaza City alle aree a sud di Wadi Gaza, e pause tattiche, limitate nel tempo e ad alcune zone predefinite (Jabalia, Ezbet Mallin) accusando Hamas di cercare di bloccare la fuga dei civili.

Le IDF stanno consentendo l’uscita dagli ospedali Shifa, Rantisi e Nasser e un passaggio sicuro verso Wadi Gaza è stato aperto dall’ospedale Shifa attraverso Al-Wahda Street fino all’incrocio con Salah Al-Din. Secondo le IDF, sono oltre 900.000 i civili che da Gaza e dal nord della Striscia si sono spostati a sud. Le forze dell’IDF avevano organizzato il 13 novembre la consegna di 300 litri di gasolio all’ospedale Al-Shifa.

All’alba di oggi decine di soldati israeliani sono penetrati negli edifici dell’ospedale. Un funzionario della Sanità di Hamas a Gaza ha detto che “decine” di soldati israeliani si trovano all’interno degli edifici dell’ospedale Al-Shifa. Youssef Abul Reesh, ha affermato di aver visto carri armati israeliani all’interno del complesso e “dozzine di soldati e commando all’interno del pronto soccorso” e degli “edifici di accoglienza”.

Le forze di difesa israeliane hanno affermato che stanno effettuando una “operazione precisa e mirata contro Hamas in un’area specifica” della struttura dove Israele ritiene si trovino alcuni ostaggi, tenuti prigionieri nel labirinto di tunnel sotto l’ospedale.

Le IDF stanno conducendo operazioni simultanee di terra, aeree e navali, e stanno circondando Hamas nel nord di Gaza; il settore è sotto il controllo della 401a, 188a e 551a Brigata, che continuano ad operare in tutto il quadrante settentrionale della Striscia. Dozzine di armi e dispositivi militari sono stati ritrovati dalle unità della Marina militare israeliana durante le ricerche subacquee a largo dell’enclave: sono state rinvenute un gran numero di armi e dispositivi militari, ordigni esplosivi, cinture esplosive, munizioni e gommoni. Dall’inizio del conflitto sono stati colpiti più di 15.000 obiettivi, neutralizzando gran parte dei vertici militari di Hamas.

Nelle ultime 72 ore, sono stati eliminati: Ahmed Siam, comandante della compagnia Naser Radwan di Hamas e responsabile di aver tenuto in ostaggio circa 1.000 residenti e pazienti di Gaza presso l’ospedale di Rantisi; Mohammed Kahlout, capo dei cecchini di Hamas nel settore settentrionale; Ahmed Musa, comandante di compagnia e alla guida dei terroristi che il 7 ottobre hanno attaccato il kibbutz di Zikim; Omaer Al-Hind, comandante di plotone di Hamas; Munir Hareb, capo degli affari pubblici della brigata Rafah.

Inoltre, sono stati uccisi il capo dell’unità missili anticarro della Brigata Khan Yunis, Yaakub A’ashur, l’ex capo dell’intelligence militare di Hamas, Mohammed Khamis Dababash, il comandante della compagnia di assistenza al combattimento delle forze speciali a Beit Lahia, Tahsin Muslem, e l’ufficiale investigativo dell’intelligence di Hamas a Zaytun, Jihad A’azem. Individuato e distrutto un tunnel sotterraneo e colpiti numerosi depositi di armi e obiettivi militari sensibili all’interno dell’area di Al-Shati, principale obiettivo delle IDF.

Eliminate diverse cellule asserragliate all’interno di abitazioni civili, scoperto un gran numero di infrastrutture e trovate oltre 6.000 armi e materiale bellico nascosti nelle stanze dell’università, in edifici pubblici e residenziali, in moschee e scuole. Un caso degno di nota è quello della moschea di Abu Bakr, nella quale Hamas ha immagazzinato un’enorme quantità di esplosivi e dispositivi incendiari.


Oltre al continuo lancio di razzi e missili sul sud e il centro di Israele, le IDF hanno reso noto che Hamas sta prendendo di mira le truppe israeliane che operano in zona di combattimento: i soldati della 188a Brigata sono stati attaccati con armi da miliziani posizionati all’interno e fuori l’ospedale Al-Quds. Durante lo scontro a fuoco, alcuni miliziani sono usciti dagli edifici adiacenti l’ospedale e si sono uniti allo scontro nascondendosi tra i civili, per poi rifugiarsi all’interno della struttura sanitaria. In relazione alla stessa azione, le Forze di Difesa Israeliane hanno diffuso filmati che mostrano i miliziani di Hamas che sparano con due lanciagranate (RPG) dall’ingresso dell’ospedale Al-Quds di Gaza City.

Nelle stesse ore, le truppe israeliane sono entrate nella residenza di un anziano operativo della Jihad islamica a Beit Hanoun e hanno localizzato un gran numero di armi nella stanza di un bambino. Nel corso di un’ulteriore attività operativa, le truppe hanno rinvenuto nella stessa area l’ingresso di un tunnel, materiali di intelligence appartenenti e armi.

Le forze di Hamas stanno combattendo tenacemente. Il 13 novembre in quella che il movimento palestinese ha definito la più grande imboscata tesa al nemico a Gaza, sarebbero stati distrutti o gravemente danneggiati in Haidar Street 3 carri Merkava 4 e 3 trasporto truppe corazzati Nemer. Dall’inizio del conflitto le brigate Ezzedin al Qassam, braccio armato di Hamas sostengono di aver distrutto 112 carri Merkava 4 mentre altri 18 sarebbero stati distrutti da Hezbollah ai confini israelo-libanesi.

Numeri certo esagerati ma che Israele abbia perduto un numero rilevante di mezzi corazzati sembra dimostrarlo la decisione di utilizzare i 300 più vecchi tank Merkava 3 destinati ad essere ceduti a Cipro e Marocco per equipaggiare battaglioni corazzati della Riserva. Sono invece saliti a 46 i caduti israeliani dal 27 ottobre, quando ha preso il via l’offensiva terrestre nella Striscia di Gaza e a 359 dal 7 ottobre scorso.

Nelle ultime ore le Brigate al Qassam hanno annunciato di aver ucciso 9 soldati israeliani e di aver danneggiato e distrutto 22 veicoli militari delle IDF. Nel comunicato si legge che 2 militari israeliani sono stati uccisi durante gli scontri a Beit Hanun, mentre gli altri 7 hanno perso la vita lungo l’asse settentrionale della città di Gaza. I 22 veicoli militari, precisano le Brigate Al Qassam, sono stati colpiti da razzi anticarro artigianali Al Yassin 105 nei combattimenti o in imboscate avvenuti nei dintorni di Gaza. Inoltre, le brigate hanno rivendicato attacchi con razzi contro Tel Aviv, Haifa ed Eilat.

Sarebbero invece almeno 11.255 i civili rimasti uccisi nella Striscia di Gaza dall’inizio del conflitto, tra cui 4.630 bambini, 3.130 donne e 682 anziani. È quanto ha reso noto ieri il ministero della Sanità dell’enclave palestinese controllata da Hamas, precisando di avere problemi ad aggiornare il bilancio delle vittime a causa del venir meno dei servizi medici e delle comunicazioni negli ospedali del nord di Gaza. Stando a quanto riportato dall’agenzia di stampa palestinese Wafa, il ministero ha quindi riferito di circa 29mila feriti e di 3.250 persone ritenute disperse o ancora sotto le macerie, tra cui 1.700 bambini.

Anche l’intelligence statunitense valuta che Hamas abbia insediato un comando militare nei sotterranei dell’ospedale Al-Shifa. La milizia palestinese, secondo quanto ha dichiarato alla CNN il consigliere alla sicurezza Jake Sullivan, userebbe l’ospedale come copertura per ammassare armi e dare rifugio ai combattenti. “Senza entrare nei dettagli – ha aggiunto – questo è ciò che ha fatto Hamas, sia in passato sia durante questo conflitto”.

Una nave inviata dal governo francese getterà l’ancora al largo della penisola egiziana del Sinai questa settimana e funzionerà da ospedale per cittadini di Gaza feriti, con circa 70 posti letto. Lo scrive il Times of Israel, citando fonti dell’ambasciata israeliana a Washington. Inizialmente avrebbe dovuto ormeggiare al largo di Gaza, ma è troppo pericoloso. Israele ha chiesto ospedali da campo e alternative ai centri medici di Gaza, intorno ai quali sono in corso combattimenti sotto i quali si nasconderebbero i centri di comando di Hamas

Il Servizio informazioni estero russo (Služba vnešnej razvedki, SVR) ritiene che Washington stia incoraggiando Israele ad accelerare le operazioni nella Striscia di Gaza; a Mosca sarebbero convinti che un conflitto prolungato potrebbe influenzare negativamente la ricandidatura alle prossime elezioni del presidente Joe Biden.

La notizia, pubblicata dall’agenzia di stampa Nova, precisa che secondo il Cremlino gli Stati Uniti sono consapevoli del fatto che eliminare il movimento islamico palestinese Hamas può causare un gran numero di vittime civili. L’intelligence russa ha aggiunto che, nel promuovere l’operazione israeliana, gli USA sono riusciti ad ottenere il sostegno del Regno Unito e della Germania nell’ostacolare le iniziative che prevedono un cessate il fuoco a Gaza.

Il 12 novembre il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, si è espresso a favore di un’unica leadership politica unificata in Cisgiordania e a Gaza pur ammettendo che a lungo termine ” la determinazione di come la Cisgiordania e Gaza sono governate dipenderà dal popolo palestinese”.

Sullivan ha ribadito la posizione degli Stati Uniti in un’intervista alla CNN all’indomani delle dichiarazioni del premier israeliano Benjamin Netanyahu, secondo cui l’ANP non potrà governare Gaza dopo la fine della guerra.

Secondo l’agenzia di stampa Bloomberg il Pentagono ha silenziosamente aumentato gli aiuti militari a Israele inclusi missili a guida laser per la flotta di elicotteri da attacco Apache, oltre a proiettili da 155 mm, dispositivi per la visione notturna, munizioni anti-bunker e nuovi veicoli militari. Bloomberg sostiene di aver visionato un elenco del Dipartimento della Difesa. La fornitura di armi a Israele si sta estendendo oltre la fornitura di missili Tamir per il sistema Iron Dome e bombe guidate.

 

Il fronte libanese

Ieri Hezbollah ha rivendicato un attacco contro la postazione israeliana di Birket Richa. “A sostegno del nostro incrollabile popolo palestinese nella Striscia di Gaza e a sostegno della sua resistenza valorosa e onorevole, i combattenti della Resistenza islamica hanno colpito, alle 14:00 (ora locale, ndr) del 14 novembre 2023, la postazione di Birket Richa e nelle aree di raduno militare circostanti, con missili, che hanno raggiunto direttamente l’obiettivo”, ha spiegato il movimento. Hezbollah ha anche annunciato di aver colpito una postazione delle IDF nel nord di Israele, nei pressi della città’ di Kiryat Shmona, mentre le forze israeliane hanno risposto con colpi di artiglieri.

Sul fronte settentrionale, Israele continua a rispondere ai lanci di razzi e missili provenienti dal Libano e dalla Siria, area dove stanno confluendo numerosi combattenti sciiti in arrivò da Iran e Iraq. Nella zona di Dovev il lancio di missili anticarro ha causato il ferimento di numerosi civili, mentre colpi di mortaio partiti da Yarin hanno colpito aree abitate a pochi chilometri dal confine.

Il 13 novembre Israele ha bombardato le zone di confine del Libano colpendo gli insediamenti di Teir Hafra, Slmat al-Shaab, Umm al-Tut, Sheikhin e al-Duheira. In precedenza Hezbollah aveva bombardato con mortai le posizioni dell’esercito israeliano ad Al-Bayad. Successivamente, i droni israeliani hanno attaccato le alture di al-Labbuna e l’insediamento di Blida, da dove erano stati lanciati i missili. Secondo il quotidiano The Times of Israel, il 12 novembre 17 civili sono rimasti feriti in seguito all’attacco missilistico di Hezbollah contro l’insediamento di Dovev, nel nord di Israele.

Un totale di 32 “aerei militari stranieri” sono atterrati all’aeroporto di Beirut e nella base di Hamat, nel nord del Libano, tra il 7 ottobre, data dell’inizio del conflitto tra Israele e il movimento islamista palestinese Hamas nella Striscia di Gaza e nei territori circostanti, al 10 novembre. Lo ha riferito il quotidiano libanese “Al Akhbar”, aggiungendo che le dimensioni consistenti di alcuni dei velivoli in questione hanno sollevato interrogativi circa “la natura di queste attività”.

Secondo lo stesso quotidiano, il sito web Intelsky, specializzato nel monitoraggio del traffico aereo militare, ha osservato “un’intensa attività di velivoli militari stranieri che il Libano non conosceva da anni”.

Tra l’8 ottobre e il 10 novembre, secondo Intelsky, alla base di Hamat sono atterrati 32 aerei, di cui nove appartenenti alle forze aeree statunitensi, olandesi e britanniche. Altri 23, invece, di proprietà delle Forze armate francesi, spagnole, canadesi, italiane, spagnole e saudite, sono atterrati alla base riservata ai voli militari e diplomatici a ovest dell’aeroporto di Beirut.

Foto IDF e Telegram

 

Eugenio Roscini VitaliVedi tutti gli articoli

Colonnello dell'Aeronautica Militare in congedo, ha conseguito un master di specializzazione in analisi di sistema e procedure all'Istituto Superiore di Telecomunicazioni. In ambito internazionale ha prestato servizio presso il Comando Forze Terrestri Alleate del Sud Europa, la 5^ Forza Aerea Tattica Alleata e il Comando NATO di AFSOUTH. Tra il 1995 e il 2003 ha preso parte alle Operazioni NATO nei Balcani (IFOR/SFOR/KFOR). Gestisce il sito ITlogDefence.

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